Obiettivi di sviluppo sostenibile: indicatori positivi per l’Ue, ma troppe criticità

ASviS: vanno ridotte le disuguaglianze. Italia peggio della media Ue in 8 casi su 17

[21 Maggio 2019]

Anche se tendiamo a ignorarlo, l’Unione europea è l’area geopolitica con la migliore qualità della vita al mondo ma, come  sottolinea l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che oggi ha presentato il rapporto “Monitoring the SDGs at EU level with composite indicators”,  «Molto resta da fare per assicurare la sostenibilità economica, sociale e ambientale dello sviluppo, nonché per ridurre le disuguaglianze tra i suoi territori».

All’ ASviS  sottolineano che «Gli indici presentati offrono un quadro originale dell’evoluzione dell’Ue, in linea con il Reflection paper della Commissione europea pubblicato il 30 gennaio e le conclusioni del Consiglio europeo del 9 aprile, che indicano nell’Agenda 2030 il riferimento complessivo per le politiche europee del quinquennio 2019-2024».

L’analisi realizzata dall’ASviS, aggiornata al 2017, traccia l’evoluzione dell’Unione europea e dei suoi 28 Stati membri rispetto al raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) previsti dall’Agenda 2030.

Dallo studio emerge che «Tra il 2016 e il 2017 si registrano miglioramenti per i Goal 1 (Sconfiggere la povertà), 2 (Sconfiggere la fame), 3 (Salute e benessere), 4 (Istruzione di qualità), 5 (Parità di genere), 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica), 10 (Ridurre le disuguaglianze), 11 (Città e comunità sostenibili), 14 (Vita sott’acqua) e 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide). Risultano invece stabili gli indicatori relativi ai Goal 7 (Energia pulita e accessibile), 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture), 12 (Consumo e produzioni responsabili), 13 (Lotta contro il cambiamento climatico), 15 (Vita sulla terra) e 17 (Partnership per gli Obiettivi)».

Per quanto riguarda il 2017, in 8 casi l’Italia consegue risultati peggiori rispetto alla media europea (povertà, istruzione, parità di genere, lavoro, innovazione, disuguaglianze, città, ecosistemi marini, governance e partnership), in due casi l’Italia presenta un dato vicino a quello medio europeo (alimentazione ed ecosistemi terrestri), mentre in quattro casi l’Italia è in una condizione migliore (salute, energia, economia circolare e cambiamento climatico).

Commentando i dati, il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini ha sottolineato che «Emergono luci e ombre, che dovrebbero far attentamente riflettere i leader europei. Se tra il 2010 e il 2017 l’Unione ha visto miglioramenti in molti campi, temi quali la lotta alle disuguaglianze e al cambiamento climatico, l’innovazione e la buona occupazione richiedono azioni urgenti e più incisive. Inoltre le differenze tra Stati membri appaiono molto forti, il che non solo spiega le differenti percezioni sullo stato dell’Europa tra opinioni pubbliche nazionali, ma mette a rischio la coesione politica dell’Unione. Questi dati costituiscono un quadro di riferimento ineludibile per chi sarà chiamato a guidare le istituzioni europee dopo le elezioni e mostrano le aree che richiedono interventi immediati, così da assicurare la sostenibilità economica, sociale, ambientale e istituzionale dell’Unione europea».

Ecco i principali risultati del rapporto per ogni Obiettivo:

Obiettivo 1 – Sconfiggere la povertà: L’indice composito mostra un deterioramento dal 2010 al 2014, a causa del peggioramento di tutti gli indicatori elementari presi in considerazione. Dal 2015 al 2017 l’indice registra un forte miglioramento, superando nell’ultimo anno disponibile il livello osservato nel 2010. Questa tendenza positiva è dovuta alla diminuzione della quota di persone a rischio di povertà o esclusione sociale e di coloro i quali soffrono di grave deprivazione materiale. In particolare, il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale diminuisce e nel 2017 la relativa quota sul totale della popolazione è pari al 22,4%, rispetto al target del 19% fissato per il 2020 dalla Strategia “Europa 2020”.

Obiettivo 2 – Sconfiggere la fame: L’indice composito mostra un andamento stabile fino al 2014, anno dopo il quale si osserva un miglioramento dovuto all’incremento del reddito agricolo per unità di lavoro e della quota di coltivazioni biologiche, fenomeni che raggiungono un valore massimo nel 2017. A fronte di questi miglioramenti, si rileva un aumento significativo, tra il 2010 e il 2016, delle emissioni di ammoniaca in agricoltura, indicatore che misura l’impatto negativo esercitato da questo settore sui cambiamenti climatici.

Obiettivo 3 – Salute e benessere: L’indice composito migliora consistentemente dal 2010 al 2017. Questa tendenza positiva, particolarmente accentuata negli ultimi due anni, è spiegata dall’aumento dell’aspettativa di vita alla nascita (che però diminuisce tra il 2016 e il 2017) e dalla forte diminuzione del tasso di mortalità per le malattie croniche e della quota di persone che dichiarano di non avere accesso alle cure mediche.

Obiettivo 4 – Istruzione di qualità: L’indice composito mostra un deciso incremento per il periodo considerato grazie al miglioramento di tutte le dimensioni prese in considerazione. In particolare, la quota di persone laureate o con un titolo di studio terziario raggiunge nel 2017 un valore del 39,9%, sostanzialmente in linea con il target del 40% posto da “Europa 2020”. Anche l’indicatore relativo all’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione mostra un deciso miglioramento, attestandosi nel 2017 a quota 10,6% rispetto al 10% del target di “Europa 2020”. Obiettivo 5 – Parità di genere: Dal 2010 al 2017 l’indice composito mostra un deciso miglioramento, dovuto al progresso di tutte le variabili prese in considerazione. Per quanto riguarda la partecipazione delle donne in politica, si osserva come la quota delle elette nei parlamenti nazionali sia cresciuta dal 23,6% del 2010 al 29,8% del 2017. Anche il tasso di rappresentanza delle donne negli organi decisionali delle aziende quotate cresce ininterrottamente, passando dall’11,9% al 25,3%. Registrano un lieve miglioramento anche gli indicatori relativi alla differenza di genere nelle retribuzioni e nei tassi di occupazione. Obiettivo 6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari: Dato il numero limitato di indicatori elementari disponibili, non è stato possibile calcolare l’indice composito per il Goal 6.

Obiettivo 7 – Energia pulita e accessibile: L’indice composito mostra un costante incremento dal 2010 al 2014, grazie all’aumento della quota di energie rinnovabili nei consumi lordi finali e della produttività dell’energia. Successivamente, in connessione con la ripresa economica, l’indice composito presenta un leggero peggioramento dovuto all’aumento dei consumi primari e finali di energia elettrica. Nel 2017 la quota di energie rinnovabili si attesta al 17,5%, rispetto al target del 20% posto da “Europa 2020”.

Obiettivo 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica: Nel primo triennio osservato, in corrispondenza della crisi economica, l’indice composito mostra un lieve peggioramento, causato dall’aumento del tasso di disoccupazione di lungo periodo e della quota di giovani che non studiano e non lavorano (NEET). Dal 2014 al 2017 l’indice composito migliora costantemente, attestandosi nell’ultimo anno ben al di sopra del livello registrato all’inizio del decennio. Ciò è dovuto al miglioramento di tutte le dimensioni prese in considerazione: in particolare, il tasso di occupazione passa dal 68,5% nel 2010 al 72,2% nel 2017, valore ancora distante dal target del 75% di “Europa 2020”.

Obiettivo 9 – Imprese, innovazione e infrastrutture: Dal 2010 al 2017 l’indice composito mostra un contenuto miglioramento. In particolare, aumentano gli indicatori relativi al personale impiegato in ricerca e sviluppo e al rapporto tra spese di ricerca e sviluppo e Pil, pari al 2,1% nel 2017, valore nettamente inferiore al target del 3% posto da “Europa 2020”. È importante sottolineare come negli ultimi tre anni siano peggiorati gli indicatori relativi ai trasporti, cioè la quota di passeggeri trasportati dai mezzi pubblici e la quota di merci trasportate su ferrovia. Obiettivo 10 – Ridurre le disuguaglianze: Nei primi quattro anni presi in considerazione l’indice composito registra un lieve peggioramento, dovuto all’aumento delle disuguaglianze di reddito. Dal 2015 al 2017 l’indice composito migliora, attestandosi nell’ultimo anno disponibile al di sopra dei livelli osservati nel 2010, grazie all’aumento del Pil pro-capite e del reddito medio disponibile delle famiglie.

Obiettivo 11 – Città e comunità sostenibili: L’indice composito mostra un deciso miglioramento tra il 2010 e il 2017. Questo trend positivo è dovuto al progresso di tutti gli indicatori elementari presi in considerazione. In particolare, cresce la quota di riciclo dei rifiuti urbani, passata dal 38% nel 2010 al 46% nel 2017, e migliorano il tasso di mortalità per incidente stradale e la quota di popolazione esposta al PM 10.

Obiettivo 12 – Consumo e produzioni responsabili: L’indice composito evidenzia un aumento dovuto al miglioramento di tutti gli indicatori analizzati fino al 2016, mentre il 2017 mostra una sostanziale stazionarietà. Nel periodo considerato migliorano gli indicatori relativi alla “produttività” e alla “circolarità” dei materiali, mentre diminuiscono le emissioni di CO2 per km delle nuove macchine immatricolate. Va tuttavia sottolineato che, tra il 2010 e il 2017, è aumentata anche la produzione totali di rifiuti.

Obiettivo 13 – Lotta contro il cambiamento climatico: L’indice composito evidenzia un trend positivo, nonostante la stazionarietà dell’ultimo anno, dovuto alla diminuzione delle emissioni di gas serra e all’intensità delle emissioni di gas serra rispetto ai consumi di energia. Le emissioni di gas serra pro capite si attestano a 8,7 tonnellate nell’ultimo anno disponibile, valore migliore del target (9,6) posto da “Europa 2020”.

Obiettivo 14 – Vita sott’acqua: Per quanto riguarda l’Obiettivo 14 è importante sottolineare come la mancanza di dati relativi alla qualità degli ecosistemi marini, sia a livello nazionale sia europeo, consenta solo una parziale analisi del fenomeno. L’indice composito mostra un deciso miglioramento tra il 2010 e il 2017, grazie all’incremento delle aree marine incluse nella rete “Natura 2000” e della quota dei siti di balneazione con qualità eccellente.

Obiettivo 15 – Vita sulla terra: Anche in questo caso gli indicatori disponibili appaiono inadeguati a misurare con precisione la condizione degli ecosistemi terrestri. L’indice composito mostra un forte peggioramento, causato dalla crescita della copertura artificiale del suolo. D’altro canto, gli indicatori relativi alla quota di aree forestali e alle aree terrestri incluse nella rete “Natura 2000” mostrano un lieve miglioramento.

Obiettivo 16 – Pace, giustizia e istituzioni solide: L’indice composito mostra un forte peggioramento dal 2010 al 2015 a causa del crollo della fiducia dei cittadini europei nei confronti delle istituzioni europee. Questi indicatori migliorano nell’ultimo biennio osservato, riportando nel 2017 l’indice composito intorno ai valori osservati nel 2010. In diminuzione per tutto il periodo osservato sono il tasso di omicidi e la quota di cittadini che segnalano la presenza di criminalità e violenza nella zona in cui vivono.

Obiettivo 17 – Partnership per gli Obiettivi: L’indice composito mostra un complessivo peggioramento dovuto alla diminuzione dell’Aiuto pubblico allo sviluppo e delle importazioni dai paesi in via di sviluppo, fenomeni ai quali si è accompagnato un aumento del debito pubblico.