Riceviamo e pubblichiamo

Scarlino Energia: «Il termovalorizzatore è chiuso, i miasmi continuano»

«Non esiste alcun centro di riciclo, non c’è abbastanza raccolta differenziata, non c’è l’inceneritore, ci sono 36 disoccupati in più e 21 assunzioni sicure in meno»

[11 Marzo 2019]

Mi permetto di intervenire con due battute sulle recenti dichiarazioni del Sindaco di Follonica e del Comitato No inceneritore di Scarlino, perché ne va della nostra dignità personale, sia dell’azienda che presiedo che dei lavoratori messi in ginocchio da ricorsi di lor signori.

Al Sindaco faccio notare che lui, nero su bianco, ha dichiarato una cosa falsa citando Scarlino Energia tra le cause dei miasmi (almeno nel passato, essendosi poi reso conto che siamo chiusi, a questo punto, da quasi 4 anni). Non lo quereliamo perché non siamo molto fortunati con le sentenze, ma lo sfidiamo a provare quanto da lui affermato, sempre che non voglia contraddire però quanto certificato nella Dichiarazione Ambientale del Comune di Follonica del 2018 dove è scritto a pag. 36 punto 9.8 – Qualità dell’aria “che i miasmi sono dovuti sia dall’H2S emesso dall’area industriale che dall’impianto di smaltimento delle acque reflue urbane o eventuali infrastrutture adibite al collettamento liquami”. Ora noi con le fogne non ci s’entra nulla come del resto l’H2S è direttamente collegabile ad altri – e ben noti – processi produttivi. Un conto è dire genericamente “area industriale” un conto è citare per nome e cognome Scarlino Energia. Questo per noi è inaccettabile.

Al Comitato, che non ci ha fatto mancare la sua opinione sul ricollocamento dei nostri dipendenti, faccio invece notare che, pur essendo sulla breccia da più di vent’anni, ancora non hanno capito che il recupero di materia si ottiene dai rifiuti differenziati mentre l’incenerimento riguarda il recupero di energia da ciò che non si è voluto o potuto riciclare. Questi due metodi di recupero sono separati, indipendenti ed ognuno trova una soluzione alla propria frazione. Quindi entrambi indispensabili nel ciclo integrato dei rifiuti. Avete proposto la realizzazione di un centro di recupero materia alternativo all’incenerimento, come se l’uno potesse escludere l’altro (ma poi di cosa stiamo parlando, di un selettore? Di un impianto di compostaggio? Di un Tmb? Di un altoforno?). Un generico centro di riciclaggio è un po’ poco, forse sufficiente per uscire sui giornali ma lascia il tempo che trova. Oppure non vorrei che si facesse riferimento al famoso “centro di riciclo di Vedelago”, proposto in ogni dì e in ogni dove da lor signori e poi visto fallire due anni fa con un buco da 14 milioni di euro.

Prima di dare lezione ai manager di Scarlino Energia, questi signori in tutti questi anni di lotte e ricorsi contro di noi, avrebbero già dovuto far raggiungere al loro Comune almeno la percentuale di legge sulla raccolta differenziata (vi devo ricordare che non superate il 44% invece del 65%, che sarebbe proprio il minimo sindacale?), nonché aver già pronto il progetto per un centro di riciclaggio, con tanto di destinazione urbanistica approvata, accordi già firmati con il gestore Sei Toscana e con l’Ato, piano industriale già finanziato…). Invece non solo non si è visto niente di tutto questo ma addirittura si è fatto chiudere il ciclo produttivo di un’azienda che stava già investendo per i continui e indispensabili miglioramenti tecnologici, e addirittura assumendo nuovi dipendenti.

Oggi, 11 marzo 2019, i miasmi continuano, non esiste alcun centro di riciclo, non c’è abbastanza raccolta differenziata, non c’è l’inceneritore, ci sono 36 disoccupati in più e 21 assunzioni sicure in meno. Un capolavoro.

di Moreno Periccioli, presidente di Scarlino Energia spa