Da Unieco Ambiente nuovi capitali per migliorare la gestione dei rifiuti in Toscana

Entro marzo Sta Spa sarà ricapitalizzata per oltre 11 milioni di euro, e la holding presenterà il piano industriale 2019-2021

[25 Febbraio 2019]

Nata e cresciuta nell’ambito del movimento cooperativo emiliano e con una pluridecennale esperienza nel settore rifiuti, oggi Unieco Ambiente è una holding (Uha) privata che ha sviluppato una filiera della sostenibilità molto radicata in Toscana, grazie a una serie di partecipazioni in aziende attive lungo tutta la gerarchia per la gestione integrata dei rifiuti: dai servizi di igiene urbana allo smaltimento finale, dalla gestione dei rifiuti speciali alle bonifiche. Una filiera che va oggi rafforzandosi grazie a nuove capitalizzazioni.

Nei giorni scorsi è stata infatti data concreta esecuzione «ad una significativa ricapitalizzazione di 12,6 milioni di euro per la holding che controlla tutte le partecipazioni in Toscana», dopo che la riorganizzazione avvenuta al termine del 2018 ha posto sotto il diretto controllo della holding ambientale di Reggio Emilia le varie partecipazioni che spaziano tra Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Marche, Puglia. Non solo: «Entro il mese di marzo – informano oggi dalla holding – sarà realizzato un’ulteriore patrimonializzazione di Società Toscana Ambiente (STA  SpA)  per  oltre 11 milioni di euro», con l’obiettivo di consolidare la presenza sul territorio toscano attraverso un rafforzamento patrimoniale delle partecipate e delle attività in settori strategici delle gestione dei rifiuti industriali e urbani.

«Entrambe le scelte di unificazione e ricapitalizzazione consentiranno di realizzare – spiega l’ad di Unieco Ambiente, Stefano Carnevali (nella foto, ndr) – sia una piena integrazione industriale, sia un riassetto  organizzativo dentro alla holding. Il rafforzamento patrimoniale diventa invece l’inevitabile presupposto per riprendere uno storico  protagonismo,  che negli ultimi 24 mesi  è stato rallentato dalla necessità di gestire una difficile situazione ereditata dal fallimento della cooperativa Castelnuovese».

Questo consolidamento integrale consentirà alle partecipazioni toscane di inserirsi, a pieno titolo e senza più vincoli nel sistema industriale di Unieco Ambiente, che oggi ha un fatturato annuo consolidato intorno ai 120 milioni di euro; il piano industriale 2019-2021, in corso di completamento, sarà illustrato agli stakeholders in occasione della presentazione del bilancio consuntivo 2018, anche in questo caso entro il mese di marzo.

Le sfide sul tavolo sono già oggi sono consistenti: vanno «dal futuro industriale a Scarlino Energia e ai suoi lavoratori, dopo la sentenza del 18 gennaio del Consiglio di Stato, allo sviluppo del progetto di Rimateria per il quale Uha, per il tramite di Unirecuperi, non lascerà nulla di intentato per salvaguardare un coraggioso progetto industriale che vuole farsi carico di un lavoro di bonifica e ricostruzione industriale, di cui anche la recente visita della Commissione regionale di inchiesta ha riconosciuto i diversi passi avanti compiuti rispetto al 2016».

Nonostante le difficoltà tecniche e giurisdizionali che attanagliano il settore, il gruppo emiliano sta lavorando sul territorio per costruire nuove alleanze con altri partner pubblici e privati del settore, per garantire ai progetti e alle istituzioni maggiore affidabilità, anche attraverso la realizzazione di nuovi investimenti nel settore degli impianti e delle infrastrutture, «senza i quali il sistema toscano della gestione dei rifiuti rischia una crisi senza ritorno». Secondo i più aggiornati dati Ispra disponibili i cittadini e le imprese toscane producono ogni anno 12,7 milioni di tonnellate di rifiuti, con una rete impiantistica ad oggi insufficiente per garantire autosufficienza nella loro gestione a livello regionale, sia sul fronte dei rifiuti urbani sia su quello dei rifiuti speciali.

Non a caso «l’obiettivo primario per il 2019» di Unieco Ambiente sarà quello di migliorare ancora ed allargare la capacità di trattamento, selezione, recupero/riciclaggio e smaltimento finale, di rifiuti speciali e urbani: la holding prevede dunque di investire nel comparto del recupero di materia, cercando anche nuove partnership.

«La rete di impianti realizzata in tutti questi anni rappresenta – conclude Carnevali – una garanzia di reale capacità industriale ed un valore aggiunto, non solo per il nostro gruppo, ma per le istituzioni e il sistema delle imprese, che hanno trovato in noi sempre un interlocutore affidabile, solido, trasparente e che ha operato nel rispetto delle legalità. Le scelte che stiamo compiendo confermeranno questo ruolo anche in futuro».