La petizione lanciata su Change.org a quota 4mila firme

Geotermia Sì, continua la lotta dei cittadini per difendere incentivi e posti di lavoro

«La scelta del Governo appare superficiale e ideologica, così come l’opposizione pregiudiziale dei falsi esperti neoambientalisti»

[18 Gennaio 2019]

Dopo le manifestazioni pubbliche di Larderello e Santa Fiora, e in preparazione dell’iniziativa di Chiusdino che si terrà a breve, tornano a farsi sentire i cittadini, sindaci e imprese delle province di Pisa, Siena e Grosseto che hanno dato vita al movimento Geotermia Sì: la lotta contro la decisione del Governo – attraverso lo schema di decreto Fer 1 elaborato dal ministero dello Sviluppo economico –  di escludere la geotermia dagli incentivi volti a produrre energia elettrica da fonti rinnovabili.

«La scelta del Governo – dichiarano da Geotermia Sì – appare superficiale e ideologica, così come l’opposizione pregiudiziale dei falsi esperti neoambientalisti. Auspichiamo che entro gennaio, come ci è stato assicurato, venga approvata la Legge regionale sulla geotermia e che il Governo di conseguenza si coordini con la Regione. Chiediamo ai cittadini di sostenere la nostra mobilitazione a difesa delle comunità geotermiche anche con la firma della petizione su charge.org (link https://goo.gl/FnYN4d)», lanciata nei mesi scorsi e ormai alla soglia delle 4mila sottoscrizioni.

«Tagliare gli incentivi alla geotermia – argomentano da Geotermia Sì – significa mettere in ginocchio le nostre comunità che per decenni hanno vissuto con questa risorsa significa provocare sui territori una crisi senza precedenti, con rischi per la tenuta sociale e per il futuro stesso delle comunità, poiché crolleranno gli investimenti, chiuderanno le aziende nate nei territori geotermici, piuttosto che in altri, proprio per la presenza degli incentivi, e si verificherà una emorragia di posti di lavoro.  Ogni posto di lavoro, per le comunità delle aree geotermiche, è una risorsa dall’immenso valore. Tra occupazione diretta e indotto in tutta la Toscana sono 3mila gli occupati del settore geotermico (le ultime stime prodotte dalla Regione Toscana arrivano a oltre 4mila complessivi, ndr), di cui circa 2mila nei territori dell’Amiata e Larderello secondo i dati che vengono forniti dall’Osservatorio Economico Alta Val di Cecina. Ai 2mila lavoratori a rischio si aggiungono le imprese che si sono insediate per il costo conveniente dell’energia e gli occupati nel commercio e nei servizi, che vivono grazie all’economia generata. Quindi, saranno ben più di 2mila le famiglie che potrebbero ritrovarsi all’improvviso senza entrate economiche. La ‘fabbrica geotermica’ – concludono dal movimento – rappresenta il presente e il futuro. Abolire una semplice parola, rinnovabile, vuol dire farne apparire un’altra che si chiama disoccupazione. È facile immaginare che se va in crisi questo sistema, l’Amiata rischia di morire, vanno in crisi le nostre comunità, perché non sarà possibile riassorbire un numero così elevato di lavoratori».