A che punto è la gestione dei rifiuti urbani nell’Ato Toscana Sud

Nella prima metà dell’anno gli indifferenziati sono calati del 10,3% e la differenziata è salita dell’8,7%, ma è necessario fare ancora di più (e non solo in fase di raccolta)

[5 Agosto 2019]

Elaborando i dati forniti dal gestore unico per i servizi d’igiene urbana attivo sul territorio – ovvero Sei Toscana – l’Ato Toscana sud ha osservato le tendenze in atto per quanto riguarda il mondo dei rifiuti urbani nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto. In primis diminuisce la quantità di rifiuti urbani (soprattutto indifferenziati) raccolti nel primo semestre dell’anno, e al contempo sale la raccolta differenziata nell’area grazie anche alle nuove modalità di raccolta.

Nel dettaglio, i rifiuti urbani raccolti nei primi sei mesi del 2019 ammontano a 265 mila tonnellate (-2,3% rispetto al 2018), con gli indifferenziati che calano a 142mila tonnellate (-10,3%) e la raccolta differenziata che cresce a 123mila tonnellate (+8,7%) e si ferma così al 46,4% «con una forte accelerazione rispetto alla media degli ultimi 5 anni (appena superiore all’1% annuo), pur restando su livelli ancora lontani dall’obiettivo del 70% fissato dalla Regione Toscana. Si evidenziano quindi – commentano dall’Ato – i primi concreti risultanti dei diffusi interventi di riorganizzazione dei servizi attivati da molte amministrazioni comunali e da Sei Toscana, con l’introduzione della raccolta porta a porta o dei contenitori ad accesso controllato (“Cassonetti intelligenti”), in esecuzione della pianificazione approvata dall’Autorità d’ambito».

La quantità di raccolta differenziata rimane comunque eterogenea all’interno dell’Ato, che presenta un territorio pressoché pari alla metà di quello dell’intera Toscana, con una densità abitativa mediamente bassa e peculiarità che spaziano dalle coste affacciate sul Tirreno ai piccoli borghi di montagna, con tutte le sfide che ne conseguono nel cucire addosso ad ogni territorio la modalità di raccolta rifiuti più efficiente. «Incrementi superiori al 10% della percentuale di raccolta differenziata – snocciolano dall’Ato – si sono rilevate nel Chianti (+15%, per arrivare al 56%), nella Valdichiana senese (+11% fino al 65%) e nella Val di Merse (+11% per raggiungere il 58%). Percentuali di RD intorno al 60% si registrano anche nell’Aor Grosseto Nord (60%) nelle Crete senesi (59%) e nella Val di Chiana aretina (57%). Poco dinamiche invece (con incrementi della % RD inferiori all’1%) sono risultate le Aor del Casentino e dell’Amiata grossetana (ancora inferiori al 28%), ma anche, seppure su livelli più elevati di % RD, l’Amiata/Val d’Orcia (al 39%) e la Val d’Elsa (al 46%). In linea con la media d’ambito (intorno al 5%) è l’aumento della % RD nei Comuni capoluogo di Arezzo (salita al 45%) e Grosseto (al 42%), mentre Siena è salita di un punto al 41%».

Per ottemperare agli obblighi definiti dal Piano rifiuti e bonifiche (Prb) attualmente vigente in Toscana, oltre al già citato 70% di raccolta differenziata al 2020, occorre però guardare oltre: in primis all’obiettivo finale che sta dietro al dato della differenziata (ovvero un effettivo riciclo almeno al 60% dei rifiuti urbani), un incremento del recupero energetico (attualmente fissato al target 20%) e un decremento dei conferimenti in discarica (massimo 10%). Per fare questo occorre non solo un quantitativo di raccolta differenziata al 70%, ma anche una buona qualità del raccolto e un’adeguata dotazione di impianti industriali sul territorio in grado di gestire tutta la filiera del rifiuto, dall’avvio al riciclo alla discarica. Senza dimenticare che, affinché l’economia possa dirsi davvero circolare, i materiali avviati a riciclo dovranno tornare sul mercato come nuovi prodotti: un risultato cui anche i Comuni e gli altri rami della Pa possono contribuire in modo molto importante, adottando la politica di acquisti verdi (Gpp) individuata a norma di legge ma spesso disattesa, purtroppo.

L. A.