Il digiuno per l’ambiente di Don Albino Bizzotto: «La Terra è di tutti»

Il sostegno di Legambiente: «Territorio bene comune da tutelare nell’interesse di tutti»

[21 Agosto 2013]

È arrivato al sesto giorno lo sciopero della fame di Don Albino Bizzotto, anima dell’Associazione Beati i Costruttori di Pace che ha intrapreso l’iniziativa «per denunciare il degrado ambientale e il malaffare che si cela dietro le cosiddette grandi opere  del Veneto».

Don Albino scrive: «Con il mio digiuno chiedo che la Terra torni ad essere considerata un organismo vivo che permette la vita nostra e dei figli che nasceranno e non venga trattata come semplice cantiere, cava e discarica per gli appetiti e interessi di chi continua a speculare, anche a nome nostro».

A Don Albino si sono uniti nel digiuno i primi rappresentanti di comitati e associazioni ambientaliste: Auretta Pini, dell’Associazione per la Decrescita e Giulio Ferrara, del Movimento per la Decrescita Felice, che lo affiancano da stamattina alle ore 8.00 e fino a stanotte, alle ore 00.00, senza toccare cibo, ma bevendo solamente.

Beati i Costruttori di Pace ricorda che «la tenda stesa davanti al camper dove dorme il sacerdote è “aperta” a tutti coloro che vogliano passare a salutare, ascoltare, portare il loro sostegno ed eventualmente digiunare, un’ora, un giorno o per quanto desiderano. A breve prenderanno il via una serie di appuntamenti pubblici in sede, per illustrare quali sono i temi ambientali più scottanti e le vertenze più urgenti sul territorio veneto».

Il secondo giorno di sciopero della fame Don Albino aveva raccontato a RadioCooperativa, le ragioni della sua iniziativa e cosa lo ha spinto, come altre volte, a sensibilizzare l’opinione pubblica con uno strumento che riconosce “inutile” quanto necessario, come il digiuno, perché «anche se anche uno perde, deve fare quello che è giusto».

Le sue ragioni Don Albino le riassume così: «Il 21,5% di territorio coltivabile ha perduto, dal 1990 ad oggi, 38 ettari al giorno: sono cifre come queste che, dovrebbero far saltare sulla sedia ognuno di noi e portare a reagire, a domandarsi, a indagare e a denunciare». Per Don Bizzotto «il pianeta è di tutti» e denuncia «anni di investimenti sbagliati, di inerzia della classe politica e ancora prima del tessuto sociale, di bambini che nasceranno domani e già avranno contratto un debito con la società. Un problema culturale, che segnala, anche, come chi governa e investe i soldi di tutti, abbia una capacità di pianificazione di breve respiro».

Beati i Costruttori di Pace  spiega che «mentre il lavoro dei vari comitati sensibili alla questione avanza, tra le difficoltà di fare rete e le non indifferenti questioni organizzative, la terra ha urgenza del nostro intervento. Per questo Albino interviene in agosto, per non intralciare il lavoro di nessuno, ma per dare un segnale forte di richiesta di attenzione a un tema spesso solo sfiorato dai media e dall’attenzione della gente comune, perché crede che sia un bene “sensibilizzare sui Beni Comuni perché orientano le energie della società”».

Al coraggioso sacerdote arriva il sostegno di una grande associazione ambientalista nazionale. Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, oggi ha detto: «Rivolgiamo a Don Albino Bizzotto tutta la nostra stima e solidarietà per il digiuno a sola acqua intrapreso il 16 agosto scorso per accendere i riflettori sull’emergenza ambientale del territorio veneto in particolare e più in generale dell’intero pianeta, e gli siamo vicini per questa meritevole e difficile impresa. Nello spiegare le intenzioni del suo gesto, con il quale si augura di “contribuire alla crescita di una coscienza comune riguardo alla tutela del territorio”.  Si prefigge un compito non facile, ma fondamentale, nel mondo e nel tempo in cui viviamo. Solo uno sviluppo sostenibile, basato su una corretta attenzione alle risorse ambientali può, infatti, essere la garanzia di un futuro per tutti su una terra dove l’emergenza climatica innescata dall’eccesso di emissioni di CO2 e da un modello di sviluppo che dilapida inesorabilmente il territorio e le sue risorse vitali.  Ci auguriamo che Don Albino con la sua iniziativa e la sua carismatica umanità riesca a convincere quante più persone possibile che il territorio è un bene comune da tutelare nell’interesse di tutti. A cominciare dalla sua regione, che soffre di un grave dissesto idrogeologico e dove speriamo che la sua azione faccia crescere l’attenzione su questo e su tutti gli altri problemi ambientali».