Rinnovabili, dalla Commissione Ue ok al decreto Fer 1: rispetta le norme sugli aiuti di Stato

Il ritardo di oltre due anni e mezzo nell’emanazione del testo ha messo a serio rischio l’intero settore: ora dovrà essere firmato dai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, poi il Gse attiverà i meccanismi di accesso agli incentivi. Nessuna notizia invece del Fer 2

[14 Giugno 2019]

La Commissione Ue ha dato il suo via libera al decreto Fer 1 elaborato dal Governo italiano – che sconta ad oggi un ritardo di oltre due anni e mezzo nell’emanazione, con pesanti ripercussioni per l’intero comparto –, dedicato all’incentivazione delle fonti rinnovabili elettriche “mature”. Il decreto, che prevede incentivi per un totale di 5,4 miliardi di euro, è stato ritenuto coerente con le regole comunitarie: «Un maggior utilizzo di energie rinnovabili nella produzione di energia è essenziale per il futuro del nostro pianeta e dell’ambiente – ha dichiarato al proposito Margrethe Vestager, commissaria Ue responsabile per la Concorrenza – Questo è in linea con gli obiettivi ambientali dell’Ue e con le nostre norme comuni in materia di aiuti di Stato».

Un sospiro di sollievo per Elettricità futura, ovvero la principale associazione del mondo elettrico italiano: «Si tratta di provvedimenti fondamentali per consentire all’Italia di raggiungere gli obiettivi al 2030, garantendo contemporaneamente la sostenibilità ambientale ed economica, l’adeguatezza di sistema, la sicurezza degli approvvigionamenti e la competitività del mercato».

Ora l’auspicio condiviso è quello di non allungare ulteriormente il già ciclopico ritardo accumulato in due anni e mezzo, e arrivare rapidamente al concreto stanziamento degli incentivi. Il testo dovrà infatti essere ora firmato dai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente; successivamente saranno attivati, a cura del Gse, i meccanismi di accesso per accedere agli incentivi. L’Anev, ovvero l’Associazione nazionale energia del vento, auspica dunque «che il Governo italiano comprenda come non vi sia più tempo da perdere e che intenda intervenire subito per dare la possibilità alle aziende del settore eolico di lavorare affinché si raggiungano gli obiettivi. Ricordiamo che vi sono investimenti privati pronti per oltre 10 miliardi solo nel settore eolico da oggi al 2030. Questi investimenti consentirebbero tra l’altro un aumento dell’occupazione significativo oltre a garantire sicurezza degli approvvigionamenti energetici e benefici ambientali».

Per il momento, dal ministero dello Sviluppo economico filtra soddisfazione: «La risposta positiva della Commissione rappresenta un passo importante nello sviluppo delle rinnovabili e nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo posti con il Piano nazionale energia clima – dichiara il sottosegretario con delega all’Energia Davide Crippa – Il decreto Fer 1 nasce per sostenere la produzione da fotovoltaico, eolico, idroelettrico e gas di depurazione. La sua attuazione consentirà infatti la realizzazione di impianti per una potenza complessiva di 8000 MW, con un aumento della produzione da fonti rinnovabili di circa 12 miliardi di kWh e con investimenti attivati stimati nell’ordine di 10 miliardi». Nessuna novità invece sui tempi e contenuti del ventilato decreto Fer 2, che dovrebbe andare a sostenere fonti pulite altrettanto importanti per lo sviluppo sostenibile del Paese come la geotermia, che proprio in Italia è stata impiegata per la prima volta al mondo a fini industriali oltre due secoli fa, e che il Governo in carica sempre per la prima volta ha deciso di escludere dal decreto Fer 1.