End of waste, ancora non ci siamo: le imprese di settore chiedono un confronto col Governo

Nel decreto Sblocca cantieri è stato inserito un emendamento che inchioda il settore a una norma risalente al 1998. L’appello di Utilitalia, Assoambiente e Unicircular

[12 Giugno 2019]

Il Governo ha posto la fiducia sul decreto Sblocca cantieri, che sarà votato oggi dall’Aula della Camera, all’interno del quale la Lega ha introdotto un emendamento – limato anche dal M5S – per superare lo stallo sulla normativa End of waste che dal febbraio 2018 sta bloccano il comparto dell’economia circolare italiana. Presentato dalle forze di governo come un intervento finalmente risolutivo, in realtà il testo è stato duramente criticato dalle imprese di settore rappresentate da Utilitalia, Fise Assombiente e Fise Unicircular, che chiedono oggi di aprire un tavolo di confronto con l’esecutivo per arrivare a una fattiva risoluzione del problema.

I lavori del convegno “Zero rifiuti = cento impianti di trattamento”, organizzato ieri da Amiu a Genova si sono infatti conclusi con un appello congiunto da parte delle associazioni di categoria: «Preso atto che il provvedimento in discussione alle Camere non sarà modificato, l’auspicio è che il ministero dell’Ambiente promuova un tavolo di confronto che coinvolga gli operatori e consenta, attraverso un dialogo costruttivo, di definire nuove misure adeguate alle necessità del settore. Utilitalia, Fise Assoambiente e Fise Unicircular dichiarano fin da ora la loro disponibilità a partecipare a tale confronto».

Il principale problema messo in evidenza dalle associazioni di categoria nasce da un paradosso: l’emendamento sull’End of waste, rifacendosi a una norma risalente al 1998, non tiene conto dell’evoluzione tecnologica che il settore dei rifiuti e dell’economia circolare ha conosciuto. Il problema non da poco per l’economia circolare, che rappresenta uno dei comparti economici nazionali che più guarda al futuro, ma si trova inchiodato a norme di oltre venti anni fa.