Che fine ha fatto il Green new deal? La legge di Bilancio vista dal Wwf

«Le risorse realmente disponibili per il Green new deal al 2020 sono complessivamente 1.688 milioni di euro»

[11 Novembre 2019]

Il disegno di legge di Bilancio 2020-2022 ha iniziato il suo iter parlamentare (qui il testo approdato al Senato), e una volta varato le ambizioni del tanto annunciato Green new deal italiano potranno finalmente iniziare a essere misurate: nel frattempo sono già arrivate le osservazioni al ddl del Wwf, che si è concentrato su otto punti nel corso dell’audizione svoltasi alla commissione Bilancio del Senato. Osservazioni che spaziano dalla plastic tax al Green new deal, abbracciando la messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione urbana, la tutela del capitale naturale, i sussidi ambientalmente dannosi, l’efficientamento energetico degli edifici e l’imponibile sui veicoli aziendali inquinanti.

Per quanto riguarda uno dei provvedimenti più discussi della legge di Bilancio, ovvero la plastic tax sui manufatti in plastica monouso,  secondo il Wwf – in accordo con quanto già affermato nei giorni scorsi da altre associazioni ambientaliste, come Legambiente – occorre «distinguere gli oggetti riciclabili e non riciclabili con una tassazione differenziata che incentivi le produzioni virtuose. Analogo incentivo andrebbe previsto anche per tutti quegli oggetti realizzati con percentuali consistenti di materiale riciclato, mentre la norma presentata al Senato premia solo quelli realizzati in plastica riciclata al 100%».  Il Panda nazionale suggerisce inoltre di ampliare la plastic tax «anche a quegli oggetti che non sono necessariamente imballaggi ma che fanno parte della nostra vita quotidiana (cancelleria, penne, spazzolini da denti, rasoi, etc.) e che ad oggi non sono avviati al riciclo», in quanto proprio non essendo imballaggi esulano sin dalla fase di raccolta differenziata.

Uno dei punti più importanti affrontati dall’associazione ambientalista al Senato riguarda poi il Green new deal, che dovrebbe improntare la quarta rivoluzione industriale. In attesa che venga redatto uno dei 23 collegati alla legge di Bilancio che – come preannunciato dal NaDef approvato a ottobre dal Governo giallorosso – sarà dedicato nello specifico al tema, dall’esame della legge di Bilancio emerge che «le risorse realmente disponibili per il Green new deal al 2020 sono complessivamente 1.688 milioni di euro (685 milioni di cui all’art. 7; 500 milioni di cui all’art. 8, c. 1; 470 milioni di cui all’art. 11, c. 1; 33 milioni di cui all’art. 11, c. 12)».

Secondo gli stessi articoli di legge il grosso dei finanziamenti arriverà più lontano negli anni: «Il complesso delle risorse assegnate ai nuovi fondi o al rifinanziamento di vecchi o a contribuiti per il Green new deal, ad un orizzonte massimo del 2034 è di 29.404 milioni di euro». Dal Wwf lo definiscono «un impegno estremamente rilevante, che andrà confermato nei prossimi anni che però risulta essere sensibilmente diverso da quanto annunciato nel NaDef con riguardo all’istituzione di due fondi di investimento quindicennali da 50 miliardi di euro, assegnati rispettivamente allo Stato (confermato) e agli Enti locali (da confermare)». Una differenza non da poco, dato che al momento si misura in oltre 30 miliardi euro in meno rispetto a quanto inizialmente annunciato, che pone l’Italia in una condizione di minoranza rispetto a quanto messo in campo ad esempio dalla Germania (che prevede una carbon tax e investimenti da 54 miliardi di euro entro il 2030 contro i cambiamenti climatici).

Rispetto alla manutenzione del territorio e al rischio idrogeologico, il Wwf segnala invece che per il 2020 «saranno disponibili solamente 85 milioni di euro (mentre negli anni successivi, fino al 2034, sono previsti investimenti per oltre 12 miliardi di euro) che risultano oggi assolutamente insufficienti in un Paese, come l’Italia, dove nel 2013 il ministero dell’Ambiente aveva calcolato che fossero necessari 40 miliardi di euro in 15 anni per mettere in sicurezza il nostro territorio».

Da sottolineare infine come sia «praticamente assente la valorizzazione e tutela del nostro capitale naturale», con il Wwf a denunciare che «per la difesa dei beni naturali (difesa mare, aree protette, commercio di specie a rischio, controlli ambientali) nel disegno di legge di Bilancio per il 2020 siano stati al momento stanziati soltanto 232 milioni di euro, equivalenti allo 0,8% dell’ammontare complessivo della manovra». Se dunque qualcosa di positivo per la sostenibilità è arrivato in legge di Bilancio, rimane ancora molto da migliorare.