Veneto: a novembre record per pioggia, neve e alte temperature nella Regione leghista che nega l’emergenza climatica

Zanoni: «Zaia e i suoi alleati invece negano tutto, meglio prendere in giro Greta e i giovani che scendono in piazza e non agire sul versante della prevenzione, per poi chiedere soldi al Governo quando l’aula del Consiglio Regionale finisce sott’acqua»

[2 Dicembre 2019]

Secondo l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto (Arpav) il novembre 2019, l’ultimo mese dell’autunno meteorologico, è stato contraddistinto da «una anomala successione di perturbazioni che ha provocato anche in Veneto una serie di eventi pluviometrici importanti, spesso a carattere sciroccale con piogge anche forti e abbondanti, nevicate copiose in quota, rinforzi di vento molto significativi specie sulla costa e in montagna. Anche le temperature hanno registrato un andamento piuttosto anomalo con valori spesso sopra la norma specie i minimi, a causa della frequente copertura nuvolosa, e soprattutto nei primi cinque giorni del mese e nell’ultima decade. Particolarmente anomali sono risultati i picchi raggiunti nelle temperature minime del giorno 24, condizionate dai venti di Scirocco, e in quelle massime del 25 favorite dal ritorno del sole e da una temporanea espansione di un promontorio anticiclonico sul Mediterraneo occidentale portatore di masse d’aria piuttosto calde».

Infatti, domenica 24 novembre, su gran parte della pianura veneta le temperature minime hanno registrato valori compresi tra i 12 e i 13° C , cioè, dice l’Arpav «8 – 9° C circa sopra la norma, con dei massimi prossimi ai 14° C sulla costa centro-meridionale». Il 25 novembre le massime giornaliere hanno raggiunto picchi estivi con temperature intorno ai 20° C in vaste aree della pianura centro-settentrionale, 9 – 10° C circa sopra la norma, con il record di 22,5° C registrata a Gaiarinenel Trevigiano orientale.

L’Arpav conclude: «In molti casi le temperature massime di questo giorno rappresentano i record dell’ultima decade del mese di novembre degli ultimi 25 anni».

Dati che arrivano dopo la bocciatura, avvenuta il 12 novembre, degli emendamenti dell’opposizione per combattere i cambiamenti climatici da parte di un Consiglio regionale che, subito dopo fu invaso dal mare spinto da un’acqua alta record.

Andrea Zanoni, il consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione ambiente del Consiglio regionale, che sui temi ambientali marca stretto la giunta del leghista Zaia, ricorda che «In Veneto i cambiamenti climatici hanno fatto più danni rispetto al resto d’Italia, con un conto miliardario. Dichiarare l’emergenza climatica mi sembrerebbe il minimo sindacale. Come gruppo consiliare abbiamo presentato due mozioni sul clima e un Pdl sull’economia circolare per la riduzione dei rifiuti e del consumo di plastica, spero che arrivino presto in aula e che ci sia un voto unanime. Ormai sono soltanto la Lega e i suoi alleati in Regione a negare l’urgenza del contrasto ai cambiamenti climatici. Anche la neo presidente della Commissione europea, nel suo primo discorso, ha messo l’ambiente al centro della propria agenda, definendo “vitale” la tutela di Venezia. Ma a palazzo Ferro Fini, la Maggioranza di centrodestra boccia tutti i nostri emendamenti per combattere questa emergenza planetaria».

Zanoni conclude: «in Veneto, in una delle Regioni maggiormente colpite dai cambiamenti climatici, e prima in Italia per incremento di suolo consumato e inquinamento dell’aria, come Gruppo Consiliare PD, abbiamo commissionato all’Università di Padova uno studio per un ‘Veneto 100% sostenibile, efficiente e rinnovabile’. A Bruxelles avremo una Commissione che si rimboccherà le maniche per contrastare i cambiamenti climatici. Zaia e i suoi alleati invece negano tutto, meglio prendere in giro Greta e i giovani che scendono in piazza e non agire sul versante della prevenzione, per poi chiedere soldi al Governo quando l’aula del Consiglio Regionale finisce sott’acqua».