Legge contro lo spreco alimentare, sì della Camera. Martina: «Possiamo essere la generazione fame zero»

Galletti: «Rispondere a contraddizione morale, economica e ambientale insopportabile»

[18 Marzo 2016]

La Camera ha votato il disegno di legge  contro lo spreco alimentare – la cosiddetta legge Gadda, “Norme per la limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale” –  che ora passa all’esame del Senato, e il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti è molto soddisfatto: «Voglio dire grazie ai deputati che oggi hanno dato il via libera al disegno di legge per il contrasto agli sprechi alimentari: questo è il segnale che l’Italia è  pronta, dopo un lungo lavoro e sulla spinta culturale di Expo, a rispondere con i fatti una delle contraddizioni morali, economiche ed ambientali più insopportabili. Questo testo dota il nostro Paese di importanti novità legislative per limitare gli sprechi in ogni fase della produzione e per semplificare la donazione dell’invenduto, che per colpa di regole farraginose e incomprensibili oggi finisce nella spazzatura invece che a disposizione degli enti che lavorano a fianco dei bisognosi.  Si investe inoltre nella diffusione di buone pratiche come ad esempio la “family bag” e soprattutto nella vera chiave per un futuro senza sprechi: la cultura e l’educazione al rispetto per il cibo, che è bene ambientale e risorsa di vita. Ora mi auguro che il Senato possa spingere in breve tempo l’Italia verso questo traguardo di civiltà».

In un mondo affamato che però produce più alimenti di quanti ne avrebbe bisogno, viene sprecato un terzo del cibo.  Secondo la Fao,  nel mondo si gettano via 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, per un valore complessivo di 750 miliardi.

libro “Eating Planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro” del Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN) rivela che in Italia si spreca il 35% dei prodotti freschi (latticini, carne, pesce), il 19% del pane e 16% di frutta e verdura prodotti. Uno spreco di cibo che comporta «una perdita di 1.226 milioni di m3 l’anno di acqua, pari al 2,5% dell’intera portata annua del fiume Po e produce l’immissione nell’ambiente di 24,5 milioni di tonnellate CO2 l’anno, di cui 14,3 milioni per gli sprechi domestici. L’assorbimento della sola CO2 prodotta dallo spreco domestico in Italia richiede una superficie boschiva maggiore di quella presente in Lombardia. Inoltre, il cibo sprecato, mentre si decompone in discarica, rilascia gas metano, 20 volte più potente dell’anidride carbonica».

Lo spreco di cibo  durante la distribuzione, la vendita e il consumo, ma avviene anche nella fase di produzione agricola, dopo la raccolta e con la trasformazione degli alimenti. «Sprechi e perdite sono profondamente influenzati dalle condizioni locali specifiche dei diversi Paesi – si legge in Eating Planet –  Lo spreco di cibo da parte dei consumatori è in media tra i 95 e i 115 kg pro capite all’anno in Europa e nel Nord America mentre i consumatori di Africa sub-sahariana, sud e sud-est asiatico, ne buttano via circa 6-11 kg all’anno. Nei Paesi in via di sviluppo il 40% delle perdite avviene dopo la raccolta o durante la lavorazione, mentre nei Paesi industrializzati più del 40% delle perdite si verifica nelle fasi di vendita al dettaglio e consumo finale. Complessivamente, tuttavia, i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo tendono a dissipare all’incirca la stessa quantità di cibo, rispettivamente 670 e 630 milioni di tonnellate».

Anche per il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina  il voto ala Camera «Conferma l’Italia in prima linea nella lotta contro lo spreco alimentare. Ora bisogna arrivare presto all’approvazione definitiva. È un intervento necessario per contrastare un fenomeno che solo in Italia vale 12 miliardi di euro l’anno. Un Paese a spreco zero è un Paese con cittadini-consumatori consapevoli, un Paese che fa diventare le buone pratiche abitudini quotidiane e non eccezioni. Abbiamo fatto molto finora. Con la legge di stabilità abbiamo reso per le aziende più conveniente donare che sprecare, ogni anno recuperiamo 550mila tonnellate di cibo in eccedenza e le distribuiamo a chi è in difficoltà. Ma puntiamo a fare di più e meglio. Il nostro obiettivo infatti è portare queste tonnellate a 1 milione entro il 2016 e stiamo rafforzando l’impegno del tavolo indigenti che ci vede in prima linea insieme agli enti caritativi, al mondo dell’industria, alla grande distribuzione e alle organizzazioni agricole. Anche questa è una delle eredità di Expo Milano 2015 e della Carta di Milano. Possiamo essere la generazione fame zero. E’ arrivato il momento. Facciamo la nostra parte. Tutti».

Dichiara Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, ha detto che «L’approvazione della legge Gadda alla Camera rappresenta un primo importante passo per semplificare il processo di donazione delle rimanenze alimentari. Federdistribuzione ha fin da subito appoggiato l’impianto normativo promosso dalla legge in quanto questa rappresenta un buon punto di partenza per stimolare l’aumento delle donazioni. La nuova normativa favorirà e semplificherà quanto le nostre aziende già stanno facendo: uno studio del Politecnico di Milano  infatti, evidenzia come le imprese della distribuzione ogni anno donino prodotti alimentari ancora perfettamente commestibili per 65.000 tonnellate, pari a oltre 80 milioni di pasti. Ci auguriamo che l’iter normativo sia breve e che il Senato approvi il testo proposto senza ulteriori modifiche.

La Fondazione BCFN sottolinea che quanto votato alla Camera è in linea con gli impegni sottoscritti nel Protocollo di Milano e con la battaglia che ha portato  avanti per ridurre lo spreco di cibo del 50% entro il 2020: «Un atto importante quello del Parlamento, perché spreco alimentare e accesso al cibo restano tematiche di stretta attualità, visto che nel mondo ci sono 795 milioni di persone che soffrono la fame mentre 2,1 miliardi di persone sono sovrappeso o obese».

Guido Barilla, Presidente della Fondazione BCFN, evidenzia che «Se gli sprechi alimentari fossero rappresentati da un Paese, questo sarebbe il terzo principale produttore di anidride carbonica, dopo Stati Uniti e Cina. Senza contare che nel mondo, per ogni persona denutrita 2 sono in sovrappeso. Una situazione ormai insostenibile… e dopo l’esempio della Francia, anche l’Italia, da oggi, ha una legge per combattere lo spreco di cibo, favorire l’uso consapevole delle risorse e il recupero di prodotti ancora utilizzabili. Oggi è un bel giorno per la battaglia allo spreco di cibo. La Fondazione BCFN da anni si batte per la diffusione di una corretta cultura dell’alimentazione e della nutrizione, per raggiungere un sistema sostenibile per la salute dell’uomo e del pianeta. Non possiamo che guardare con soddisfazione al ddl appena votato dalla Camera: è un primo passo importante per rispondere ad uno dei 3 grandi paradossi del nostro sistema alimentare messi in evidenza dal BCFN».