Finanza sostenibile e low-carbon: accordo tra presidenza di turno Ue rumena e Parlamento europeo

Indici di riferimento Ue di transizione climatica e per l’allineamento con l’Accordo di Parigi

[26 Febbraio 2019]

L’Ue sta creando un quadro normativo che punta a incoraggiare gli investitori a essere maggiormente consapevoli dell’impatto ambientale delle loro attività. In questo contesto i la presidenza di turno rumena dell’Ue  e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo preliminare su una proposta «tesa a creare una nuova categoria di indici di riferimento finanziari al fine di dare maggiori informazioni sull’impronta di carbonio di un portafoglio di investimento».

Il ministro delle finanze della Romania, Eugen Teodorovici, ricorda che «La transizione verso un’economia sostenibile e low-carbon ci impone di ripensare il nostro modo di operare e dove investire i nostri soldi. Grazie all’accordo sarà più facile, per gli investitori, selezionare infrastrutture, tecnologie e progetti attenti ai problemi climatici, in modo da riorientare i flussi di capitali verso i green asset».

La presidenza di turno rumena evidenzia che «Un numero sempre più elevato di investitori cerca di garantire che i propri investimenti abbiano un impatto positivo sull’ambiente. Per farlo adottano decisioni di investimento basate sull’impronta di carbonio generata dai progetti o dalle attività previsti, ricorrendo a indici che paragonano o misurano la performance dei portafogli di investimento. Tuttavia, al momento esiste una vasta gamma di indici di questo tipo, che hanno differenti obiettivi e diversi gradi di qualità e integrità».

Per questo, la presidenza rumena e il Parlamento europeo hanno approvato «uno strumento armonizzato e affidabile per perseguire strategie di investimento low-carbon  stabilendo una nuova categoria che comprende due tipi di indici di riferimento finanziari: indici di riferimento Ue di transizione climatica, tesi a ridurre l’impronta di carbonio di un portafoglio di investimento standard. Più precisamente, questo tipo di indici di riferimento dovrebbe essere stabilito prendendo in considerazione le imprese che seguono una “traiettoria di decarbonizzazione” misurabile e scientifica entro la fine del 2022, alla luce dell’obiettivo del riscaldamento globale a lungo termine dell’accordo di Parigi; indici di riferimento Ue allineati con l’accordo di Parigi, che, più ambiziosamente, puntano a selezionare solo gli elementi che contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo dei 2º C stabilito nell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici»

Il testo prevede inoltre «l’obbligo, per tutti gli indici di riferimento o famiglie di indici di riferimento, di fornire una spiegazione del modo in cui i fattori ambientali, sociali e di governance si riflettono nella strategia di investimento e la metodologia si allinea con l’obiettivo di riduzione delle emissioni di carbonio».

Il testo rivede anche le disposizioni vigenti del regolamento sugli indici di riferimento prorogando fino alla fine del 2021 il regime di transizione per gli indici di riferimento critici e dei Paesi terzi.

Fatta salva la messa a punto tecnica del testo, l’accordo politico sarà ora presentato agli ambasciatori presso l’UE per approvazione. Sarà poi sottoposto a revisione giuridico-linguistica. Il Parlamento e il Consiglio saranno quindi invitati ad adottare la proposta di regolamento in prima lettura.