Nutrire i vitelli con la spirulina per allevamenti bovini più sostenibili: la Sardegna ci prova

L’obiettivo è sia migliorare la salute e la crescita dell’animale, sia fornire al consumatore un prodotto con migliori caratteristiche nutrizionali e dal minore impatto ambientale

[17 Luglio 2019]

La spirulina è una microalga dalla molteplici proprietà, che la rendono tra l’altro un superfood: oltre ad essere ricca di proteine e vitamine ha proprietà antibiotiche e antivirali, tanto da essere presa in considerazione dalla Nasa come potenziale fonte di cibo per gli astronauti impegnati in missioni di lunga durata verso la Luna e, in futuro, Marte. Più prosaicamente, in Sardegna è al centro di un programma di ricerca nato per rendere più sostenibili gli allevamenti di bovini locali, grazie a un’iniziativa sbocciata dalla collaborazione fra Tolo Green, società dedita allo sviluppo delle energie rinnovabili e tra i più importanti produttori europei di spirulina, e la Cooperativa Produttori Arborea, leader in Sardegna per la produzione di carne bovina.

La spirulina sarà infatti utilizzata come integrazione funzionale per l’alimentazione di vitelli neonatali, con l’obiettivo sia di migliorare la salute e la crescita dell’animale, sia di fornire al consumatore un prodotto con migliori caratteristiche nutrizionali, il tutto con un ridotto impatto ambientale rispetto ai mangimi tradizionali: una microalga come alternativa economicamente ed ecologicamente sostenibile sia alle proteine di origine animale che di origine vegetale da utilizzare nell’ambito della mangimistica, in particolare per gli allevamenti di bovini. Basti pensare, ad esempio, che le microalghe possono essere coltivate anche in acqua salata e non hanno bisogno di pesticidi; inoltre per ogni kg di biomassa prodotta vengono fissati 2 kg di CO2.

L’intuizione – se confermata dai programmi di ricerca avviati anche grazie al supporto scientifico del dipartimento di Scienze zootecniche dell’Università di Sassari – avrebbe un impatto importante per la sostenibilità degli allevamenti di bovini e aprirebbe la strada a successivi step di sperimentazione che potrebbero coinvolgere animali in altre fasi critiche del ciclo produttivo (pre e post partum), fino all’impiego su bestiame in piena lattazione.

Se il progetto sardo si rivelerà un successo potrà essere d’ispirazione anche per altri contesti. In Toscana, ad esempio, un progetto finanziato da Enel green power e CoSviG – con il supporto scientifico dell’Università di Firenze – ha dimostrato come sia possibile e conveniente coltivare spirulina grazie a innovative serre alimentate sia dal calore geotermico sia dalla CO2 in uscita dalle centrali. In questo caso i costi per la produzione di spirulina calano del 30% e la produzione cresce del 25% rispetto alla produzione standard, garantendo livelli ancora più elevati di sostenibilità ambientale ed economica e aprendo a nuove possibilità occupazionali.