Geotermia, si è chiuso a L’Aia il Congresso europeo organizzato dall’Egec

Il CoSviG ha presentato alla comunità geotermica in Olanda il modello di sviluppo delle aree geotermiche toscane come best practice per l’impiego della geotermia in modo sostenibile

[24 Giugno 2019]

L’Aia, nei Paesi bassi, è una città-simbolo per rappresentare come la geotermia possa rappresentare un perfetto esempio di energia rinnovabile fondamentale per traghettare la nostra società fuori dell’era dei combustibili fossili: pur essendo la patria di Shell, ovvero una delle più importanti multinazionali di settore, la città ha ufficializzato l’obiettivo di diventare carbon-neutral entro il 2040, facendo leva proprio sulla geotermia come alternativa accessibile per soddisfare la domanda di calore  del paese. Non a caso il Consiglio europeo per l’energia geotermica (Egec) ha organizzato nei giorni scorsi il proprio congresso triennale a L’Aia, portando in città oltre 800 partecipanti di spicco del settore.

In quell’occasione il vicesindaco Liesbeth van Tongeren ha spiegato che almeno 4 impianti di teleriscaldamento geotermico saranno attivati nel corso dei prossimi cinque anni: «Siamo molto orgogliosi di essere la città ospitante del Congresso geotermico europeo (Egc), dove gli esperti possono confrontarsi su come utilizzare questa fonte di energia rinnovabile in modo più efficiente. La geotermia – sottolinea il vicesindaco – è una fonte di energia pulita. Nei prossimi due anni, circa 15 pozzi geotermici potranno essere realizzati all’interno e intorno alla città, offrendo calore pulito e sostenibile fino a 100.000 famiglie». Alla fine del percorso intrapreso, si prevede che almeno la metà della domanda di calore della città sarà soddisfatta grazie alla geotermia.

Un risultato ambizioso, che può concretizzarsi solo in un contesto dove tutti gli attori in campo fanno la propria parte. «Solo quando industria, responsabili politici, scienza e comunità si incontrano, possiamo sviluppare gli strumenti necessari per un futuro più sostenibile», spiega Miklos Antics, che a L’Aia è stato confermato presidente dell’Egec, all’interno del consiglio direttivo dove adesso spiccano due italiani: Marco Baresi di Turboden come vicepresidente, e Sara Montomoli di Enel green power.

Proprio sulla centralità delle comunità locali e della collaborazione tra stakeholder è stato messo l’accento da CoSviG, il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche, che è intervenuto  presentando un articolo a cui hanno contribuito il direttore Sergio Chiacchella, la dirigente Loredana Torsello e Dario Bonciani. L’intervento ha consentito di approfondire come il modello di sviluppo delle aree geotermiche toscane possa rappresentare una best practice per l’impiego della geotermia in modo sostenibile fino a diventare un modello da imitare in altre realtà caratterizzate dalla presenza della risorsa.

Un modo per ridare slancio a questa fonte rinnovabile anche in Italia, dove sta soffrendo una fase di sostanziale stallo dopo aver dato i natali alle tecnologie geotermiche due secoli fa, e mantenendo fino a oggi un ruolo di leadership nelle tecnologie e conoscenze di settore. Come mostra infatti l’ultimo market report elaborato da Egec, se in Europa l’impiego della geotermia cresce velocemente – con un raddoppio della capacità elettrica installata in sei anni, oltre 300 sistemi di teleriscaldamento rispetto ai 187 del 2010, e circa 2 milioni di pompe geotermiche in azione –, l’Italia «sta affrontando l’incertezza relativa agli sviluppi a breve termine, a seguito delle imminenti modifiche ai sistemi di incentivi che minacciano la sostenibilità degli investimenti futuri».