Fer 2 e non solo, ecco com’è andato l’incontro tra Mise e Unione geotermica italiana

L’Ugi è in attesa di una bozza del decreto, e ha avanzato proposte anche per incentivare l’impiego della geotermia per usi termici: «L'incontro si è svolto in un clima di reale e fattiva collaborazione»

[24 Gennaio 2020]

Il Fer 2, ovvero il decreto che tornerà a incentivare la produzione di elettricità da geotermia, biomasse e biogas – come già accade per le altre fonti rinnovabili – è atteso per febbraio: la conferma è arrivata pochi giorni fa dalla sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico (Mise) Alessia Morani, ma i dettagli del provvedimento ancora non sono noti. Eppure la loro definizione è tutt’altro che banale, affinché il Fer 2 possa contribuire concretamente alla coltivazione sostenibile della risorsa: è dunque con l’auspicio di poter giungere all’elaborazione di un contesto ottimale che l’Unione geotermica italiana (Ugi) è stata ricevuta due giorni fa dalla sottosegretaria e la sua segreteria tecnica, in un incontro che ha visto anche un focus specificamente dedicato all’incentivazione della geotermia come fonte per usi termici.

Dall’Ugi dichiarano che «l’incontro si è svolto in un clima di reale e fattiva collaborazione», dove l’Unione si è proposta come interlocutore tecnico-scientifico per supportare le impegnative scelte di indirizzo che dovranno essere compiute: le informazioni contenute nel primo factsheet elaborato a dicembre, insieme ad un nuovo approfondimento rivolto agli usi termici della geotermia (entrambi disponibili in coda all’articolo), rappresentano in quest’ottica un’importante base di dialogo.

Per quanto riguarda nello specifico il Fer 2, la sottosegretaria Morani «ha rassicurato sull’interesse del Mise verso la geotermia e sulla necessità di procedere a assegnare incentivi», e al proposito dalla segreteria tecnica Luciano Barra «ha ribadito la ferma intenzione del ministero di incentivare tanto gli impianti a vapore o flash in grado di ridurre ulteriormente le emissioni in atmosfera con accorgimenti tecnici innovativi, quanto gli impianti a reiniezione totale».

Passando all’esame delle proposte Ugi, Barra «ha affermato che il contingente richiesto per le tecnologie innovative (150 MW) è probabilmente troppo alto anche a causa del protrarsi delle procedure autorizzative per le quali le responsabilità sono da addebitarsi non solo alla difficoltà degli iter ma anche alla scarsa presenza degli sviluppatori sui territori. Barra ha inoltre comunicato che «probabilmente la soglia per l’accesso all’incentivo riguarderà la potenza installata e non l’energia immessa in rete per incentivare l’efficienza di impianto», e che «probabilmente la soglia per l’accesso all’incentivo riguarderà la potenza installata e non l’energia immessa in rete per incentivare l’efficienza di impianto». Barra ha inoltre mostrato «grande interesse per la geotermia molto profonda augurandosi che proposte di ricerca possano essere avanzate e finanziate essendo consapevole che, per raggiungere gli obiettivi di sostituzione del parco energetico nazionale con energie rinnovabili, la geotermia dovrà dare un grande contributo».

L’innalzamento della soglia per l’accesso ai registri da 1 a 5 MW, non sembra invece una proposta da perseguire a livello nazionale (rimandando l’eventuale modifica a iniziative Ue), mentre riguardo alle difficoltà autorizzative Ugi ha fatto notare come sarebbe necessario procedere a semplificare gli iter per potenze inferiori al MW introducendo percorsi autorizzativi semplificati come tra l’altro già previsto per le altre fonti rinnovabili con la Pas: una proposta «accolta favorevolmente», con il Mise che si è dimostrato interessato a verificare e procedere in tal senso.

Venendo infine alle modalità per incentivare l’impiego della geotermia per usi termici, la discussione si è rivolta a varie misure di supporto, come il ricorso a metodi assicurativi che riducano il rischio minerario, ad esempio sullo stile di quanto fatto nel bacino di Parigi; la presidente dell’Ugi, ovvero il primo ricercatore all’Istituto di geoscienze e georisorse (Igg) del Cnr Adele Manzella, ha inoltre suggerito una maggiore attenzione verso le necessità normative per le autorizzazioni all’ installazione di sistemi di riscaldamento geotermici con pompa di calore (decreto Posa sonde). Entrando nel merito sia la sottosegretaria Morani sia la segreteria tecnica «hanno mostrato grande interesse all’argomento ed hanno assicurato che ne parleranno col ministro per cercare di accelerare gli iter normativi e consolidare le proposte».

I prossimi passi, viste anche le tempistiche annunciate, dovranno però giocoforza riguardare il Fer 2: l’Ugi attende di ricevere una bozza del decreto per approfondire il confronto iniziato con il Mise, ed al proposito è stata ribadita la necessità di ulteriori incontri più tecnici per esaminare approfonditamente le diverse e complesse materie relative allo sviluppo della geotermia.