Ecobonus, il decreto Rilancio incentiva la geotermia. Geologi: «Primo significativo tassello»

All’appello continuano però a mancare provvedimenti essenziali per lo sviluppo del settore, come il dlsg legislativo “posa sonde” e soprattutto il decreto Fer 2

[29 Maggio 2020]

Il decreto Rilancio ha dato il via in Italia al nuovo superbonus per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici (ecobonus) e di miglioramento sismico (sisma bonus); come già anticipato su queste pagine, tra gli interventi che potranno accedere all’ecobonus potenziato al 110%, sostenuti a carico del contribuente dall’1 luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, c’è la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con quelli a pompa di calore, inclusi gli impianti ibridi e geotermici, anche abbinati sistemi fotovoltaici o di microgenerazione

«La geotermia è il futuro delle energie rinnovabili perché offre enormi potenzialità ancora non sfruttate – commenta con soddisfazione il presidente del Consiglio nazionale dei geologi (Cng), Francesco Peduto – Inoltre, nonostante siamo indietro nello sfruttamento dell’energia geotermica rispetto ad altri Paesi europei, già oggi il contributo al miglioramento dell’ambiente è significativo: basti pensare che grazie all’energia geotermica per la bassa entalpia, utilizzata nel nostro Paese, le emissioni di CO2 evitate ammontano a oltre 4 milioni tonnellate l’anno».

Il tutto con importanti benefici economici per la cittadinanza: «Nel Dl Rilancio l’ecobonus per efficientamento energetico ed il sisma bonus sono stati portati al 110% permettendo interventi a costo zero per i cittadini – sottolinea nel merito Francesco Violo, segretario Cng – Si tratta di interventi che potrebbero mettere in efficienza più di un milione di condomìni nei quali vivono oltre 20 milioni di cittadini che potrebbero avere grossi risparmi dimezzando il costo delle bollette elettriche».

Con l’inserimento della geotermia a bassa entalpia nel decreto Rilancio, per il Cng il Governo mostra «il primo vero segnale» di attenzione e valorizzazione della fonte geotermica. «Era un segnale che gli operatori della geotermia attendevano da anni per lo sfruttamento di una fonte rinnovabile utilizzabile nella gran parte del nostro Paese con un ottimo rapporto fra costi e ricavi, ma spesso penalizzata da pregiudizi e scarsa conoscenza, oltre che da un quadro normativo disomogeneo fra le varie regioni e, soprattutto, non ancora uniformato a livello nazionale – argomenta Tommaso Mascetti, coordinatore della Commissione geotermia del Cng – L’inclusione degli impianti geotermici all’interno del maxi bonus del 110% per la casa deve costituire il primo significativo tassello di un programma di valorizzazione da aggiungere ad una autentica disciplina legislativa del settore. L’auspicio da parte nostra è che, pur nella difficile contingenza del momento, il Governo possa accelerare l’iter di approvazione del decreto legislativo “posa sonde”, giunto nel maggio dello scorso anno ad una formulazione definitiva per uniformare in legge lo sfruttamento di una fonte rinnovabile di primario interesse per il nostro Paese».

Nel frattempo però anche un altro tassello fondamentale per il settore ancora non è tornato al suo posto. Come noto, infatti, il rinnovo degli incentivi dedicati alla produzione di elettricità da geotermia – pari allo 0,9% di tutti gli incentivi dedicati all’energia elettrica erogati dal Gse ogni anno – non è stato ricompreso all’interno del decreto Fer 1 sulle rinnovabili (pubblicato nella Gazzetta ufficiale 185, lo scorso 9 agosto). Il tutto è slittato all’interno del decreto Fer 2: secondo le indicazioni arrivate a suo tempo dalla sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico (Mise) Alessia Morani l’arrivo del Fer 2 era infatti atteso per febbraio, ma di fatto il provvedimento non ha ancora visto la luce.