Obama: «Le utilities fossili stanno cercando di combattere le energie rinnovabili»

In Nevada il fotovoltaico ha troppo successo e NV Energy chiede di tassarlo

[26 Agosto 2015]

Negli Usa il Nevada è al centro di quello che sta accadendo per l’energia solare: il presidente Barack Obama il 24 agosto ha annunciato a Las Vegas una serie di nuovi incentivi e meccanismi di finanziamento per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica al National Clean Energy Summit  8.0, organizzato dal senatore democratico Harry Reid, uno dei “campioni” del fotovoltaico.  Ma il discorso di Obama sembrava rivolto  soprattutto alla compagnia elettrica locale. Infatti, oggi la public utility commission (PUC) del Nevada  deciderà se è d’accordo con una proposta del programma di utilità locale di implementare gli enormi aumenti dei clienti solari, mentre gli insider dell’industria fossile dicono che devasteranno completamente il mercato casalingo dell’energia nello Stato.

Obama si è schierato decisamente: «Vediamo le linee di tendenza. Vediamo dove ci sta portando la tecnologia. Vediamo dove vogliono andare i consumatori. Questo, siamo onesti, ha reso piuttosto nervosi alcuni di quelli che hanno interessi nei combustibili fossili, al punto che stanno cercando di combattere le energie rinnovabili.

Il Nevada è un esempio pericoloso – e di successo – per le Big Oil e i King Coal: è primo negli Usa per posti di lavoro pro-capite nel solare; nel 2014 gli investimenti nel fotovoltaico sono quadruplicati raggiungendo più di mezzo miliardo di dollari; ci sono più di 100 solar companies, compresi  6 produttori. E l’unico motivo per il quale le tariffe elettriche dei clienti solari sono ancora in discussione è che l’obiettivo dell’installazione di pannelli solari è stato raggiunto la scorsa settimana, 6  mesi prima di quanto prevedeva l’’utility.

In base ad un accordo approvato all’inizio di quest’anno, il programma di scambio sul posto dell’utility pubblica NV Energy, in base al quale i clienti solari vengono pagati a prezzi di mercato di mercato per l’elettricità che re-immettono in rete, dovrebbe essere riesaminato entro la fine dell’anno, qualche tempo prima che venga raggiunto l’obiettivo di 235 megawatt. Quindi, attualmente le istallazioni di pannelli solari sono in una specie di limbo e la PUC del Nevada potrebbe accettare la proposta di NV Energy che vuole aggiungere tasse ed  oneri alle bollette dei clienti solari.

Il portavoce di SolarCity, Chandler Sherman, ha detto a ThinkProgress che  «Questa proposta è di un migliaio di pagine. E’ incredibilmente complicata. La proposta comprende novi oneri, tasse e le spese, che sono spesso difficili da capire per i clienti domestici. Hanno davvero solo scopo di rendere più difficile per le persone di andare verso il solare».

Tra le proposte c’è un’addizionale di quasi 14 dollari chilowattora (kWh) per la demand charge. Ciò significa che la domanda di picco di un cliente in un mese verrebbe moltiplicata per 14 dollari  e aggiunta alla bolletta elettrica, che attualmente calcola solo l’utilizzo di energia da parte di un cliente. Il supplemento si applicherebbe solo ai clienti solari. Questi tipi di ricarico sono difficili da stimare e rarissimi per la clientela residenziale delle utilities Usa.

Will Craven, portavoce di Alliance for Solar Choice, un gruppo che sostiene l’industria solare,  fa un esempio  calzante su ThinkProgress: «Se il vostro figlio adolescente attacca la sua chitarra nel garage, siete fregati. Craver,  che è anche un portavoce di SolarCity, quese cose le sa bene, visto che ha partecipato alla lotta contro la proposta di Salt River Project  (Srp) di tassare i clienti solari in Arizone, una proposta approvata nel 2014 e che ha messo in ginocchio l’industria solare nell’area servita dal Srp. L’installazione di fotovoltaico è crollata del 96% e SolarCity è stata costretta a trasferire 85 suoi dipendenti fuori dell’Arizona, «Molte domestic companies dello Stato non erano in grado di sopravvivere – spiega  Craven. Nel territorio di Srp non è più possibile rivolgersi al solare». Se questo accadesse anche nell’area servita da NV Energy, sarebbe un durissimo colpo per l’industria solare del Nevada: l’utility  serve l’85% della popolazione del Nevada, 2,4 milioni di clienti.

Ma Obama, intervenendo  al National Clean Energy Summit  8.0, ha sostenuto decisamente il fotovoltaico: «E’ una rivoluzione energetica americana» ed  ha colto l’occasione per annunciare una nuova opzione di finanziamento per il solare residenziale la  property assessed clean energy (PACE), che permetterà ai  proprietari di casa di prendere in prestito denaro per investimenti nelle energie rinnovabili e pagare il prestito come fosse una tassa di proprietà. Samanth Page sottolinea su ThinkProgress che «L’industria del solare ha lavorato a PACE per anni, quindi questa per loro è una buona notizia. Inoltre, Obama ha annunciato un altro miliardo di dollari in  garanzie di prestito e una partnership pubblico-privata che installerà l’energia solare in oltre 40 basi militari in tutto il Paese».

Sara Birmingham della Solar Energy Industry Association (SEIA) ha applaudito gli annunci di Obama ma ha ammonito che le politiche federali non andranno molto lontano se non verranno lontano senza un loro rafforzamento sul territorio: «Ogni volta che c’è un finanziamento supplementare aperto a persone che vogliono andare verso solare è una grande cosa. Ma se non abbiamo delle politiche di base, come net metering, per fare il backup, può essere difficile da tradurre in  impianti».

Obama sembra rendersi conto che la vera battagli sul solare si combatte sy ul territorio, anche perché il cambio di politica di  NV Energia è stato quello che gli americani chiamano  “il gorilla nella stanza” al summit sulla Clean Energy di Las Vegas e il presidente si è rivolto senza nominarle alle utilities elettriche quando ha detto: «Stanno cercando di minare la concorrenza nel mercato. Stanno cercando di combattere le energie rinnovabili». Senza citare  NV Energy, Obama ha invece fatto gli esempi virtuosi di altre utility  che, in tutti gli Usa, hanno messo in atto politiche pro-solari e stanno lavorando per capire come realizzare la transizione dell’industria energetica da semplice fornitore ad un sistema integrato di distribuzione. Ma ha avvertito le utilities che, come  NV Energy, remano contro le politiche federali che «L’America è sempre dalla parte del futuro».