La geotermia italiana tra alto potenziale di riduzione delle emissioni di CO2 e ricerca pubblica

L’Enea ha valutato lo stato e il potenziale di sviluppo delle tecnologie energetiche utili al percorso di decarbonizzazione, e quelle geotermiche emergono tra le più promettenti. CoSviG citato come importante realtà di sviluppo per la fonte geotermica

[14 Febbraio 2020]

Le tecnologie energetiche legate alla geotermia rientrano tra quelle a più alto potenziale in relazione alle emissioni di CO2 evitate, e con un livello di sviluppo già oggi relativamente maturo: è questo l’identikit tracciato dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) nel studio “Valutazione dello stato e del potenziale di sviluppo delle tecnologie energetiche nel percorso di decarbonizzazione dei sistemi produttivi e dei servizi”, appena presentato a Roma.

In questo rapporto l’Enea ha impiegato una metodologia di valutazione del potenziale di sviluppo delle tecnologie energetiche che prende in considerazione il loro impatto sul clima, le potenzialità in termini di attività R&S, la competitività delle imprese italiane e la  loro diffusione e impatto sul  territorio nazionale.  A tal fine sono confrontati dati come il livello di maturità tecnologica Trl (Technology readiness evel), le emissioni di CO2 evitate e il loro impiego all’interno di imprese e centri di eccellenza, suddivisi per diffusione territoriale, dimensione e fatturato.

Si tratta di uno studio condotto  da  un  team multidisciplinare  di  ricercatori  Enea a partire dai dati contenuti nel Catalogo delle tecnologie energetiche, che fornisce un quadro molto dettagliato sullo stato  dell’arte  (al  2017) delle  tecnologie  energetiche  utili  alla decarbonizzazione del nostro sistema socio-economico. L’aspetto innovativo sta proprio nel tentativo di correlare il livello di sviluppo delle tecnologie (Trl) con il potenziale di riduzione delle emissioni climalteranti, così  come  la relazione con  i centri di eccellenza  oltre  all’impatto  sui  territori.

In questo contesto la geotermia emerge tra le tecnologie più promettenti: presenta un potenziale di riduzione delle emissioni di CO2 tra i più elevati tra le tecnologie rinnovabili e non, superiore ad esempio a quello del fotovoltaico, dei digestori anaerobici di biomasse, dell’energia da correnti marine o da moto ondoso, dell’idroelettrico. Tra le tecnologie rinnovabili esaminate dall’Enea solo il solare termodinamico fa meglio del geotermico: tragicamente, si tratta di una tecnologica che affonda le proprie radici in Italia ma che proprio nel nostro Paese sta soffrendo un momento di grande sofferenza. Anche sotto il profilo dello sviluppo tecnologico, la geotermia –  con un valore medio di Trl pari a 5 –  rappresenta una tecnologia «relativamente matura, pur presentando margini di ulteriore  sviluppo tecnologico».

Esaminando poi le varie tecnologie energetiche in termini di potenziale di Ricerca&Sviluppo in Italia, l’Enea rileva la presenza di 15 centri di eccellenza pubblici (il dato più elevato tra tutte le tecnologie esaminate) e l’assenza di centri di eccellenza privati. «Per questa  tecnologia – sottolinea in particolare l’Enea – si  segnala  la  presenza  del  Consorzio  per  lo  sviluppo delle  aree geotermiche  (CoSviG Scrl), società consortile il cui capitale è interamente detenuto da soggetti pubblici – Regione Toscana ed Enti locali delle aree geotermiche – che non è censito nel Catalogo». Un ulteriore testimonianza del ruolo di primo piano che il territorio geotermico toscano è in grado di esercitare ancora oggi per lo sviluppo tecnologico di questa fonte rinnovabile.