Bilancio approvato: 165 milioni di euro il valore totale della produzione, utile a 2 milioni

Sei Toscana, nell’ultimo anno 176mila tonnellate di rifiuti avviate a recupero

Da questa voce ricavi per 7 milioni di euro, portati in detrazione dal corrispettivo dei servizi di raccolta

[12 Maggio 2016]

A fronte di valore totale della produzione che supera i 165 milioni di euro, nel bilancio d’esercizio 2015 appena approvato dai soci di Sei Toscana (tutti i comuni delle province di Arezzo, Grosseto, Siena e sei comuni della Val di Cornia, in provincia di Livorno) c’è un utile netto di circa 2,064 milioni di euro, in crescita rispetto ai +1,8 milioni raggiunti nel 2014. Dal punto di vista industriale – comunicano dalla società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti urbani nell’area dell’Ato Toscana Sud, il primo a essere entrato a regime in tutta la Regione – nel corso del 2015 Sei Toscana ha gestito complessivamente oltre 478.000 tonnellate di rifiuti urbani e assimilati. Di queste, circa 176.000 tonnellate sono state differenziate e avviate a recupero (di materia e d’energia) ricavando poco meno di 7 milioni di euro dalla loro vendita che, in applicazione del contratto di servizio con Ato, vengono interamente portati in detrazione dal corrispettivo dei servizi di raccolta: sulla struttura complessiva dei ricavi è infatti neutro. Da Sei Toscana sottolineano  dato sugli investimenti, che nel 2015 ha raggiunto quota 16 milioni di euro (+23%), circa 3 milioni in più rispetto al primo anno di gestione.

«Sono dati positivi – spiega l’amministratore delegato di Sei Toscana, Eros Organni (nella foto) – Nel corso del 2015 è proseguito il processo di consolidamento del nuovo modello di gestione integrata di ambito sull’intero territorio dell’Ato Toscana Sud e, a far data dal 1 novembre scorso, è stato completato il previsto allargamento della gestione anche ai sei comuni della Val di Cornia. La presenza di una società di gestione come Sei Toscana, operante con una particolare attenzione ai principi di equilibrio economico e finanziario della gestione, ha riacceso un forte interesse del sistema del credito ed è stato così possibile effettuare importanti investimenti capaci di far fronte alle situazioni di inefficienza e obsolescenza».

In particolare, gli investimenti di Sei Toscana si sono concretizzati nell’acquisto di 160 nuovi mezzi per la raccolta e lo spazzamento, circa 15.000 nuovi contenitori per rifiuti oltre ad interventi di ristrutturazione e\o realizzazione su più di 20 strutture a servizio della raccolta; in 11 comuni è stata introdotta la raccolta differenziata porta a porta, e in altri potenziata quella stradale. Servizi che hanno un costo, comunque lenito grazie alle economie di scala raggiunte con le dimensioni di gestore unico dell’Ato. «Siamo partiti da una situazione molto eterogenea come dato di raccolta differenziata nel territorio in cui operiamo – spiega il presidente di Sei Toscana, Simone Viti – e l’obiettivo è quello di arrivare al 70% di raccolta differenziata previsto dal Piano della Regione Toscana ed almeno al 50% di effettivo riciclo, come previsto dalla direttiva europea, nei prossimi cinque anni».

Chiudere correttamente il ciclo integrato dei rifiuti urbani porta benefici ambientali, ma per farlo è necessario sostenere dei costi economici (ampiamente ripagati dall’abbattimento di esternalità negative come l’inquinamento, che però non sono contemplate nei bilanci aziendali). D’altronde già il compianto Barry Commoner a sintesi delle leggi fondamentali dell’ecologia ne poneva una molto chiara: non ci sono pasti gratis. «In ecologia, come in economia – spiega uno dei padri nobili dell’ambientalismo scientifico nel suo celebre “Il cerchio da chiudere” – non c’è guadagno che possa essere ottenuto senza un certo costo». Una realtà che si tende a dimenticare.

L. A.