Dall’Istituto superiore di sanità ecco l’identikit delle morti da nuovo coronavirus in Italia

L’età media dei pazienti deceduti e positivi a Covid-2019 è 81 anni, in oltre due terzi dei casi hanno tre o più patologie preesistenti. Brusaferro: «Si tratta di persone molto fragili, che dobbiamo proteggere il più possibile»

[6 Marzo 2020]

Mentre scriviamo, nel mondo sono 97.993 i contagi confermati legati al nuovo coronavirus e 3.381 i deceduti positivi a Covid-2019, sparsi in 87 Paesi nel mondo: tra questi anche l’Italia, che sta affrontando un’epidemia che conta 3.858 contagi e 148 vittime. Chi sono? A tracciare il profilo dei pazienti deceduti e positivi a Covid-19 nel nostro Paese è l’Istituto superiore di sanità (Iss), ovvero l’organo tecnico scientifico del Sistema sanitario nazionale.

Da un’analisi sui dati di 105 pazienti italiani deceduti al 4 marzo emerge che si tratta di soggetti con un’età media di 81 – ovvero circa 20 anni superiore rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione –, erano in larga maggioranza uomini, e persone che in più di due terzi dei casi avevano tre o più patologie preesistenti.

«Anche se preliminari, questi dati confermano le osservazioni fatte fino a questo momento nel resto del mondo sulle caratteristiche principali dei pazienti – commenta il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro –, in particolare sul fatto che gli anziani e le persone con patologie preesistenti sono più a rischio. Si tratta di persone molto fragili, che spesso vivono a stretto contatto e che dobbiamo proteggere il più possibile».

Più nel dettaglio, il report realizzato dall’Iss 73 pazienti deceduti in Lombardia, 21 in Emilia Romagna, 7 in Veneto e 3 nelle Marche, ed è basato sui dati ottenuti tramite la compilazione di un questionario sviluppato ad hoc ai fini della rilevazione dei casi di morte. Come già accennato l’età media dei pazienti presi in esame è 81 anni, circa 20 anni superiore a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione, e le donne sono 28 (26.7%). La maggior parte dei decessi 42.2% si è avuta nella fascia di età tra 80 e 89 anni, mentre 32.4% erano tra 70 e 79, 8.4% tra 60 e 69, 2.8% tra 50 e 59 e 14.1% sopra i 90 anni. Le donne decedute dopo aver contratto infezione da Covid-2019 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediana donne 83.4 – età mediana uomini 79.9).

In più di due terzi dei casi hanno tre o più patologie preesistenti, i casi presi in esame presentavano tre o più patologie preesistenti al contagio. Complessivamente – documentano dall’Iss – il 15.5% del campione presentava 0 o 1 patologie, il 18.3% presentava 2 patologie e 67.2% presentava 3 o più patologie. La comorbidità più rappresentata è l’ipertensione (presente nel 74,6% del campione), seguita dalla cardiopatia ischemica (70,4%) e dal diabete mellito (33,8%). Il tempo mediano dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale è stato di 5 giorni e la mediana del tempo intercorso tra il ricovero e il decesso è stato di 4 giorni.

Per avere una pietra di paragone tra la patologia simil-influenzale scatenata dal nuovo coronavirus e gli effetti dell’influenza stagionale, è utile richiamare le ultime osservazioni nel merito – con un focus a livello globale – diffuse dall’Organizzazione mondiale della sanità: da una parte il Covid-19 non si trasmette in modo tanto efficiente quanto l’influenza stagionale, ma al contempo provoca disagi più gravi. Se infatti le persone contagiate ma non ancora malate sono i principali motori della trasmissione per l’influenza stagionale, l’esperienza maturata finora in Cina col nuovo coronavirus mostra che nel Paese solo l’1% dei casi segnalati non presenta sintomi e la maggior parte di questi casi sviluppa comunque sintomi entro 2 giorni. Dall’altra parte, mentre molte persone a livello globale hanno accumulato immunità ai ceppi di influenza stagionali, Covid-19 è un nuovo virus contro il quale nessuno ha sviluppato immunità, e per il quale non esiste ancora un vaccino; a livello globale circa il 3,4% dei casi riportati di Covid-19 è deceduto, mentre l’influenza stagionale generalmente uccide molto meno dell’1% delle persone infette.

Per quanto riguarda nello specifico l’Italia, invece, come già accennato finora sono 3.858 i contagi e 148 le vittime legate al nuovo coronavirus; l’influenza stagionale contagia invece oltre 760mila persone l’anno nel nostro Paese, facendo 2-300 vittime dirette e 7-8mila indirette. La differenza tra rischi effettivi e rischi percepiti dalla popolazione, in questi casi, può essere molto ampia come del resto insegnano ampiamente i rischi per la salute di natura ambientale: sempre in Italia, ad esempio, si contano ogni anno 76.200 morti premature l’anno dovute a soli tre (NO2, O3, PM2.5) inquinanti atmosferici – le cui cause principali vanno ricercate nel traffico veicolare e nella climatizzazione degli edifici –, eppure la percezione del fenomeno appare ancora ben lontana dall’emergenza sanitaria.