Ecco come il mondo elettrico italiano guarda ai nuovi obiettivi Ue sulle rinnovabili

Per raggiungere quota 32% entro il 2030 serve «un cambio di prospettiva strategico», anche se si tratta di un obiettivo «ampiamente alla portata del nostro sistema energetico»

[20 Giugno 2018]

A pochi giorni dall’accordo raggiunto tra Consiglio, Parlamento e Commissione europea, che ha fissato al 32% il target complessivo per le rinnovabili al 2030, la principale associazione del mondo elettrico italiano si è riunita a Roma per la propria assemblea pubblica annuale: all’evento di Elettricità hanno partecipato, tra gli altri, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il presidente di Eurelectric Francesco Starace (nonché ad e direttore generale Enel) e il presidente dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) Guido Bortoni.

«Nel futuro che stiamo costruendo, l’elettricità è il vettore fondamentale per la decarbonizzazione – ha dichiarato Simone Mori, presidente di Elettricità Futura – Gli obiettivi che l’Europa ci dà sono ambiziosi, ma ampiamente alla portata del nostro sistema energetico. Chiediamo a tal fine un nuovo disegno di mercato che fornisca da un lato segnali di prezzo stabili per investimenti e disinvestimenti e, dall’altro, che sia in grado di integrare e promuovere le fonti rinnovabili e convenzionali in un contesto coerente e competitivo, garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti».

«Il settore elettrico costituisce la chiave per lo sviluppo delle società europee – ha aggiunto Francesco Starace, intervenendo in qualità di presidente di Euroelectric – È necessario aprire le porte al futuro mediante l’accelerazione dell’elettrificazione dell’economia e il contemporaneo sviluppo di nuovi modelli di business “cross-sectoral”, trasformando il presente grazie ad una maggiore integrazione delle rinnovabili».

Un appello all’integrazione che è stato condiviso anche dal presidente Arera Guido Bortoni, per il quale «i nuovi obiettivi di sostenibilità decisi dall’Europa (32% di rinnovabili al 2030) richiedono un cambio di prospettiva strategico: i diversi settori energetici non vanno più pensati come entità separate ma serve un approccio collaborativo tra tutti i comparti. Una cooperazione “inedita” tra energia elettrica e gas che va allargata, sinergicamente, anche al settore dei trasporti da cui può arrivare un contributo alla sostenibilità complessiva».

Videogallery

  • La transizione energetica e le imprese italiane - Assemblea annuale pubblica di elettricità Futura

 

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