E’ tempo di Resistenza naturale

[24 Aprile 2014]

Lo confessiamo subito: non abbiamo visto l’ultimo film di Jonathan Nossiter, Resistenza naturale, presentato al Festival di Berlino 2014 nella sezione Panorama, ma siamo rimasti molto colpiti sia dal progetto, sia dal trailer. Per questo segnaliamo che Lucky Red lo porta nelle sale italiane dal 29 maggio.

Il film racconta la nuova resistenza italiana, quella dei piccoli produttori agricoli che con gioia e disincanto si ribellano quotidianamente alle norme, talvolta paradossali, che regolano la produzione agro alimentare europea.

E proprio in periodo di elezioni per il rinnovo del Parlamento di Bruxelles – di cui parliamo in due pezzi anche sul giornale di oggi www.greenreport.it – il film di Nossiter vuole portare l’attenzione su temi tanto attuali quanto delicati come quelli della salvaguardia ambientale, della biodiversità, della tutela della tipicità dei prodotti ma soprattutto della salubrità di questi ultimi.

Nel farlo dà voce a quattro vignaioli di quattro zone diverse d’Italia e a “un intruso” d’eccezione, Gianluca Farinelli, Direttore della Cineteca Nazionale di Bologna, che ci raccontano, i primi la loro battaglia per un’agricoltura etica e sostenibile, il secondo il lavoro appassionato della Cineteca per riportare nel presente la cultura del passato.

Da segnalare, che tra i quattro viticoltori Italiani cc’è, come segnala Gambero Rosso c’è Giovanna Tiezzi, figlia dello storico ambientalista Enzo Tiezzi e Stefano Borsa che raccontano il loro ex convento riconvertito in azienda agricola in Toscana, narrando del legame vitale con la cultura etrusca. Gli altri sono Corrado Dottori e Valeria Bochi, rifugiati dall’industrializzata Milano nella fattoria di famiglia nel magico territorio marchigiano, dove lottano per un’idea di giustizia sociale gioiosa. Elena Pantaleoni, ex libraia nei Colli Piacentini guida l’azienda vinicola del padre, portandola verso un futuro utopico, ma anche realizzabile. Infine Stefano Bellotti, il Pasolini degli agricoltori, un poeta contadino nella sua fattoria ecologicamente radicale nel Piemonte.

Come dice Jonathan Nossiter «Non può esistere sostenibilità ambientale se non esiste sostenibilità culturale».

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