Piano d’azione verde Ue, cosa ne pensano le Pmi dell’uso efficiente delle risorse

[18 Marzo 2014]

Oggi la Commissione Europea ha pubblicato una rassegna dei contributi ricevuti in risposta alla consultazione pubblica sul Piano d’azione verde per le piccole e medie imprese (Pmi) che la Commissione adotterà a breve. La consultazione aveva lo scopo di dare alla Commissione un riscontro da parte delle Pmi su quel che è più utile per loro, per di definire le azioni volte a promuovere un uso efficiente delle risorse per e tra le Pmi da inserirsi nell’imminente Piano d’azione verde. La Commissione è convinta che «Le Pmi europee stanno diventando più efficienti per quanto concerne l’uso delle risorse e contribuiscono alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, come risulta dall’indagine Eurobarometro 2013 su “PMI, uso efficiente delle risorse e mercati verdi”».

Alla consultazione pubblica hanno partecipato i 175 rispondenti, tra i quali i rappresentanti degli interessi delle imprese e le Pmi hanno fornito il 73,15% dei contributi, le amministrazioni pubbliche, a livello nazionale e regionale, l’8,57% delle risposte. Nella categoria “altri” l’11,43% era rappresentato da istituti di ricerca, sindacati, Ong, soprattutto per il settore ambientale, e da  una varietà di agenzie, organizzazioni e gruppi di consulenza a sostegno delle imprese. Le organizzazioni di imprese (più del 25% dei contributi) hanno risposto a nome dei loro aderenti, che sono spesso in numero sostanziale, e le loro prese di posizione sono risultate pertanto di maggior peso di quelle dei rispondenti individuali.

La rassegna viene pubblicata alla vigilia della discussione al  Consiglio europeo del 20-21 marzo, del Piano della Commissione “Per un rinascimento industriale europeo”, per accrescere il contributo al Pil dell’Ue dell’industria europea, aumentandolo dall’attuale 15% al 20% entro il 2020. La comunicazione propone «Interventi finalizzati a un contesto imprenditoriale più favorevole per le Pmi, tra cui un maggiore sostegno alle Pmi per quanto concerne il loro accesso ai finanziamenti» e ribadisce «L’importanza dell’efficienza nell’uso delle risorse ai fini della competitività e fa presente che un mercato interno funzionante e l’integrazione delle Pmi nelle catene di valore globali sono essenziali per consentire alla politica industriale europea di produrre crescita e occupazione. Ad esempio, le potenzialità insite nei cluster, che rappresentano un opportuno ecosistema innovativo di gruppi di Pmi che si rafforzano reciprocamente, devono essere meglio sfruttate quale trampolino per una crescita solida».

Il Piano d’azione verde presenta le azioni per le Pmi proposte a livello europeo «Allo scopo di sviluppare l’enorme potenziale rappresentato dai miglioramenti in termini di efficienza delle risorse, in termini di guadagni di produttività, competitività e opportunità imprenditoriali per le Pmi». Infatti, l’Atto sulle piccole imprese (Api) ha sottolineato che l’Ue e gli Stati membri devono rendere le Pmi capaci di trasformare le sfide ambientali in opportunità. Il Piano d’azione verde si propone di «Sfruttare le opportunità verdi, migliorando la produttività e riducendo i costi delle Pmi europee attraverso l’efficienza delle risorse, sostenendo l’imprenditorialità verde e sfruttando e sviluppando la leadership europea nei processi e nelle tecnologie verdi». La Commissione dice che le imprese che hanno partecipato alla consultazione Ue evidenziano che «Le Pmi mancano di informazioni sui miglioramenti potenziali realizzabili in materia di efficienza nell’uso delle risorse nonché sulla loro efficienza sul piano dei costi». E’ emersa anche «L’importanza di costituire forti partenariati tra i diversi intermediari nelle catene di valore per consentire lo scambio di informazioni e di conoscenze sull’efficienza nell’uso delle risorse» ed è stato sottolineato «Il ruolo dei cluster e di altri intermediari per le Pmi come ad esempio i centri di co-innovazione, in quanto centri che offrono alle Pmi attività di sensibilizzazione ad hoc sull’efficienza nell’uso delle risorse, consulenze e tutoraggio, tra cui anche orientamenti concreti e sostegno in loco. Le Pmi hanno bisogno di meglio conoscere non solo gli aspetti ambientali ma anche le opportunità d’impresa offerte da un uso efficiente delle risorse e dall’economia circolare in termini di aumento di produttività, nuove prospettive di attività redditizie e di una maggiore competitività sul piano globale. I media, tra cui anche le reti sociali, possono contribuire a fare opera di sensibilizzazione».

Ecco quali sono, secondo la consultazione le azioni più efficaci per aiutarle a trasformare le sfide ambientali in opportunità d’impresa:

La prossimità dei servizi e l’aiuto a trovare partner:due elementi essenziali per l’efficienza delle risorse. I rispondenti hanno fatto presente che il sostegno per il trasferimento di tecnologie e saperi (57,15%), le consulenze per un uso efficiente delle risorse (55,43%) e le azioni di sensibilizzazione (53,71%) sono i servizi più efficaci nell’aiutare le Pmi a diventare più efficienti in materia di risorse. Tuttavia i servizi offerti più spesso sono quelli di sensibilizzazione (60%), seguiti dalle consulenze sulle possibilità di reperimento di finanziamenti e sulla preparazione di proposte di finanziamento (45,14%) nonché dal sostegno al trasferimento di tecnologie e saperi (43,43%). Sembra esservi un gap tra i servizi disponibili e ciò che le PMI ritengono più adatto per le loro esigenze.

La rete Enterprise Europe (REE) ha un carattere strumentale di intermediazione. I rispondenti hanno constatato che la REE può aiutare al meglio le Pmi a raggiungere l’efficienza nell’uso delle risorse attraverso eventi specifici di intermediazione a promozione dell’accoglimento delle tecnologie verdi (71,3%) e, su un piano di parità con un 70,38% delle risposte, facendo dell’efficienza nell’uso delle risorse e dell’ecoinnovazione tematiche trasversali degli eventi di intermediazione B2B (business to business) e C2C (cluster to cluster) nonché sviluppando una collaborazione strategica in tema di efficienza nell’uso delle risorse tra la Rete e altri partner fondamentali. Le organizzazioni imprenditoriali considerano inoltre efficace (67,65%) la classificazione migliorata delle tecnologie per l’efficienza delle risorse nella base dati REE con la finalità di offrire servizi migliori di reperimento di partner. Anche gli organismi di normalizzazione europei ritengono che la REE potrebbe contribuire a fornire informazioni sul modo in cui le norme possono aiutare le PMI a diventare più efficienti nell’uso delle risorse.

Le Pmi sono perplesse per quanto concerne i costi degli investimenti per un uso efficiente delle risorse. Il Flash Eurobarometro 2013 su “Pmi, uso efficiente delle risorse e mercati verdi” ha riscontrato che il 42% delle più di diecimila Pmi che hanno risposto riteneva che le loro azioni volte ad accrescere l’uso efficiente delle risorse avessero fatto calare i costi di produzione, il 21% ha affermato che i costi di produzione erano aumentati e il 25% sosteneva che le loro azioni per un uso più efficiente delle risorse non avevano avuto nessun impatto sui costi di produzione. La maggior parte dei loro investimenti per un uso efficiente delle risorse erano low cost. Nell’ultimo biennio il 72% delle Pmi che hanno risposto all’Eurobarometro aveva investito annualmente meno del 5% del proprio fatturato annuale per diventare più efficiente nell’uso delle risorse. Per quanto concerne le risultanze di questa consultazione pubblica, soltanto pochi rispondenti (12) hanno reagito alla domanda a testo libero sull’importo che avevano investito per misure di efficienza delle risorse e sui tempi di ritorno sull’investimento e i risultati sembrano essere in linea con quelli dell’Eurobarometro.

La maggior parte delle Pmi che hanno risposto alla consultazione pubblica non ha tentato di stimare il costo d’investimento per migliorare la loro efficienza nell’uso delle risorse poiché non ci hanno mai pensato (35,43%) o perché era troppo complicato (30,29%), mentre un altro 21,14% ha segnalato di averlo fatto per proprio conto e soltanto l’8,57% ha dichiarato di avere ricevuto aiuto da esperti.

In termini di efficacia degli interventi nazionali e regionali a sostegno delle Pmi per stimare i costi degli investimenti nell’efficienza delle risorse, quelli ritenuti più efficaci sono i servizi di orientamento e consulenza (45,72%). Gli ostacoli più importanti per ottenere finanziamenti per effettuare investimenti nell’efficienza delle risorse sono costituiti dal fatto che tali investimenti sono ritenuti troppo di lungo periodo per essere finanziariamente validi (72%) (per il 35,43% dei 175 rispondenti questo è un ostacolo estremamente importante, mentre per il 36,57% è alquanto importante) e che il ritorno sull’investimento non è sufficientemente elevato (65,85%). Le organizzazioni imprenditoriali identificano un’altra importante barriera, vale a dire il fatto che gli erogatori di finanziamenti non hanno familiarità con gli investimenti nell’efficienza delle risorse (78,26%).

Tuttavia, le risultanze di questa consultazione pubblica vanno analizzate nella prospettiva più ampia dell’Eurobarometro 2013 da cui chiaramente risulta che la maggior parte delle Pmi è soddisfatta del ritorno sugli investimenti effettuati per un uso efficiente delle risorse (68%) e il 12% ha addirittura affermato di essere “molto soddisfatta”.

Per superare gli ostacoli che si frappongono agli investimenti nell’uso efficiente delle risorse, i rispondenti alla consultazione pubblica dichiarano che le misure più efficaci sono linee di finanziamento specifiche per progetti di efficienza delle risorse (76%) e strumenti volti a ridurre il rischio di tali progetti (70,29%).

Le amministrazioni nazionali e regionali ribadiscono la necessità di un migliore coordinamento e della condivisione di esperienze tra gli Stati membri per quanto concerne i diversi tipi di sistemi di finanziamento piuttosto che la messa a punto di nuovi sistemi.

Le potenzialità di maggiori risparmi di risorse lungo la catena del valore. La gestione dei rifiuti (89,15%) seguita dalle operazioni di produzione (86,86%) e dal riciclaggio (86,28%) sono gli anelli della catena del valore in cui si ritiene più importante un sostegno all’efficienza nell’uso delle risorse. I più importanti volani dell’efficienza nell’uso delle risorse lungo le catene di valore sarebbero le grandi imprese (90,86%), seguite dalle PMI (88,57%) e dagli intermediari terzi che offrono servizi (70,28%). Tuttavia, il punto di vista delle organizzazioni imprenditoriali è alquanto diverso poiché queste vedono nelle PMI (93,48%) un volano più importanti delle grandi imprese. Ovviamente i centri tecnologici sono ritenuti gli intermediari più importanti in questo ambito (78,86%).

Le Pmi colgono le opportunità d’impresa insite in un’economia più verde? Il ruolo dei marchi di qualità ecologica nell’aprire ai prodotti e/o servizi verdi l’accesso ai mercati è ritenuto piuttosto importante (74,86%) anziché no (20%). Certuni chiedono l’integrazione dell’uso efficiente delle risorse negli attuali marchi di qualità ecologica e nei sistemi di certificazione per facilitare la vita ai consumatori e accrescere la loro fiducia.

Per quanto concerne le strategie locali e regionali volte a mobilitare tutti gli attori interessati ai fini di un uso più efficiente delle risorse e di un’economia a basse emissioni di carbonio nella regione, il 40% dei rispondenti dichiara di essere a conoscenza di simili iniziative mentre il 33,14% ne è all’oscuro. Tra coloro che sono a conoscenza di tali iniziative il 72,86% ritiene che le strategie politiche locali e regionali siano efficaci per promuovere la creazione e le imprese sul piano locale.

Le organizzazioni imprenditoriali e i sindacati ribadiscono inoltre l’aspetto delle competenze che non è trattato direttamente nella consultazione, e chiedono ulteriori informazioni e orientamenti sullo sviluppo delle competenze “verdi” in materia di uso efficiente delle risorse affinché le Pmi possano avvantaggiarsi delle opportunità imprenditoriali verdi.

In generale i rispondenti sono favorevoli all’economia circolare o alla simbiosi industriale ed incoraggiano la Commissione a sostenere la condivisione delle conoscenze e la cooperazione commerciale tra le Pmi per valorizzare le potenzialità di questi modelli imprenditoriali verdi.

Le organizzazioni interessate agli aspetti ecologici citano le informazioni a carattere non finanziario in tema di ambiente quale altro modo di cui dispongono le imprese per dimostrare il loro impegno verde e citano quali esempi la gestione del ciclo di vita, l’ecodesign, l’impronta ambientale e la responsabilità estesa del produttore (Epr), oltre a ribadire il ruolo importante dei consumatori in tale contesto. Esse propugnano l’adozione dello strumento unionale di verifica delle tecnologie ambientali (Etv) in tutta Europa.

Alcuni rispondenti menzionano gli appalti verdi pubblici e privati quale strumento per promuovere un’economia più verde e ribadiscono anche il ruolo delle norme ambientali elevate introdotte per via regolamentare al fine di stimolare l’innovazione verde.

Pmi interessate ad espandersi all’estero. Le azioni di sostegno più efficaci per aiutare le Pmi a promuovere i loro prodotti e/o servizi verdi sui mercati globali risultano essere il sostegno agli interventi preliminari all’ingresso nel mercato (ricerca e analisi del mercato, pianificazione finanziaria, ricerca del personale, comprensione della cultura imprenditoriale locale, individuazione di sedi adatte) (84%). Tra le azioni ritenute meno efficaci vi sono i portali informativi online per le Pmi dell’Ue (34,29%), la messa a disposizione temporanea di locali nel mercato interessato (28,57%) e la partecipazione a fiere internazionali (28%).

Per quanto concerne gli erogatori di servizi più efficaci ai fini dell’internazionalizzazione di prodotti o servizi verdi, le organizzazioni imprenditoriali e i cluster sono chiaramente in posizione di punta con rispettivamente 78,86% e 73,15% dei consensi.