«Un legame autentico che dimostra come dalle terre marginali, quelle segnate dall’emorragia dell’emigrazione, si possa ripartire stavolta per restare»

Agroecologia e turismo sostenibile, un ponte tra Salento e Albania

In una Notte verde di fine estate il sogno prende corpo: «Si è incontrata ancora una volta l’Italia che non si arrende al pessimismo e alla passività e che sta costruendo con tenacia il cambiamento dal basso»

[9 Settembre 2019]

Un’esperienza ricca quella della “Notte verde: agriculture, utopie e comunità” di Castiglione d’Otranto organizzata dalla Casa delle agriculture Tullia e Gino, che si è svolta con tre giorni di incontri, i “Preludi”, e la grande festa finale del sabato che ha invaso le strade del paese. Incontri dedicati all’agroecologia e al turismo eco sostenibile, visite sui luoghi della storia comune tra Salento e Albania e poi la partecipazione al grande mercato bio a cielo aperto di Castiglione: sono state queste le tappe della nostra delegazione albanese composta da agricoltori e imprenditori albanesi, tra cui Marijan Toma e Mimoza Pjetraj, dedita al recupero della coltivazione del baco da seta e della tessitura tradizionale e Rozeta Gradeci, rappresentante Cospe in Albania.

Qui siamo oggi impegnati nel progetto “Alleanza per lo sviluppo e la valorizzazione dell’agricoltura familiare nel Nord Albania”, – finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e realizzata dalle ong Cospe e Rtm, con il sostegno della Provincia di Bolzano e dell’associazione A.Ve.Pro.Bi, l’associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici – che ha come scopo proprio quello di aumentare la sovranità alimentare e sostenere uno sviluppo socio-economico locale di tipo sostenibile attraverso la promozione dell’agricoltura familiare e del turismo rurale e che è stato al centro di un incontro che si è svolto il 29 agosto sul palco dei “preludi” dal titolo “Conversione ecologica lungo la rotta adriatica”.

Ma il legame Albania – Salento viene da lontano e racconta di santi condivisi e di rifugiati illustri, e di un destino di vicinanza e affinità che si fa incontro e che si proietta dal passato al futuro senza soluzione di continuità. Di questo si è parlato il 31, proprio durante la “Notte verde”, nell’incontro: “Il turismo leggero, che protegge l’ambiente e favorisce l’incontro fra persone e culture: esperienze tra Albania e Salento” insieme alla Rete Itacà Salento e Associazione culturale “Ponti non muri” di Gagliano del Capo. E poi, in contemporanea, mostra delle sete di Mimoza, ospite d’onore dello spazio la Corte degli intrecci e le degustazioni di prodotti come, il vino e il formaggio con i mirtilli della Zadrima, la marmellata di fichi e la mela essiccata.

«È un legame autentico – dicono anche da Casa delle agriculture Tullia e Gino, associazione che organizza la Notte verde – capace di percorrere molte strade della storia e di diventare emblema di un nuovo riscatto della ruralità. Dimostra come dalle terre marginali, quelle segnate dall’emorragia dell’emigrazione, si possa ripartire stavolta per restare, generando nuova economia, radicale nelle scelte, negli approcci e nel rifiuto di compromessi».

E dall’affluenza della gente, dalle domande, dall’interesse per un viaggio a piedi per le strade e i sentieri albanesi, si capisce che da Castiglione l’Albania è davvero vicina e che al centro di tutto -memoria e sfide, passato e futuro- c’è il cibo: declinazione in chiave locale di una grande varietà di cultivar e sapori mediterranei.

«A Castiglione – ha detto Giorgio Menchini, presidente Cospe che ha accompagnato la delegazione – si è incontrata ancora una volta l’Italia che non si arrende al pessimismo e alla passività e che sta costruendo con tenacia il cambiamento dal basso e dalle periferie per una settimana densa di iniziative e di eventi sui temi della conversione ecologica, dell’economia solidale, dell’incontro e dell’accoglienza. Per noi e i nostri partner albanesi è stata una bellissima opportunità perché della Notte verde condividiamo lo spirito e la filosofia: mettere al centro l’agricoltura contadina e familiare, per restituire alla terra e a chi la lavora e la custodisce quella centralità culturale, economica, sociale che ha perduto nelle nostre società. Per tornare a presidiare i territori con pratiche agro-ecologiche in grado di contrastare i cambiamenti climatici, filo conduttore dell’edizione di quest’anno».

di Cospe per greenreport.it