Riceviamo e pubblichiamo

Discarica di Chianni, i perché del sit-in alla Sterza di Terricciola

[3 Agosto 2015]

Il Comitato Unitario Chianni-Terricciola-Lajatico e Legambiente Valdera hanno organizzato ieri alla Sterza un sit-in pacifico per la sensibilizzazione della popolazione e del pubblico del concerto di Andrea Bocelli al Teatro del Silenzio. Il motivo del sit-in è la protesta contro la riapertura della discarica della Grillaia a Chianni. Dalla chiusura della discarica, deliberata dalla Provincia di Pisa nel 1998, non è stato gestito correttamente il “post-mortem”; sono state inoltre disattese le prescrizioni dell’ARPAT alla ditta proprietaria, la Servizi Ambiente srl (successivamente Nuova Servizi Ambiente), comunicate alla Provincia.

Ora la Nuova Servizi Ambiente, ditta in liquidazione e con capitale sociale di soli 6.000 euro, ha proposto un progetto di riapertura, che la Provincia ha approvato anche in seguito ad una sentenza del TAR.

I partecipanti alla manifestazione sono preoccupati per il pericolo di caricare su quelle strutture fatiscenti ancora quasi 300.000 mc, che corrispondono a circa 30.000 camion. Nella conferenza dei servizi di maggio, ARPAT e Provincia hanno stabilito di approvare il progetto dei proprietari della discarica che prevede un nuovo conferimento di 270.000 metri cubi di rifiuti. Al momento la decisione è stata sospesa dalla  provincia,  ma  potrebbe  essere  riattivata  già  in  questi  giorni.  E’  per  questo  che  ci  siamo  mobilitati  come Legambiente.

ARPAT ha ritenuto affidabile il progetto presentato da un gestore che 4 anni fa aveva lasciato l’impianto in uno stato di abbandono, e che non ha dato attuazione a molte delle prescrizioni emanate dalla stessa ARPAT nel 2009. Nel frattempo la Provincia non ha controllato in alcun modo la realizzazione delle prescrizioni.

Dai verbali ARPAT del 2009 infatti, risulta chiaramente che i proprietari non hanno gestito in modo corretto l’impianto dopo  la  sospensione  dei  conferimenti.  ARPAT  nel  2009  ha  prescritto  una  serie  di  interventi  a  carico  dei proprietari/gestori della discarica.

Nel 2013 si ripetono indicazioni e prescrizioni che evidentemente non sono mai state attuate. ARPAT inoltre si guarda bene dal fare una ricognizione delle prescrizioni attuate e di quelle rimaste lettera morta. ARPAT nel 2013 contraddice quindi quanto ha stabilito nel 2009. Perché?

Il progetto alternativo a rifiuti zero presentato dai comuni è stato ritenuto non tecnicamente accettabile da ARPAT e Provincia, eppure non ci sono elementi tecnici significativi per dirlo, visto che della situazione attuale della discarica si conosce poco.

ARPAT infatti durante la Conferenza dei Servizi, demolisce il progetto dei comuni, salvo poi dire che:

– per acquisire informazioni circa lo stato del corpo dei rifiuti sarebbe necessario effettuare indagini di tipo geotecnico per capire la caratterizzazione chimico-fisica dei materiali e il loro stato di mineralizzazione

– dovranno essere effettuate prove di permeabilità e misure del livello dei percolati per capire lo stato di saturazione in acqua dei rifiuti

– inoltre, non essendo stati realizzati i nuovi pozzi di monitoraggio, non è noto neanche lo stato di inquinamento delle acque sotterranee.

Ma se occorrono delle indagini che nessuno ha fatto per capire lo stato dei rifiuti e del percolato, sulla base di quali dati e analisi viene rigettato il progetto alternativo dei comuni?

Si  potrebbe  anche  ipotizzare  un  progetto  di  minima,  che  preveda  una  migliore  copertura  della  discarica,  un miglioramento  nella  gestione  del  percolato  e  del  biogas,  senza  movimentare  né  aggiungere  rifiuti,  e  quindi  un progetto meno costoso e realizzabile in tempi brevi.

Ma senza dati certi, ognuno può dire quel che vuole, solo che ARPAT e Provincia hanno anche il potere di decidere, assegnando così un premio alle inadempienze dei gestori.

Non saranno per caso le decine, o forse centinaia, di milioni di euro che costituiranno i profitti di un conferimento di 270.000 metri cubi di rifiuti, a rendere più convincente il progetto dei proprietari?

Ogni decisione circa la modalità di chiusura e messa in sicurezza della discarica va subordinata alla disponibilità di dati affidabili sullo stato dei rifiuti, la stabilità della discarica, l’inquinamento delle acque, l’emissione di gas.

Se ci sono situazioni critiche, che nessuno finora ha individuato e determinato con precisione, vanno affrontate con un piano di bonifica del sito e non certo con nuovi rifiuti.

Il rischio è che si portino per 3 anni, o più probabilmente indefinitamente, rifiuti su un sistema di captazione del percolato che non funziona da anni (relazioni ARPAT), con la scusa di mettere in sicurezza la discarica.

Il sit-in di ieri vuole denunciare questa situazione e renderla nota alla cittadinanza. L’evento è stato partecipato, con la presenza di circa 50 persone che esponevano scritte contro il progetto di riapertura della discarica. Le scritte erano sia in italiano che in inglese per essere comprensibili dal pubblico internazionale che si recava al concerto in programma al Teatro del Silenzio. La manifestazione si è svolta a La Sterza nel punto di arrivo delle auto e dei pullman, dal quale il pubblico proseguiva poi con la navetta per salire a Lajatico; questo per avere l’attenzione della gente senza arrecare nessun disagio allo svolgimento del concerto.

Un sit-in analogo si svolgerà il 4 agosto in occasione del secondo concerto in programma al Teatro del Silenzio, con le stesse modalità e nello stesso luogo, dalle ore 16.30 alle ore 20.00. I comitati organizzatori invitano la cittadinanza a partecipare numerosa per rendere ancora più significativa la manifestazione e per diffondere quanto possibile le informazioni su questa grave minaccia che incombe sul nostro prezioso territorio collinare.

di Comitato Unitario Chianni-Terricciola-Lajatico e Legambiente Valdera