Mentre scriviamo è in corso la Conferenza unificata, da cui è atteso un parere sul Fer 1

Nell’esclusione della geotermia dal decreto sugli incentivi non c’è scienza, solo politica

«Abbiamo appreso che il contratto di programma Lega-5 Stelle non prevede che l'energia geotermica venga agevolata», riporta il presidente Rossi di ritorno dal Mise. Ma perfino nel documento è scritto che occorre «incrementare la produzione da fonti rinnovabili», come quella geotermica

[20 Dicembre 2018]

«È grave l’esclusione di alcune fonti rinnovabili, come la geotermia, dagli incentivi previsti dal decreto» Fer 1, elaborato dal ministero dello Sviluppo economico (Mise): come richiesto dalla Conferenza unificata – sede congiunta della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali –, ieri il presidente della Regione Toscana è stato ricevuto al Mise per discutere dell’esclusione della geotermia dal regime di agevolazioni previsto dal decreto sulle rinnovabili. Ma dal sottosegretario con delega all’Energia Davide Crippa (M5S) è arrivata una nuova chiusura.

«Abbiamo appreso che il contratto di programma Lega-5 Stelle non prevede che l’energia geotermica venga agevolata», spiega Rossi al termine dell’incontro. Il fatto è che nel “contratto di governo” stipulato a inizio legislatura questo non c’è scritto, ma si riporta anzi che «è necessario avviare azioni mirate per aumentare l’efficienza energetica in tutti i settori e tornare ad incrementare la produzione da fonti rinnovabili». Dato che tutte le istituzioni scientifiche competenti in materia, a partire dall’Ipcc, annoverano naturalmente la geotermia tra le fonti rinnovabili, gli esiti del’incontro al Mise confermano che la decisione portata avanti dal governo gialloverde si basa su scelte squisitamente politiche.

«Una scelta – afferma Rossi – che penalizzerebbe gli investimenti fatti in un settore strategico, sia dal punto di vista energetico che ambientale, penalizzando l’economia di interi territori. Per non parlare del fatto che così sono a rischio migliaia di posti di lavoro», stimati dalla Regione Toscana in circa 4mila unità.

Ma non è solo la geotermia tra le fonti rinnovabili cui il Mise si propone di tagliare gli incentivi; tra queste figura anche l’idroelettrico, e così si spiega perché al ministero era presente anche l’assessore della Provincia autonoma di Bolzano, Florian Mussner, che ha sottolineato come «la produzione di energia elettrica con l’acqua abbia permesso lo sviluppo del Trentino Alto Adige». Ad oggi lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Toscana e Trentino Alto Adige – ovvero due delle aree a maggior tasso di sostenibilità di tutto il Paese – è invece messo a rischio dal decreto Fer 1.

«Questo significa, se non verrà modificato – spiega Rossi – uno stallo negli investimenti con effetti negativi sul piano occupazionale e sui controlli ambientali che coinvolgeranno intere aree della Toscana. Voglio ribadire che di fronte a questo scenario continuerà la lotta e la mobilitazione dei cittadini e dei lavoratori delle aree geotermiche e l’impegno di Regione e istituzioni per approvare la legge che è già in discussione in Consiglio regionale, una legge fortemente innovativa e che dà totali garanzie sul piano ambientale», attraverso un abbattimento al 98% delle emissioni inquinanti e il re-impiego della CO2 rilasciata dalle centrali geotermiche in altre filiere produttive.

«Abbiamo chiarito al tavolo – sottolinea Rossi – che per il Titolo V della Costituzione l”energia è materia concorrente e quindi la Regione ha potestà legislativa. L’altro tema che abbiamo sollevato con grande chiarezza è quello che riguarda la determinazione delle royalties destinate al territorio. La scelta spetta al ministero dello Sviluppo economico e la nostra preoccupazione è che nessuno voglia mettere le mani su ciò che Enel distribuisce ai Comuni».

Tutti elementi che è presumibile peseranno nel parere che la Conferenza unificata è chiamata ad esprimere sul Fer 1: proprio mentre scriviamo è in corso a Roma una nuova seduta della Conferenza unificata, con il punto all’ordine del giorno.

«Il mio timore – precisa intanto l’assessore all’Ambiente della Regine Toscana Federica Fratoni, presente ieri al Mise insieme al sindaco di Pomarance, Loris Martignoni, in rappresentanza dei sindaci delle aree geotermiche, e al direttore della direzione Energia della Regione Toscana, Edo Bernini, è che questo intervento normativo se dovesse essere inserito nel Fer 2, metterebbe insieme tecnologie diverse, non incentivando per un verso a sufficienza l’alta entalpia, che è la vera frontiera per arrivare alla Toscana carbon free, e dall’altro schiaccerebbe le possibilità di insediamento della media entalpia che è una frontiera tutto innovativa da scoprire per le quali ci sono già istanze di realizzazione di impianti».