I Verdi: alle elezioni europee un’alleanza per dare all’Italia un futuro ecologista, europeista e civico

Aderiscono Verdi, gli ex M5S di Italia in Comune, Green Italia. Interesse a sinistra

[11 Gennaio 2019]

Verdi Europei, Federazione dei Verdi italiani, Italia in Comune e personalità del mondo ecologista e associativo, hanno annunciato «l’avvio di un percorso di costruzione di un’alleanza per dare all’Italia un futuro ecologista, europeista e civico, che sia fondato sulla salvaguardia dell’ambiente, sulla tutela dei diritti di tutte le donne e tutti gli uomini e sulla giustizia sociale: per un’Italia e un’Europa libere e unite».

Philippe Lamberts, co-presidente del Gruppo Greens al Parlamento europeo e Monica Frassoni, co-presidente del Partito Verde Europeo, hanno detto: «Noi Verdi Europei siamo convinti che anche in Italia ci può essere un’onda verde nel 2019. Guardiamo infatti con interesse alla costruzione di una proposta politica credibile per una transizione giusta, democratica ed ecologica, chiara alternativa non solo alle forze conservatrici e nazionaliste che stanno disgregando il sogno europeo e aprendo la strada all’autoritarismo, ma anche a chi nega la necessità di un cambio radicale nelle priorità e nel funzionamento della Ue. Queste elezioni europee rappresenteranno un momento cruciale nella partita per la direzione che prenderà la Ue, ma anche una occasione per rafforzare l’alternativa in Italia».

Il sindaco di Parma, l’ex Movimento 5 Stelle e presidente di Italia in Comune Federico Pizzarotti, ha sottolineato: «Siamo qui per gettare le basi di un’idea di politica che riporti al centro temi fuori dall’agenda dei partiti al governo e dei populisti europei, appiattiti sul solo sull’immigrazione. Invece vogliamo parlare della qualità della vita dei cittadini italiani ed europei, di lavoro e di diritti, della salvaguardia dell’ambiente, del rilancio dell’Europa come la casa di tutti noi, più democratica e aperta al cambiamento. Ci sentiamo italiani d’Europa ed europei d’Italia».

I  co-portavoce dei Verdi  italiani Elena Grandi e Matteo Badiali, hanno spiegato: «Da tante parti ci chiedono di agire per contrastare i cambiamenti climatici e di farlo in una direzione precisa, condividendo i valori di una società aperta e dell’Europa come uno spazio irrinunciabile di diritti e di libertà: a questi valori e a questa idea di Europa si può e si deve dare futuro, e sta qui la forza e differenza del progetto che stiamo avviando. I cittadini ci chiedono di collegare come parti inseparabili di uno stesso orizzonte trasformazione ecologica dell’economia e della società, l’impegno per un garantire lavoro e reddito a tutte e tutti e la lotta contro razzismo, xenofobia, corruzione. In questo senso, anche le parole dell’Enciclica “Laudato Si” danno forza a chi si batte per la conversione ecologica e di nuovi e diversi stili di vita».

All’incontro ha partecipato anche la deputata di Liberi e Uguali Rossella Muroni  che sulla sua pagina Facebook riassume così il suo intervento: «Per i temi e le sfide che ci aspettano l’#ecologismo rappresenta un fattore di speranza per il Paese, per l’Europa e per il pianeta. Una cultura, quella ecologista, che può essere l’argine al populismo, se contemporaneamente riuscirà ad essere anche popolare perché non bisogna dimenticare la lezione dei gilet gialli francesi, che hanno opposto le ragioni “di chi si preoccupa della fine del mondo” a quelle di quanti sono “preoccupati per la fine del mese”. Dobbiamo dimostrare che le questioni che poniamo sono prioritarie, che hanno un consenso sociale e che le soluzioni che indichiamo sono utili e desiderabili, come ci insegnava Alex Langer. L’ambiente è una chiave strategica per fare politica economica e sociale, per costruire una società più giusta e capace di colmare le disuguaglianze, per proporre una ricetta di governo valida tanto a livello locale che globale. Perché la lotta al mutamento climatico parla di lotta alle disuguaglianze, nuovi posti di lavoro, sicurezza, salute, politiche industriali, di partecipazione, di cittadini consapevoli e democrazia, di migrazioni e geopolitica. Ma per farlo è fondamentale incrociare la dimensione civica, dei territori, dove le crisi ambientali esplodono e dove le soluzioni possono essere trovate: penso alle città e alle nuove politiche urbane ma anche ai piccoli comuni che combattono contro il dissesto idrogeologico o per un’agricoltura pulita e di qualità.  Una proposta ecologista, civica, femminista – aperta e da costruire insieme – che contribuisca alla costruzione di una nuova Europa: che sia dei popoli più che dell’euro, che abbia una politica per gestire le migrazioni e non si chiuda come una fortezza. Un’Europa che ritrovi il suo protagonismo in campo ambientale e che sappia garantirci un futuro di pace e benessere condivisi».

Secondo il coordinatore nazionale di Italia in Comune, Alessio Pascucci, «Quello delle europee è un appuntamento al quale Italia in Comune intende partecipare portando il contributo degli amministratori locali per un progetto politico che veda rappresentate le vere istanze ambientaliste e ecologiste che vengono dai territori. Apprezziamo il lavoro svolto dai Verdi italiani ed europei e siamo convinti che partendo da questi temi si possa cominciare a ricostruire un’Europa dei popoli in cui i territori e le loro istanze siano al centro».

Per Carmine Maturo, co-portavoce di Green Italia, «Tra i mali dell’Italia ce n’è uno ormai antico e cioè che i temi ambientali non abbiano nessuno che li rappresenti in politica e che, quindi, ne faccia il cuore di un’idea di futuro e di progresso. L’organizzazione che rappresento è nata per contribuire a colmare questo vuoto, e l’iniziativa che presentiamo oggi serve allo stesso scopo».

Marco Affronte, eurodeputato eletto col M5S e poi passato al Gruppo Greens al Parlamento europeo, conclude: «Ho sempre sostenuto che l’ecologismo di cui abbiamo bisogno sia un ecologismo che cambia il sistema economico attuale, trasformandolo da sistema di sfruttamento a sistema sostenibile. Ho iniziato ad organizzare incontri per arrivare a questo cammino circa un anno e mezzo fa, e in questo periodo i motivi per andare avanti sono aumentati vedendo l’incapacità di dare una risposta seria ai cambiamenti climatici, le crescenti minacce per il nostro mare e le lacerazioni sociali che scuotono il Paese».