Irena, la potenza geotermica installata nel mondo è cresciuta del 5,3% nell’ultimo anno

Amin: «Una completa trasformazione energetica va oltre l’elettricità per includere i settori del riscaldamento, del raffrescamento e dei trasporti, dove ci sono sostanziali opportunità di crescita per le rinnovabili»

[16 Aprile 2018]

Il nuovo rapporto Renewable capacity statistics 2018, appena pubblicato dall’ International renewable energy agency (Irena), dà conto dei progressi maturati nell’ambito delle energie pulite nel corso dello scorso anno. In particolare, il documento si presenta come sede dei dati «più completi, aggiornati e accessibili sulle statistiche relative alla capacità di energia rinnovabile installata», compresa quella geotermica.

Osservando tutte le fonti rinnovabili nel loro complesso, Irena documenta un incremento nella potenza installata pari a 167 GW, all’interno dei quali la geotermia registra una crescita pari a 644 MW. La potenza geotermica installata passa dunque dai 12.249 MW installati a fine 2016 ai 12.894 MW documentati a fine 2017 (+5,3%).

Al termine dell’ultimo anno gli Stati Uniti si confermano dunque primo Paese al mondo per capacità geotermica installata (con 2.448 MW), seguiti da Indonesia (1.950 MW), Filippine (1.928 MW), Turchia (1.064 MW) e Nuova Zelanda (986 MW) – con gli incrementi più ampi raggiunti in Indonesia (+306 MW) e Turchia (+243 MW) –, mentre l’Italia figura a quota 767 MW (valore stimato da Irena da una varietà di diverse fonti, ndr). Un valore in linea con quello degli ultimi anni, sebbene più ampio dei 671 MW rilevati dieci anni fa (2018). Nello stesso arco di tempo invece l’Europa nel suo complesso passa dai 1.275 MW del 2008 ai 1.541 MW del 2018.

«Gli ultimi dati – spiega il direttore generale di Irena, Adnan Z. Amin commentando il rapporto – confermano che la transizione energetica globale continua ad avanzare a ritmo veloce, grazie al rapido calo dei prezzi, ai miglioramenti tecnologici e a un ambiente politico sempre più favorevole. L’energia rinnovabile è ora la soluzione per quei Paesi che intendono sostenere la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, così come per quanti che cercano di limitare le emissioni di carbonio, ampliare l’accesso all’energia, ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la sicurezza energetica. Nonostante questa chiara dimostrazione di forza nel settore della produzione di energia – aggiunge però il direttore generale – una completa trasformazione energetica va oltre l’elettricità per includere i settori del riscaldamento, del raffrescamento e dei trasporti, dove ci sono sostanziali opportunità di crescita per le rinnovabili».

Una nuova e molteplice declinazione energetica che verrà affrontata anche nel corso della Iceland Geothermal Conference che si terrà tra il 24 e il 27 aprile, in particolar modo nei 2 eventi organizzati proprio da Irena e dalla Gga (Global geothermal alliance), il primo dei quali, dedicato a esplorare il tema “Geothermal direct utilisation and food security” vedrà la partecipazione di un’eccellenza italiana: la Comunità del cibo a energie rinnovabili, nata in Toscana nel 2009 grazie a un’intesa tra il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche (CoSviG) e Slow food. In quest’occasione sarà Loredana Torsello, dirigente Progetti internazionali di CoSviG, che parlerà dell’esperienza della Ccer: un esempio di uso della geotermia e delle fonti rinnovabili come volano di sviluppo e valorizzazione di un territorio e delle sue specificità.

Il secondo evento, invece, sarà dedicato al tema “Regional cluster workshop: strategies for future collaboration” con l’obiettivo di “rafforzare la collaborazione tra piattaforme industriali regionali e nazionali” e identificare nuovi modi di sviluppare, supportare e promuovere la geotermia a livello globale.