Ma i conti tra buoni propositi e realtà non tornano, anche in Italia

Per fare più differenziata il 71% dei cittadini Ue vuole essere certo del riciclo

L’80% degli europei chiede meno rifiuti e sprechi di risorse

[30 Giugno 2014]

Secondo un nuovo sondaggio, “Attitudes of Europeans towards Waste Management and Resource Efficiency“, la maggioranza dei cittadini europei pensa che i loro Paesi producano troppi rifiuti.

Il 96% delle persone sondate crede sia importante che l’Europa utilizzi le sue risorse in maniera più efficace; il  96% che sia una questione importante e che li riguarda personalmente, e solo il 3% la considera non importante. Nell’Ue 9 persone su 10 conferiscono in maniera differenziata, almeno occasionalmente, la carta, il cartone, gli imballaggi per le bevande e le materie plastiche, l’88% il vetro, mentre il 79% fa la differenziata per i rifiuti domestici pericolosi , gli imballaggi metallici (78%), i rifiuti elettrici (76%) e i rifiuti di cucina (74%).

Però ci sono enormi differenze tra Paese e Paese: si va dal 99% per la raccolta differenziata della carta in Austria al 28% dei rifiuti pericolosi in Romania. Secondo il commissario Ue all’Ambiente, Janez Potočnik, «i rifiuti toccano visibilmente una corda sensibile: gli europei vogliono ridurre lo spreco e si sforzano di mettere i loro principi in pratica. Il passaggio a un’economia più circolare è conseguentemente un’evoluzione logica. L’invito a riciclare di più è questo: ci resta da mettere subito in atto i meccanismi per riuscirci».

Alla domanda su quali siano i modi per incoraggiare la gente a fare più raccolta differenziata, il 71% ha risposto che il fatto di sapere che i loro rifiuti vengano davvero riciclati li inciterebbe a fare meglio. Il 59% accetterebbe volentieri più impianti di riciclo e compostaggio dei rifiuti di qualità migliori nella loro regione, e la stessa percentuale sarebbe favorevole a incentivi finanziari, mentre il 51% si dichiara disposto a fare una raccolta selettiva dei rifiuti a domicilio.

L’83% degli europei dice di evitare lo spreco, soprattutto quello alimentare, comprando quello di cui ha bisogno, ma qui (e non solo) i conti non tornano, dato che è impossibile che il restante 17% produca il gigantesco spreco che caratterizza l’Unione europea.

Al netto dunque dei problemi insiti nella natura stessa di questi sondaggi, il 77% assicura anche di far riparare le apparecchiature che si guastano prima di comprarne delle nuove, e il 67% dice di dare o vendere dei beni perché vengano riutilizzati, mentre il 62% evita i prodotti “sovra-imballati”; il 60% utilizza pile ricaricabili e il 59% beve l’acqua del rubinetto per evitare di acquistare bottiglie di plastica.

A proposito dei rifiuti plastici, il 96% dei sondati è d‘accordo sul fatto che le imprese dovrebbero prendere più iniziative per limitarli e aumentare il riciclaggio della plastica; il 94% pensa che occorra maggiore informazione sui materiali plastici riciclabili, mentre il 93% è convinto che bisognerebbe proibire la produzione di plastiche non riciclabili e sostituirle con materiali riciclabili. Il 92% è convinto, infine, che dovrebbero essere prese iniziative per ridurre l’utilizzo di prodotti monouso in plastica, come i sacchetti.

Ben il 94% afferma che sosterrebbe un obiettivo Ue per ridurre la quantità di rifiuti che finiscono negli oceani  e 9 persone su 10 si dicono pronte a sostenere gli obiettivi Ue sui rifiuti marini negli Stati membri. Solo l’Olanda, con l’88% di favorevoli, è sotto la media del 90%, e solo in quel civile Paese il 10%  si è dichiarato contrario all’obiettivo. Un sostegno che invece risulta non a caso più forte a Malta, Portogallo e Spagna (con il 98%).

Venendo ai dati dell’Italia, il 98% degli intervistati è favorevole ad un uso efficiente delle risorse; l’87% dice di fare raccolta differenziata, il 77% di riparare le apparecchiature rotte. Siamo invece deboli (44%) nel donare oggetti per un loro riutilizzo e sotto la media europea (57%) per la propensione ad acquistare prodotti non “sovraimballati”. Il 59% degli italiani dice di utilizzare pile ricaricabili, ma solo il 46% ricicla i contenitori per bevande, anche se siamo sopra la media europea (con il 45%) tra chi è favorevole al compostaggio domestico.