Dal 25 al 27 settembre l’iniziativa coordinata da Legambiente

Torna Puliamo il mondo, per «riprendersi il proprio territorio non rassegnandosi al degrado»

Realacci, per sostenibilità «fondamentale anche il ruolo dell’informazione, che in Italia è indietro»

[21 Settembre 2015]

È stata presentata ufficialmente oggi a Roma l’edizione 2015 di Puliamo il mondo, l’interpretazione italiana di Clean up the world, il più grande appuntamento internazionale di volontariato ambientale, che all’interno dei nostri confini è organizzato da Legambiente dall’ormai lontano 1993. «Puliamo il Mondo è un modo per riprendersi il proprio territorio non rassegnandosi al degrado, all’incuria e, a volte, anche alle carenze delle amministrazioni comunali – ha dichiarato Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente – È un atto di protagonismo da parte dei cittadini, che da anni partecipano numerosi in ogni parte d’Italia, dimostrando come, nonostante la crisi e le difficoltà che porta con sé, l’attivismo civico e il volontariato ambientale resistono bene. Anzi crescono. Così com’è aumentata l’attenzione ai temi ambientali e la consapevolezza di quanto incidano gli stili di vita sul fronte della sostenibilità e della tutela del nostro pianeta, anche dai cambiamenti climatici».

Anche lo scorso anno le operazioni di pulizia in tutto il paese hanno coinvolto circa 600 mila volontari in 1.700 comuni, per un totale di 4.000 aree ripulite dai rifiuti abbandonati, e Puliamo il Mondo 2015 – che ha il patrocinio del ministero dell’Ambiente e quello dell’Istruzione, insieme a quelli di Upi e Anci – mira a replicare il successo dal 25 al 27 settembre.

Per renderci conto della vastità, anche solo in termini quantitativi, di quello di cui parliamo quando diciamo “rifiuti”, Legambiente cita gli ultimi dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sulla produzione nazionale di rifiuti solidi urbani: 29,6 milioni di tonnellate prodotte nel 2013. Un numero in costante diminuzione rispetto ai risultati degli anni precedenti (32,1 milioni di tonnellate nel 2009; 32,5 nel 2010; 31,4 nel 2011 e 30 nel 2012) ma ancora molto alto, e che fotografa soltanto ciò che è stato correttamente gettato nella spazzatura, indifferenziata o differenziata, senza tenere conto di tutto quello che, a monte del lavoro delle municipalizzate e dei consorzi, viene disperso nell’ambiente. Una quota che, aggiungiamo, non ricomprende neanche i rifiuti speciali, che nella pressoché generalizzata non curanza dell’opinione pubblica e non solo continuano ad essere circa 4 volte i rifiuti urbani.

«Paesaggio, ambiente e territori, insieme ai beni culturali, sono parte degli elementi fondamentali che rendono l’Italia unica nel mondo. Perciò è importante – sottolinea Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente – che Puliamo il Mondo accenda i riflettori sulla questione della gestione sostenibile dei rifiuti e sul contributo che i cittadini possono dare in questa direzione. Sul fronte della corretta gestione dei rifiuti l’Italia può vantare casi eccellenti, come quello di Milano che con Vienna è al vertice delle grandi città europee per la differenziata, ma c’è ancora molta strada da fare. L’iniziativa di Legambiente è particolarmente importante quest’anno sia considerando la recente enciclica ‘Laudato Si’ di Papa Francesco che chiama ad un’azione comune per la tutela del creato cittadini, istituzioni, politica, associazioni, sia in vista della Conferenza Onu sul Clima di Parigi. Su questo è fondamentale anche il ruolo dell’informazione, che in Italia è molto più indietro rispetto ad altri Paesi europei, mi auguro quindi che la Rai in discontinuità con il passato segua con attenzione il tema».