Terremoto, Errani commissario. E ora? Realacci: «In campo strumenti tecnici, fiscali ed economici»

«Necessaria estensione e rafforzamento dell’ecobonus anche in funzione antisismica per le case e gli interi edifici, compresi quelli delle imprese»

[2 Settembre 2016]

Vasco Errani riveste oggi ufficialmente il ruolo di Commissario straordinario del governo per la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto del 24 agosto scorso: ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato la proposta del presidente Renzi, avanzata a seguito dell’esperienza maturata da Errani nelle vesti di Commissario delegato per l’attuazione degli interventi sui territori emiliani colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012.

Il Commissario – dettagliano dal governo – riferendo direttamente al presidente del Consiglio, opererà il coordinamento con le amministrazioni statali, i presidenti delle regioni e i sindaci interessati dal sisma, «nonché in stretto contatto con l’Autorità nazionale anticorruzione, per definire piani, programmi e risorse necessarie a ricostruire edifici pubblici e privati ed infrastrutture».

«Ritengo che vada garantita la massima trasparenza su tutte le fasi del post-terremoto e penso che sia una segnale positivo la nomina di Vasco Errani a Commissario per la ricostruzione data la qualità e l’esperienza della persona. Su mia proposta l’ufficio di presidenza della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera – commenta il presidente della stessa, Ermete Realacci – ha deliberato un’indagine conoscitiva del Parlamento sugli interventi relativi alla gestione dell’ emergenza, alla ricostruzione e alle politiche di prevenzione. L’obiettivo è di accompagnare l’azione del governo e del Parlamento a partire dalla legge di stabilità che dovrà essere fortemente orientata ad una nuova edilizia basata sulla sicurezza, sul risparmio energetico, sulla qualità, che può rappresentare un importante volano per l’economia del Paese. Su questi temi proseguiremo il lavoro congiunto avviato con il Senato in vista di una risoluzione comune».

In attesa che si concretizzi il confronto con le istituzioni dell’Unione europea per il via libera allo stanziamento delle necessarie risorse finanziarie da destinare alla ricostruzione e – non certo da ultimo – alla prevenzione, Realacci ricorda che «la legge di stabilità è un passaggio chiave per il progetto Casa Italia, lì bisogna trovare strumenti e risorse non solo per realizzare una ricostruzione efficace e trasparente ma anche per avviare una politica seria, ambiziosa e di lungo periodo per la qualità, il risparmio energetico e la prevenzione antisismica. Abbiamo una protezione civile e un sistema di volontariato di grande efficienza, ma il punto su cui l’Italia è indietro è la prevenzione.

L’unica misura attualmente esistente che aiuta gli interventi antisismici per i privati è stata l’estensione  dell’ecobonus alle zone 1 e 2, ma è insufficiente e non riguarda gli edifici nel loro insieme. Oggi siamo nelle condizioni di avviare una politica che favorisca da una parte interventi su edifici privati e dall’altra sulle strutture pubbliche. Sarà necessario mettere in campo vari strumenti sia tecnici, che fiscali ed economici, tra cui l’estensione e il rafforzamento dell’ecobonus anche in funzione antisismica per le case e gli interi edifici, compresi quelli delle imprese. Una detrazione fiscale che divenga un “sismabonus”. Inoltre non sono più accettabili colpevoli ostruzionismi alla adozione del fascicolo di fabbricato.

Tutto questo necessita di una mobilitazione di competenze che vanno messe in campo per un’economia che punta sulla sicurezza dei cittadini, su innovazione e qualità, che produce posti di lavoro. E mai come adesso è attuale l’articolo 54 della Costituzione (che resta invariato con il referendum): “tutti coloro che hanno incarichi pubblici devono farlo con disciplina e onore”, vale per tutti ed è obbligatorio dopo quello che è accaduto».