Geotermia, nessuna novità sugli incentivi a un mese dall’incontro tra Mise, Regione Toscana e Comuni

Pieroni: «Gli incentivi non sono certo un problema economico. I dati aggiornati forniti dal Gse confermano che quelli alla geotermia costituiscono lo 0,65% del totale»

[29 Aprile 2019]

Un mese fa la Regione Toscana e una delegazione dei sindaci geotermici vennero ricevute al ministero dello Sviluppo economico (Mise), all’interno di un incontro presieduto dal sottosegretario all’Energia Davide Crippa, per provare a impostare un percorso comune sugli incentivi dedicati a sostenere la produzione di energia elettrica da geotermia – come accade per le altre fonti rinnovabili –, dopo che questo tipo di sostegno è stato cancellato per la prima volta con lo schema di decreto Fer 1. Da allora però niente si è messo a livello nazionale: «Non vi sono ancora certezze sugli incentivi per la geotermia – dichiara il consigliere regionale Andrea Pieroni – Dal governo solo affermazioni ambigue e nessun impegno concreto per reinserire nel decreto Fer 2 gli incentivi cancellati col decreto Fer 1».

Per questo secondo il consigliere «occorre riconvocare subito il tavolo al Mise. La geotermia non può attendere oltre. In ballo ci sono 600/700 milioni di investimenti da parte di Enel green power, per nuovi impianti geotermici, in grado di creare 100 nuovi posti di lavoro, oltre a dare ossigeno ad un indotto in grande difficoltà». Cifre che, se confrontate con quelle relative agli incentivi – che garantiscono una ricaduta su tutta la filiera industriale made in Italy, oltre che in termini di risorse rivolte a sostenere direttamente lo sviluppo sostenibile del territorio – restituiscono un quadro più chiaro della situazione.

«Gli incentivi non sono certo un problema economico – argomenta Pieroni – I dati aggiornati forniti dal Gse confermano, infatti, che gli incentivi alla geotermia costituiscono lo 0,65% del totale, essendo pari a 96,8 milioni di euro, a fronte di un totale di incentivi pari a 14,7 miliardi di euro. Sarebbe davvero colpevole che, per una somma di fatto residuale rispetto al valore complessivo degli incentivi, possa essere messo in ginocchio un comparto delle energie rinnovabili che utilizza tecnologia tutta made in Italy, il cui sviluppo consentirebbe alla Toscana di accreditarsi quale regione “carbon free” entro il 2050», una progettualità all’interno della quale la geotermia mantiene un ruolo fondamentale: come spiegato nei giorni scorsi a Roma dall’assessore Federica Fratoni nel corso dell’evento Geoenvi l’impiego di questa fonte rinnovabile dovrà aumentare sensibilmente rispetto ad oggi se si vuole cogliere l’obiettivo carbon free.

«La Regione Toscana ha fatto la sua parte, approvando a gennaio una legge che fa chiarezza, fissando regole e modalità precise per lo sfruttamento della risorsa geotermica, avendo anche avviato il percorso per l’individuazione delle aree non idonee (Ani). Ora tocca al governo fare la propria parte – chiosa Pieroni – per evitare il collasso di un intero comparto e dei territori geotermici».