Lo afferma la Corte di Cassazione penale

Animali poco curati e scarse condizioni igenico-sanitarie? Può essere reato di abbandono

[13 Ottobre 2016]

Può essere condannato per abbandono di animali anche chi tiene dei comportamenti che “incidono sulla sensibilità psico-fisica degli stessi, procurando loro dolore e afflizione”. Come la poca cura e le condizioni igienico-sanitarie non adeguate.

Lo afferma la Corte di Cassazione penale che conferma la decisione del Tribunale di Vicenza. Il Tribunale ha dichiarato un cittadino colpevole del reato di “Abbandono di animali” (articolo 727), per aver detenuto un cane pastore tedesco in condizioni incompatibili con la sua natura e di grave sofferenza. Omettendo di prestare all’animale le cure di cui necessitava il Tribunale ha condannato il cittadino alla pena di 2 mila euro di multa.

Il reato di “Abbandono di animali” prende in considerazione il concetto ampio di maltrattamento. Non punisce solo gli atti di sevizie, torture, crudeltà, caratterizzati da dolo, ma anche quei comportamenti colposi di abbandono e incuria che offendono la sensibilità psico-fisica degli animali. Dunque, il reato di abbandono è senz’altro integrato dalla detenzione degli animali con modalità tali da arrecare gravi sofferenze, incompatibili con la loro natura, avuto riguardo, per le specie più note al patrimonio di comune esperienza e conoscenza e, per le altre, alle acquisizioni delle scienze naturali.

E senz’altro le condizioni igienico-sanitarie non adeguate nelle quali viene tenuto un animale causano un “precario” stato di salute, sicuramente produttivo “di sofferenza fisica” per lo stesso.