Economia circolare, Regione e Comune siglano il “Patto del Tessile” con il distretto pratese

Favorire la formazione di filiere certe e stabili, dalla lavorazione fino alla destinazione degli scarti e al reimpiego

[17 Gennaio 2020]

Con il “Patto per il Tessile”’ che è stato siglato oggi tra Regione Toscana, Comune di Prato, Alia servizi ambientali e, per il Distretto, Confindustria Toscana Nord, Cna Toscana, Confartigianato Toscana e Astri (l’associazione del tessile riciclato), il Distretto del tessile pratesefa un passo avanti verso l’economia circolare. Il Distretto del tessile e dell’abbigliamento comprende i comuni della Provincia di Prato e Agliana, Quarrata e Montale in provincia di Pistoia, Campi Bisenzio e Calenzano in provincia di Firenze. Il distretto raccoglie oltre 6.500 unità locali, con più di 33.000 addetti complessivi, tra tessile ed abbigliamento, un fatturato stimato vicino ai 5 miliardi di euro, di cui circa la metà da esportazioni. Quello del tessile è già un distretto che recupera e ricicla molto, tanto che gli scarti non diversamente reimpiegabili si stimano attorno alle 50.000 tonnellate anno.

I firmatari evidenziano che «L’obiettivo del patto è favorire la formazione di filiere certe e stabili da sviluppare dalla lavorazione fino alla destinazione degli scarti e al reimpiego o, laddove questo non sia possibile, agli impianti di incenerimento o alle discariche».

Il “Patto per il Tessile” mette in campo politiche e azioni rivolte a favorire lo sviluppo dell’economia circolare del distretto del tessile e la creazione di condizioni che consentano una raccolta a rete dei rifiuti speciali, insieme all’individuazione di nuove opportunità alle quali potranno accedere gli operatori (come Eco Firenze la nuova piattaforma realizzata da Alia spa).

Tra gli impegni, «la Regione Toscana considererà le esigenze del distretto e più in generale dei distretti produttivi anche in previsione di realizzazione di nuovi impianti di economia circolare in Toscana. Inoltre, manterrà viva un’attività di confronto con la Commissione Europea per lo sviluppo di azioni di prevenzione, recupero, riciclo e riuso degli scarti del distretto. Allo scopo di promuovere processi di ricerca, si impegna anche a definire accordi di collaborazione scientifica con le università toscane».

Da parte sua, Alia Spa, presenterà la richiesta di modifica dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto al Ferrale, nel comune di Firenze, e richiederà l’autorizzazione al trattamento di rifiuti speciali caratteristici delle aziende del distretto tessile pratese.

Il Distretto del tessile solleciterà le imprese ad accrescere la qualità della selezione dei propri rifiuti per favorirne il trattamento, definirà progetti per le riduzione e il riciclo degli scarti delle produzioni, realizzerà approfondimenti sul riuso diretto nel ciclo industriale e individuerà possibili modalità di recupero energetico e di smaltimento.

Soddisfatta l’assessora allo sviluppo economico del Comune di Prato, Benedetta Squittieri, che ha evidenziato come «questo Patto affronti, per risolverlo, un problema presente in una visione che costruisce prospettive industriali per il futuro».

Andrea Cavicchi di Confindustria Prato ha plaudito all’intesa che «arriva al termine di un lungo percorso che ha preso una direzione positiva, volta a risolvere problemi grazie al lavoro congiunto».

Alia Spa, con il suo amministratore delegato Alessia Scappini, ha sottolineato «il bel risultato ottenuto che risolve il contingente ma offre agli scarti tessili una piattaforma e permette di trovare tutti i piccoli percorsi di filiera che permetteranno di riciclare al meglio».

Cna Toscana Centro, con Claudio Bettazzi, ha messo in luce come «il patto si inserisca alla perfezione nel percorso che vede il rifiuto come risorsa e quindi in un contesto che trasforma lo scarto in opportunità».

Moreno Vignolini (Confartigianato Toscana) ha messo l’accento sulla «passione per il lavoro e per il territorio che alla fine hanno rappresentato il valore aggiunto che ha permesso di avviare un percorso virtuoso».

Per il rappresentante di Arti «questo patto, frutto della buona volontà di tutti i firmatari, accompagnerà le azioni virtuose e il cammino di crescita industriale del distretto».

Il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha detto: «Il documento che firmiamo ribadisce la grande competitività internazionale, non solo europea, di questo distretto produttivo dentro una logica del futuro, quella del riuso, del riciclo, così da evitare quanto più possibile l’impatto delle produzioni, utilizzando materia seconda e certificando produzioni della Toscana. Dopo il patto firmato con il distretto del cuoio, quello odierno è un altro tassello che rende la nostra regione all’avanguardia. Lavorando alla costruzione del Patto, abbiamo avuto modo di conoscere a fondo le problematiche del distretto, di apprezzare le capacità e l’inventiva degli operatori, ma anche di scontrarci con i limiti e con le difficoltà di dare una risposta unitaria al problema dei rifiuti in una logica di economia circolare. Siamo riusciti nell’intento. Per noi il patto non è la conclusione bensì l’inizio di un rapporto che sarà continuativo con le categorie economiche per valorizzare sempre di più il distretto del tessile di Prato».

In questa logica di economia circolare, la Giunta regionale approverà anche le linee guida (redatte in collaborazione con Arpat, Arrr e associazioni di categoria) per «l’applicazione del regime di sottoprodotto nell’industria tessile, allo scopo di migliorare le performance del distretto pratese proprio a partire dalla sua sostenibilità ambientale e dalla individuazione di nuovi sottoprodotti sottratti al regime dei rifiuti».

Le linee guida puntano a fornire indirizzi operativi per l’applicazione del regime di sottoprodotto nell’industria tessile. In generale i più comuni sottoprodotti della lavorazione tessile sono i cascami di lana, di cotone, di fibre sintetiche, di tessitura o di finissaggio (le porzioni di tessuto poste ai lati della pezza che servono a tenere tesa la pezza durante le varie fasi di lavorazione); le fila e i ritagli.

La Regione ricorda che «L’articolo 184 bis del D.lgs. 152/2006 definisce con esattezza cosa distingue il sottoprodotto dal rifiuto: 1 – la sostanza o l’oggetto deve essere originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto;
2 – la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato da parte del produttore o di terzi, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione; 3 – la sostanza o l’oggetto potrà essere utilizzata direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale; 4 – l’ulteriore utilizzo della sostanza o dell’oggetto deve essere legale, ossia deve soddisfare, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non dovrà portare a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.

L’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni ha concluso: «E’ stato un lavoro lungo che ha visto operare fianco a fianco Regione e Comune e le rappresentanze di Confindustria, Confartigianato, Cna, Astri per consentire al distretto di superare, nella gestione degli scarti della lavorazione, la frammentazione data dalle piccole e micro imprese sperando di incidere positivamente anche sui costi. A questo punto diventa strategico lavorare per cercare, in primo luogo, di ridurre ulteriormente la quantità di rifiuti individuando nuovi sottoprodotti e nuovi prodotti realizzati dagli stessi rifiuti, nonché per assicurare una destinazione certa ai rifiuti per una maggiore tutela ambientale e per non appesantire gli oneri a carico delle imprese , molte delle quali di dimensione familiare».