Quali incentivi e politiche industriali? Dai cittadini di Geotermia Sì 10 domande sul Fer 2

«Speriamo che a questi interrogativi sia data risposta in tempi brevi attraverso la definizione di un decreto che, più che un problema da risolvere, auspichiamo possa rappresentare una opportunità di crescita e sviluppo per tutti i territori geotermici»

[25 Luglio 2019]

Durante il tavolo di confronto sulla geotermia della scorsa settimana, che ha finalmente portato al primo faccia a faccia tra ministero dello Sviluppo economico (Mise), Regione, Comuni geotermici e CoSviG, il Governo ha assicurato che anche per gli impianti geotermoelettrici tradizionali gli incentivi saranno re-introdotti all’interno del decreto Fer 2. Si tratta di una prima e importante apertura in tal senso, dopo la totale chiusura al confronto degli ultimi mesi, ma la cautela è massima: «Il sottosegretario Crippa ha dimostrato una positiva apertura al confronto – ha sintetizzato il presidente CoSviG, Emiliano Bravi –, ma per arrivare alla soluzione finale il percorso è ancora lungo». Adesso occorre passare dalle parole ai fatti. E il diavolo, come si sa, si nasconde nei dettagli.

Per questo il movimento di cittadini Geotermia Sì, che coinvolge oggi oltre 5mila persone, ha elaborato dieci domande utili a capirne di più: «Nonostante il decreto Fer 2 sia ancora tutto da costruire (e speriamo sia varato in tempi brevi) vogliamo condividere pubblicamente alcuni interrogativi che al di là della apparente banalità ci auguriamo possano servire come contributo a chi tratterà la materia nelle opportune sedi istituzionali (Governo, Regione Toscana, Cosvig, Enel)». Alla base dell’intervento rimane la volontà di alimentare attraverso la fonte rinnovabile della geotermia lo sviluppo sostenibile del territorio che – da sempre – ne è custode: «Speriamo davvero che a questi interrogativi sia data risposta in tempi brevi attraverso la definizione di un decreto, il Fer 2, che più che un problema da risolvere auspichiamo possa rappresentare una opportunità di crescita e sviluppo per tutti i territori geotermici», concludono dal movimento.

Di seguito riportiamo integralmente le 10 domande di Geotermia Sì sul Fer 2

1 – Nel documento consegnato dal MISE il 18 luglio risulta evidente come oltre alla legge Regionale del 2019 sia stata presa come riferimento in punti essenziali, come quello relativo alle emissioni, la tabella 4.3 della Delibera Regionale n.344 del 2010 che prevedeva valori molto restrittivi e pressoché teorici il cui raggiungimento, nella sperimentazione in occasione della costruzione e messa in opera dell’impianto di Bagnore 4, pur operando nella maniera più virtuosa possibile, ha dimostrato essere un traguardo irraggiungibile. Chiediamo: quanta e quale consapevolezza esiste tra i vari soggetti trattanti (Governo, Regione, Sindaci, Cosvig) riguardo a tale questione anche in considerazione di una futura e fattiva messa in pratica dei progetti regolati dal Decreto allo studio? In altre parole: con i nuovi limiti fissati nel futuro Fer2, la costruzione dei nuovi impianti ed il revamping dei vecchi sarà realizzabile tecnicamente o no, al di là della onerosità economica che questo comporterà per il gestore? O la risposta sarà positiva o altrimenti sarà inutile discutere…

2 – Considerando che l’estensione dei nuovi impianti sarà circa da 6 a 10 volte quella degli impianti tradizionali quale potrà essere il loro impatto paesaggistico?

3 – Considerati i maggiori costi di progettazione, costruzione, messa in opera e gestione degli impianti di nuova generazione quanto saranno maggiormente onerosi per il governo gli incentivi da prevedere nel Fer2 rispetto a quelli già previsti nel Fer1? In che modo si intendono reperire le risorse necessarie?

4 – Considerando i tempi di progettazione, costruzione, messa in opera e sperimentazione dei nuovi impianti quali saranno i tempi per accedere economicamente agli incentivi? Nel frattempo le imprese locali che faranno? Come verrà gestito il transitorio?

5 – Come sarà possibile proporre incentivi che prevedibilmente avranno scadenza annuale, oltretutto in presenza di una fisiologica riduzione degli investimenti connessi al rinnovo delle concessioni del 2024, puntando su tecnologie attualmente non ancora sperimentate?

6 – In che modo e in che misura è prevista l’incentivazione del rinnovo degli impianti tradizionali? Saranno presi in considerazione per essi gli stessi limiti di emissione di quelli di nuova generazione? In caso positivo attraverso quali soluzioni sarà possibile realizzare adeguate modifiche dal punto di vista progettuale?

7 – Il Fer2 influirà anche sugli attuali permessi concessi al gestore? Inoltre gli incentivi previsti attualmente continueranno ad essere erogati ai Comuni?

8 – Perché sono previsti incentivi solo per impianti da 20 MW e non anche per quelli di potenza superiore?

9 – Riteniamo che forme di ritorno occupazionale quali quelle legate al recupero e lavorazione della CO2, pur importanti, siano insufficienti in prospettiva alle esigenze dei territori sia perché legate a contingenze di mercato sia perché comunque quantitativamente troppo ridotte per assorbire nel trattamento industriale tutta l’anidride carbonica emessa nei territori geotermici. Questo in considerazione anche del rapporto di 10 ad 1 tra la CO2 emessa naturalmente nei territori geotermici rispetto a quella emessa attraverso i processi industriali. Per quanto riguarda le ricadute occupazionali non sarebbe quindi più utile, efficace ed importante legare l’entità delle stesse ad accordi specifici tra Enel ed i Comuni interessati ai vari progetti, accordi a loro volta collegati a specifiche e preventive azioni di formazione? Ciò permetterebbe di radicare nuova occupazione diretta ed indiretta in maniera organica e permanente nei territori.

10 – Per quanto riguarda gli appalti, nella gestione del transitorio ma ancor più al momento in cui con il ripristino degli incentivi auspicabilmente gli investimenti saranno tornati a regime, non sarebbe opportuno e necessario istituire una autorità garante in modo tale da tenere in giusta considerazione sia le esigenze dei soggetti economici interessati sia il rispetto degli accordi che ne regolano l’attività?