Iea, la capacità geotermica installata nel mondo crescerà (almeno) del 28% in 5 anni

Ma le possibilità di sviluppo sono ancora più ampie, visti i particolari pregi di questa fonte rinnovabile: la «tecnologia geotermica produce un’energia di baseload stabile e senza emissioni di CO2»

[16 Novembre 2018]

Mentre il Governo del Paese in cui la tecnologia geotermica è nata due secoli fa – ovvero l’Italia – sta pensando di togliere gli incentivi finora diretti allo sviluppo di questa fonte rinnovabile, gli impianti che utilizzano la geotermia naturalmente presente nel sottosuolo per produrre energia stanno crescendo nel mondo. Secondo il rapporto Renewables 2018 pubblicato dalla Iea, l’Agenzia internazionale dell’energia, le energie rinnovabili proseguiranno nel loro trend espansivo nei prossimi cinque anni, arrivando a coprire il 40% della crescita globale dei consumi energetici.

All’interno di questa dinamica la Iea prevede che anche la capacità geotermica complessivamente installata sia destinata a crescere del 28% (ovvero +4GW), fino a raggiungere circa 17 GW nel 2023; per il 70% questa crescita riguarderà i Paesi in via di sviluppo e le economie emergenti.

In particolare si prevede che la regione dell’Asia-Pacifico (senza contare la Cina) sarà caratterizzata dalla crescita maggiore nel periodo preso in esame dalla Iea, raggiungendo i +2 GW; all’interno di questo contesto geografico l’espansione dell’Indonesia sarà la più ampia, sospinta dall’abbondante disponibilità di risorse geotermiche nell’area e dal supportato garantito dalle politiche pubbliche allo sviluppo di progetti geotermici. A seguire nelle previsioni Iea compaiono Paesi come Kenya, Filippine e Turchia, ai quali viene attribuito il 30% della crescita complessiva in termini di capacità geotermica istallata.

Ma lo sviluppo della geotermia riguarda ormai fette sempre più ampie del globo, come i Paesi dell’area caraibica e latino-americana, viste le caratteristiche peculiari che la rendono particolarmente preziosa: come sottolinea la stessa Iea, la «tecnologia geotermica produce un’energia di baseload stabile e senza emissioni di CO2», ovvero in grado di soddisfare le richieste energetiche di baseload (o domanda di base, che corrisponde al livello minimo della domanda di elettricità dell’intero sistema produttivo), gli impianti geotermici riuscendo ad assicurare una funzionalità 24/7 (ovvero 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno)  indipendentemente – ad esempio – dalle condizioni meteorologiche; al contempo l’unica CO2 che fuoriesce dalle centrali geotermiche è quella già naturalmente presente nel sottosuolo, ed emessa anche attraverso il degassamento diffuso dai suoli.

Considerati tutti questi fattori, in uno scenario di crescita accelerata, la Iea prevede che nei prossimi cinque anni la capacità geotermica installata potrebbe crescere di un ulteriore +20% (900MW), con particolare attenzione alla performance di Paesi come Indonesia, Kenya, Cina, Filippine, Turchia, Etiopia e Francia. Sull’intera filiera geotermica italiana e sulle migliaia di lavoratori che sostiene, invece, pende la spada di Damocle auto-imposta dal Governo nazionale.