Quale futuro per la geotermia? Ecco com’è andato il confronto tra Enel e sindacati

Il quadro sugli investimenti e lo sviluppo del settore si conferma compromesso da un contesto regolatorio incerto, a partire dagli incentivi ancora in bilico

[19 Aprile 2019]

Dopo mesi di silenzio da parte di Enel green power sul futuro della geotermia in Italia, in questa fase politicamente molto delicata con il rinnovo degli incentivi in bilico, si è tenuto a Roma l’annunciato confronto nazionale unitario con le categorie sindacali – Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil – per meglio comprendere la volontà aziendale sui possibili sviluppi e investimenti che riguardano questa fonte rinnovabile, ad oggi coltivata per usi geotermoelettrici soltanto in Toscana.

Come riportano dalla Filctem-Cgil Enel ha affrontato in primis i temi della sicurezza e salute, con l’obiettivo di migliorare i risultati aziendali, mentre sul capitolo sostenibilità sono stati ricordati i progetti di teleriscaldamento, forniture di calore a 5 complessi serricoli, il progetto “Comunità del cibo ed energie rinnovabili” e il teleriscaldamento per piccole e medie imprese ed attività turistiche e ricettive.

Per quanto riguarda invece gli investimenti in programma sul territorio, sono due i macrosettori affrontati: come riassume il sindacato da una parte «i costi di esercizio degli impianti cresceranno di circa 2,1 milioni di euro a cui si aggiungono più consistenti investimenti di sviluppo per circa 38 milioni di euro destinati a ripotenziamenti, rinnovamenti e nuovi pozzi», dall’altra nelle perforazioni è previsto un progetto di recupero potenza attraverso un miglior sfruttamento dei campi, con investimenti nel triennio 2019 – 2021 pari a circa 100 milioni di euro per la realizzazione di 11 pozzi che sommati alle attività già previste e in fase di completamento garantiscono la piena operatività dei tre equipaggi di perforazione».

Affrontando le criticità aperte sul fronte regolatorio, Enel green power non si è soffermata soltanto sul tema degli incentivi ma ha evidenziato quattro punti di attenzione:  la scadenza delle concessioni minerarie al 2024, rispetto alla quale non è stato emanato un decreto che definisca le modalità di gara; la legge regionale che introduce nuovi obblighi per lo sviluppo del settore; il decreto Fer 1 che non prevede forme di incentivazione per la produzione di elettricità da geotermia, e il prossimo decreto Fer 2 in merito al quale non c’è ancora nessuna notizia certa nonostante le timide aperture arrivate a fine marzo dal ministero dello Sviluppo economico.

«L’illustrazione – riportano dal sindacato – si è concentrata sui primi due aspetti, tra loro strettamente collegati sui quali l’azienda lavorerà (in continuità con quanto fatto fino ad oggi) per presentarsi alla scadenza del 2024 come il miglior operatore in grado di cogliere gli obiettivi previsti dalla normativa regionale di miglioramento della qualità ambientale, ricadute socio economiche e occupazionali ed inserimenti paesaggistici adeguati».

In merito al contesto regolatorio nazionale, invece, la società ha precisato che ha precisato che «nonostante gli impegni politici internazionali nella direzione della tutela ambientale, l’attuale sistema di produzione non può prescindere dall’incentivazione di qualsiasi fonte energetica rinnovabile il cui utilizzo futuro è direttamente legato alle ingenti risorse economiche necessarie alla ricerca e sviluppo odierno delle migliori e più innovative tecnologie. In questo panorama la geotermia non rappresenta un’eccezione, e gli effetti di medio-lungo periodo dell’esclusione dagli incentivi non tarderebbero a manifestarsi, bloccando di fatto lo studio e la realizzazione anche dei così detti sistemi a ciclo chiuso».

Un dato di fatto che oltre a Enel anche i sindacati e le istituzioni locali hanno sostanzialmente espresso nel corso degli ultimi mesi, invitando il Governo nazionale al dialogo per non tarpare le ali a un settore d’eccellenza industriale e fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio. Per quanto attiene il sistema regolatorio, dunque, la Filctem-Cgil sottolinea che continuerà «a portare avanti la nostra battaglia a favore degli incentivi alla geotermia. Non abbiamo necessità in questa sede di ribadirne le ragioni ma riteniamo che, in mancanza di una correzione di rotta rispetto al testo Fer 1, gli effetti deleteri potrebbero manifestarsi in tempi più rapidi di quanto ritiene l’azienda, in particolare da un punto di osservazione diverso dalle sole considerazioni economiche sul ritorno degli investimenti».

L. A.