Post Covid-19: «Ogni lavoratore deve essere protetto, da ovunque arrivi» (VIDEO)

Ilo: Il 55% della popolazione mondiale, 4 miliardi di persone, non ha assicurazione sociale o assistenza sociale

[19 Maggio 2020]

Mentre diversi Paesi cominciano a diminuire le restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19, un gruppo di esperti di diritti umani dell’Onu chiede a governi e imprese di fare in modo che i lavoratori siano protetti dall’esposizione al coronavirus: «Non si può fare a meno di nessun lavoratore. Ogni lavoratore è essenziale, indipendentemente dalla categoria a lui applicata dagli Stati o dalle imprese. Ogni lavoratore ha il diritto di essere protetto dall’esposizione ai pericoli sul posto di lavoro, incluso il coronavirus. Siamo preoccupati per il numero di lavoratori in prima linea che, in diversi Paesi e settori economici, non hanno ricevuto adeguata protezione durante le fasi acute del contagio».

E, mentre i governi continuano a togliere le restrizioni e i lavoratori iniziano a tornare al lavoro, il gruppo dell’Onu sui diritti umani esorta tutti gli Stati e le imprese a «Garantire l’adozione di misure preventive e a mettere in atto misure precauzionali per proteggere ciascun lavoratore». Inoltre, gli esperti sono molto preoccupati «per il rischio sproporzionato per i lavoratori a basso reddito, le minoranze, i migranti, gli anziani e quelli con cattive condizioni di salute preesistenti, le donne, i lavoratori del settore informale e quelli dell’economia degli spettacoli. Sollecitiamo gli Stati e le imprese a lavorare con i sindacati e i gli altri rappresentanti dei lavoratori per garantire la presenza delle necessarie garanzie».

Il gruppo di esperti si compiace per la discussione in corso sull’inclusione del diritto a un lavoro sano e sicuro come diritto e principio fondamentali dell’International labour organization (Ilo) dopo il loro appello alla Conferenza internazionale del lavoro nel 2019. Tuttavia, sollecitano l’organo di governo dell’agenzia Onu per il lavoro  a «riconoscere questo diritto senza ulteriori indugi, così come altri diritti umani riconosciuti a livello internazionale». Per l’Ilo «Forzare i lavoratori vulnerabili senza altra scelta a sopportare condizioni che li mettono in pericolo, anche smantellando i diritti del lavoro precedentemente stabiliti, può essere una forma di lavoro forzato».

L’appello degli esperti Onu si conclude esprimendo «rispetto e ammirazione per i lavoratori in prima linea in questa pandemia, che hanno fornito assistenza sanitaria, cibo, acqua, servizi igienico-sanitari e altri beni e servizi necessari e le nostre condoglianze alle famiglie di coloro che hanno perso i propri cari in tale servizio. Il nostro messaggio oggi è semplice, ma essenziale: ogni lavoratore deve essere protetto in ogni caso».

Secondo l’Ilo chiamata in causa dagli esperti dei diritti umani  solo dei sistemi di protezione sociale completi e rafforzati attenueranno l’impatto di crisi come quella del Covid-19 che «Ha  rivelato lacune disastrosenella copertura della protezione sociale dei Paesi in via di sviluppo. E la ripresa sarà sostenibile ed eviteremo future crisi solo se riusciranno a convertire le loro misure puntuali di risposta alla crisi in sistemi di protezione sociale completi».
Due briefing papers  appena pubblicati dall’Ilo avvertono che «I gap attuali in materia di  protezione sociale potrebbero compromettere i piani di ripresa, esporre milioni di persone alla povertà e danneggiare la preparazione mondiale a far fronte a delle crisi simili in futuro». I documenti fanno un’analisi dettagliata del ruolo svolto dalle misure di protezione soociale nella  lotta contro l’epidemia di Covid-19 nei Paesi in via di sviluppo, in particolare le indennitò di malattia ricevute durante la crisi.

La nota “Social protection responses to the COVID-19 pandemic in developing countries”  descrive la protezione sociale come «un meccanismo indispensabile per apportare un sostegno agli individui durante la crisi» e analizza le misure di risposta n messe in atto in alcuni Paesi, compresa la soppressione degli ostacoli finanziari alle cure sanitarie di qualità, il rafforzamento della sicurezza dei redditi, l’inclusione dei lavoratori dell’economia informale, la protezione dei redditi e dei posti di lavoro e il miglioramento della protezione sociale. Del lavoro e altri interventi. L’Ilo fa notare che «Se il virus nob fa distinzioni tra ricchi e poveri, i suoi effetti sono ineguali. La possibilità di accedere a cure sanitarie abbordabili e di qualità è diventata una questione di vita o di morte».
La nota mette anche in guardia i decisori politici, invitandolo a non concentrarsi unicamente sul Covid-19 «Perché questo potrebbe ridurre la disponibilità dei sistemi sanitari a rispondere ad altre malattie che fanno dei morti tutti i giorni». Il rapporto fa l’esempio dell’epidemia di Ebola e di come la priorità data a questo virus abbia fatto aggravare la mortalità casata da malaria, tubercolosi e VIH/Aids.

Secondo questa nota dell’Ilo, «Il 55% della popolazione mondiale – non meno di 4 miliardi di persone  – non è coperto da assicurazione sociale o assistenza sociale. A livello mondiale, solo il 20% dei disoccupati sono coperti da un indennizzo di disoccupazione e, in alcune regioni, la copertura è ben più debole».
L’altro briefing paper, “Sickness benefits during sick leave and quarantine: Country responses and policy considerations in the context of COVID-19” fa notare che  la crisi sanitaria del Covid-19 ha rivelato due grandi effetti negative delle lacune in materia di prestazioni in caso di malattia: «Primo, questi deficit di protezione possono costringere le persone ad andare al lavoro quando sono malate o a doversi auto-confinare, aumentando il rischio di infettare gli altri. In secondo luogo, la perdita di reddito associata aumenta il rischio di povertà per i lavoratori e le loro famiglie, il che potrebbe avere ripercussioni durature». Per questo l’Ilo  chiede «L’adozione urgente di misure a breve termine per colmare le lacune in termini di copertura e adeguatezza delle prestazioni di malattia. Questo avrebbe un triplo vantaggio: sostenere la salute pubblica, prevenire la povertà e promuovere i diritti umani alla salute e alla sicurezza sociale».

Le misure proposte comprendono l’estensione della copertura degli indennizzi  di malattia a tutti, prestando particolare attenzione alle donne e agli uomini impegnati nei lavori atipici o informali, ai lavoratori autonomi, ai migranti e ai gruppi vulnerabili. Le altre raccomandazioni puntano ad aumentare il livello delle prestazioni «al fine di garantire la sicurezza del reddito, accelerare il pagamento delle prestazioni e ampliare la portata delle prestazioni al fine di integrare misure di prevenzione, diagnosi e trattamento, nonché retribuire il tempo trascorso in isolamento o nella cura di pazienti a carico».

L’iraniana Shahra Razavi, direttrice del dipartimento protezione sociale dell’Ilo, conclude: «La crisi del Covid è una sirena d’allarme. Ha dimostrato che la mancanza di protezione sociale non riguarda solo i poveri, ma rivela anche la vulnerabilità di coloro che vengono pagati relativamente bene, poiché i costi medici e la perdita di reddito possono facilmente spazzare via decenni di lavoro e il risparmio delle famiglie. Questi esempi provenienti da tutto il mondo chiariscono, ancora una volta, che i Paesi con sistemi di protezione sociale completi e robusti sono in una posizione molto migliore per far fronte e riprendersi da una crisi. I responsabili politici devono basarsi sullo slancio generato dalla crescente consapevolezza dell’opinione pubblica dell’importanza della protezione sociale e dell’urgenza di investici come società, al fine di garantire la preparazione alle crisi future».

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  • Adequate sickness benefits to all