Ieri l’incontro con i vertici aziendali. Il governo: «Non lasciamo le persone senza lavoro»

Piombino, ancora un mese per il forno elettrico. Focus sul porto: e i materiali riciclati?

Dalla Regione il punto sull’area portuale: «Uno scalo potenziato è essenziale per l'attrazione di nuovi investimenti e imprese»

[2 Marzo 2016]

Dentro le sale del ministero dello Sviluppo economico si è tenuto ieri a Roma l’incontro con i vertici di Aferpi per fare il punto sul futuro di Piombino; fuori, i lavoratori manifestavano perché all’incertezza che ancora grava sul futuro loro e della città si sostituissero nuove sicurezze. La giornata si è chiusa segnando timidi (ma positivi) passi avanti. Fermo restando la dilatazione dei tempi di un piano industriale ancora mai davvero definito nei dettagli da Cevital, una nuova data è stata fissata: entro la fine di marzo, conferma la Regione Toscana (presente al tavolo romano), Aferpi individuerà i soggetti che realizzeranno il treno rotaie e il forno elettrico.

Con l’occasione, sottolineano dalla Regione, è stato fatto anche il punto sui contratti acquisiti e l’azienda ha ribadito e rassicurato sulla propria solidità finanziaria, oltre a confermare l’assunzione di altri 205 lavoratori: salirà così a 1.389 il numero dei dipendenti, mentre scende a 743 quelli degli addetti ancora in cassa con l’amministrazione straordinaria. Con il vice ministro Teresa Bellanova  è stata dunque concordata anche la prossima riunione del comitato esecutivo per l’accordo di programma su Piombino: sarà il 17 marzo, dopodiché ci sarà una cabina territoriale con sindacati e categorie. Aferpi sarò riconvocata a Roma entro il 1 aprile, dunque quando l’arrivo del forno elettrico e del treno rotaie sarà finalmente – queste le premesse – definito.

«Noi non lasciamo le persone senza lavoro. Lo dico a nome di tutto il governo – ha dichiarato Bellanova chiudendo il tavolo Aferpi – Ci diamo atto che lavoriamo tutti per il buon andamento del progettol. Oggi abbiamo acquisito due segnali importanti. I tempi rapidi per le bonifiche dell’area, così come ci ha fatto sapere il ministero dell’Ambiente e l’accordo con la Regione Toscana che ha convocato la cabina di regia su Aferpi per il 17 marzo, dove avremo anche la presenza del ministero delle Infrastrutture. Dobbiamo verificare in tempi brevi i piani industriali relativi all’agroalimentare e alla logistica. Solo così nessun lavoratore, quando finiranno gli ammortizzatori sociali, resterà senza un’opportunità di lavoro».

La partita in corso a Piombino non riguarda però soltanto l’acciaio, e la Regione ne ha approfittato ieri per ripercorrere in particolare gli sviluppi riguardanti l’area portuale: «Piombino non è solo ex Lucchini e uno scalo potenziato è essenziale per l’attrazione di nuovi investimenti e imprese. Con una delibera presentata stamani dall’assessore Ciuoffo la giunta regionale ha così deciso di rimodulare in parte i 32 milioni di risorse Fas destinati alla riconversione e riqualificazione industriale dell’area, assegnati a suo tempo in base all’accordo di programma del 2014. Otto milioni rimangono destinati al recupero dell’area di Colmata. Altrettanti saranno impiegati per la costituzione di un fondo rotativo per i prestiti. Solo quattro (di otto che erano) saranno invece impiegati per finanziare protocolli di insediamento, tenendo conto che finora la domanda espressa dalle piccole e medie imprese è stata limitata. Per attrarre nuove aziende è essenziale adeguare il porto e realizzare nuove banchine. Sono così stati recuperati 12.2 milioni e una parte almeno di queste risorse, ora rimodulabili, sarà per l’appunto utilizzata e destinata con un successivo atto a realizzare quelle infrastrutture necessarie per ospitare attività come lo smontaggio delle navi, ma anche la cantieristica e il rifitting, la logistica industriale o la chimica».

In quest’incrocio di piani, chiedersi quale carica politica e quali risorse economiche si stiano accumulando per la sostenibilità ambientale dei progetti in corso a Piombino non è domanda peregrina. Sia per la tutela del territorio sia – oggi più che mai – come vettore di competitività economica, la sostenibilità è la vera carta da giocarsi per Piombino. In attesa che si abbiano novità concrete sui «tempi rapidi per le bonifiche» annunciati ieri dal Mise, e sulle loro modalità, si pensi all’acciaio. Una volta entrato in funzione il forno elettrico, anche nel migliore dei casi la produzione di acciaio avrà un rapporto prodotto-scarto che va da 1 a 0,15-0,20: per ogni tonnellata di acciaio prodotto ci saranno almeno 300mila tonnellate di scorie da riciclare o smaltire in sicurezza a seconda dei casi. In ogni caso, per quanto riguarda l’ammontare di rifiuti speciali e pericolosi, a Piombino il pregresso certo non manca: sono 800 gli ettari rialzati di 10 metri dal piano di campagna, pieni di rifiuti da lustri e ancora oggi esposti al vento. Problemi annosi, che finalmente trovano un indirizzo risolutivo nel progetto Rimateria, che sta prendendo corpo e velocità a Piombino.

Infine la partita del porto, sul quale ieri la Regione è tornata a soffermarsi. Anche in questo caso da anni, gli ambientalisti (e non solo) chiedono che si rispetti quanto previsto per legge, ovvero che vengano utilizzati per i lavori materiali riciclati – che Rimateria potrebbe fornire in ulteriore sinergia col territorio, vista la prossimità degli impianti al porto. Come ha ricordato nei giorni scorsi Valerio Caramassi, presidente di Rimateria, in un forum con la redazione del giornale locale Stilelibero, il piano di sviluppo della società non dipende da quello di Aferpi: «Siamo convinti di salvarci anche nella malaugurata ipotesi che Aferpi saltasse del tutto – ha sottolineato Caramassi – Siamo chiari: se parte un bando per opere pubbliche che non preveda, come dice la legge, almeno il 40 per cento di impiego di materiali riciclati, noi ci metteremo di traverso e non esiteremo a ricorrere al Tar». Questa l’estrema opzione, ma Piombino ha bisogno oggi più che mai di creare sinergie ed economie di scala, e crearle è nell’interesse di tutti: l’ambiente è il punto d’incontro.