Acqua, ecco il Fondo di garanzia statale per gli investimenti sulle infrastrutture idriche

Utilitalia: «Auspicabile che il nascente fondo cresca e si sviluppi coerentemente con il rafforzamento del sistema industriale»

[28 Gennaio 2019]

Sta per essere approvato definitivamente il decreto che istituisce il Fondo di garanzia statale sugli investimenti per il potenziamento delle infrastrutture idriche – comprese fognature e reti di depurazione –, proposto dal ministero delle Infrastrutture di concerto con quelli dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, oltre che dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera),  cui spetta ora l’importante compito di definizione delle regole di accesso al fondo: incassato nei giorni scorsi l’intesa in Conferenza unificata (Stato-Regioni-Autonomie locali), il provvedimento «verrà ora formalizzato con un Dpcm», informano dal Governo.

Il Fondo di garanzia sarà finalizzato nel dare supporto ai nuovi investimenti da parte dei gestori del settore idrico; quelli associati a Utilitalia – che complessivamente forniscono servizi idrici a circa l’ 80% della popolazione – parlano di un’ottima notizia per il settore. Si tratta di uno strumento atteso da tempo (previsto già dal Collegato ambientale del 2015), che potrebbe intervenire positivamente in un contesto dove ancora oggi in media il 41% dell’acqua trasportata nella rete idrica nazionale viene persa durante il tragitto, e dove complessivamente gli investimenti stimati come necessari nel settore ammontano a circa 5 miliardi di euro l’anno.

«È la prova che, anche tra mille difficoltà e una ricorrente incertezza normativa, il settore industriale dell’acqua ha trovato negli ultimi anni un punto di equilibrio – argomentano da Utilitalia – È auspicabile che il nascente fondo cresca e si sviluppi coerentemente con il rafforzamento del sistema industriale, visto che molto rimane da fare, in termini di finanziamento, soprattutto al sud. È prevalentemente nel Mezzogiorno, infatti, che la gestione diretta da parte dei comuni e gestioni non conformi alla norma e non industriali, hanno condotto negli anni a pesanti sanzioni comunitarie per i ritardi nella depurazione.  Il fatto che la maggioranza delle infrazioni comunitarie derivi da gestioni dirette degli enti locali fa prevedere che per questi l’accesso ai finanziamenti e il dialogo con le banche resti difficile anche in presenza del Fondo di Garanzia, visto che l’Arera insieme ai Ministeri coinvolti nel processo, dovranno valutare il rischio delle singole proposte da ammettere al beneficio del credito.