Geotermia, stop agli incentivi? Il decreto del governo sulle rinnovabili preoccupa la Toscana

Sindaci dei territori geotermici e Cgil lanciano l'allarme, mentre anche per il consigliere regionale Antonio Mazzeo «sul nostro territorio avrebbe gravissime conseguenze in termini di lavoro e occupazione». Il Partito democratico pisano annuncia mobilitazione

[2 Novembre 2018]

Secondo i più recenti dati elaborati da Anie Rinnovabili (Confindustria), nei primi 9 mesi del 2018 il trend relativo alla nuova capacità installata nel nostro Paese risulta – nel settore delle energie pulite – in discesa, con un calo pari al -8% rispetto al 2017.

Per riprendere a crescere il comparto è in attesa – ormai dal 2016 – del Decreto ministeriale di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ma lo schema definitivo inviato dal ministero dello Sviluppo economico a quello dell’Ambiente (per il previsto parere di concerto) sta destando molta preoccupazione nei territori geotermici toscani, a partire dalle conseguenze che potrebbe patire innanzitutto il mondo del lavoro.

Non a caso la Cgil Toscana, insieme alle categorie dei lavoratori diretti e dell’indotto operanti nel settore geotermico, manifesta «viva preoccupazione in merito alle notizie riguardanti lo schema di decreto sull’incentivazione delle Fonti di energia rinnovabile (Fer1) trasmesso dal ministero dello Sviluppo economico al ministero dell’Ambiente, che escluderebbe il geotermoelettrico dagli incentivi, rinviando il tema ad un successivo decreto. Una decisione di questo tipo penalizzerebbe fortemente il territorio toscano, che, attraverso l’energia geotermica, rinnovabile ed inesauribile, copre oltre il 30% della produzione elettrica regionale e occupa circa 1700 addetti tra diretti e indotto. La geotermia costituisce un importante volano di sviluppo per i territori interessati, da consolidare nelle ricadute positive a favore delle comunità e nel rispetto della salute e dell’ambiente. Invitiamo anche le istituzioni locali e toscane – dichiarano dunque i firmatari dell’appello, Maurizio Brotini (segreteria Cgil Toscana), Fabio Berni (segretario generale Filctem Cgil Toscana), Giulia Bartoli (segretaria generale Fillea Cgil Toscana) – a far sentire la propria voce in merito».

Un allarme già dato, peraltro, dalle comunità direttamente coinvolte, tramite l’intervento dei sindaci geotermici. «Se il decreto venisse approvato secondo le notizie che abbiamo, significherebbe – commenta sulle pagine del quotidiano locale La Nazione il primo cittadino di Pomarance, Loris Martignoni – che scompaiono gli incentivi per la geotermia convenzionale, cioè quella tradizionale. Siamo esterrefatti perché ciò si tradurrebbe nell’assenza di investimenti sul territorio e nel blocco totale del settore: i maggiori competitors del comparto andrebbero all’estero, dove invece è più conveniente investire con una condizione economica migliore, lasciando qui soltanto la gestione degli impianti che già ci sono. Serve una modifica del testo per evitare di perdere ogni possibilità di sviluppo. Negli ultimi anni la geotermia valeva 300 milioni fra manutenzioni e investimenti: se rimanesse solo la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’esistente, ci si attesterebbe su 80 milioni all’anno e tutto il resto verrebbe a mancare».

Anche per il primo cittadino di Castelnuovo Val di Cecina Alberto Ferrini «c’è da essere molto allarmati per la bozza di decreto che sta circolando. Le prossime settimane saranno cruciali e siamo impegnati per cercare ogni possibile via di soluzione».

Preoccupazione anche all’interno del Consiglio regionale della Regione Toscana, con il presidente della Commissione per la ripresa economico-sociale della Toscana costiera – Antonio Mazzeo – che annuncia una battaglia politica sul tema: «Questa è l’ennesima sciagurata decisone di questo governo – dichiara il consigliere regionale – Significherebbe bloccare totalmente lo sviluppo futuro della geotermia in Italia e sul nostro territorio questo avrebbe gravissime conseguenze in termini di lavoro e occupazione. Non possiamo permetterlo e in questa battaglia come Partito Democratico saremo senza indugi a fianco dei nostri sindaci».

Lo sviluppo sostenibile della coltivazione geotermica, che attualmente vede in Toscana l’unica avanguardia nazionale per la produzione di energia elettrica, riguarda del resto l’intero Paese. In un dettagliato studio recentemente elaborato da Elemens per Elettricità futura e Anev – e illustrato proprio alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio – si mostra chiaramente come l’Italia dovrà produrre almeno il 20% in più di elettricità da geotermia per centrare gli obiettivi individuati in sede europea in fatto di energie rinnovabili, con target al 2030.

Uno sviluppo che tra l’altro negli anni 2020-2030 porterebbe a 800 milioni di euro di investimenti in geotermia, accompagnati da 700 unità di lavoro in più e 200 milioni di euro in valore aggiunto, oltre a guadagni netti per le casse pubbliche: 30 milioni di euro aggiuntivi di gettito fiscale.

«Dopo il trattamento già riservato al mini-idroelettrico lo schema di Dm Fer contiene – osservano al proposito dalla segreteria provinciale del Pd pisano – altre simpatiche novità che ai giallo-verdi non conveniva pubblicizzare ma che è bene ricordare ai cittadini che hanno a cuore l’ambiente. Il geotermico è escluso dal Fer e questo significa anche niente più incentivi. Il Mise guidato oggi dal M5S che aveva anche la tutela dell’ambiente fra i suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale ha preferito rinviare al Fer2 la disciplina degli incentivi, l’ennesimo viaggio al futuro di una promessa che non è in grado di essere mantenuta da questo governo. Eolico, energia oceanica, biomasse, biogas, solare termodinamico e geotermia sono quindi temi da rimandare, come se l’Italia avesse sufficienti potenzialità di produrre energia senza ricorrere al più presto ai significativi elementi di innovazione tecnologica già attivi in altri paesi e che garantiscono costi più bassi e quindi ingenti risparmi. Parlando della nostra Provincia i primi impatti di questa manovra si avranno sicuramente in Val di Cecina dove la geotermia rappresenta oggi un comparto di lavoro stabilizzato, voglio pertanto rassicurare imprese e lavoratori concittadini che il Partito democratico – conclude Massimiliano Sonetti, segretario provinciale Pd Pisa – si mobiliterà per la loro tutela e difesa e non lascerà che il governo giochi a risiko sulla pelle dei lavoratori».