Riceviamo e pubblichiamo

Turismo: «O si cambia, o si muore (di post-virus)»

Canovaro: ripresa nel segno del trinomio ambiente – cultura – sviluppo

[23 Aprile 2020]

La partita che si giocherà nelle prossime settimane all’Isola d’Elba sull’organizzazione della stagione turistica in tempi di Coronavirus, sarà decisiva, non solo per la prossima stagione, ma anche per quelle a venire dopo. La reattività dei flussi turistici di fronte alle opzioni che i vari territori nazionali porranno in campo, sarà decisiva, e non solo per la prossima stagione. Ecco perché, ad esempio, avere le spiagge pronte fin da giugno potrà essere un primo fattore decisivo. I comuni devono saper svolgere la propria parte con la massima sollecitudine e anche con strumenti e sinergie che forse prima d’ora non sono stati sperimentati. Ed in quest’ottica, un ruolo strategico fondamentale lo potrebbero svolgere soprattutto le varie associazioni di categoria, come ad esempio, quella dei balneari associati a livello regionale, ma che all’Elba, purtroppo non mi risulta che esistano, rappresentando ciò, ovviamente, un gap rispetto agli altri territori toscani. Idem, per ciò che riguarda la capacità di offrire una recettività retro e fronte spiaggia, che tenga conto delle difficoltà del distanziamento sociale, e che proprio per questo sia capace di attivare nuovi strumenti ed incentivi, operativi ed anche economici, che attirino l’attenzione del turista.

Ma la partita si svolgerà anche su un altro settore, quello del turismo culturale. Da noi, questo target di visitatori, è sempre stato visto come un consumatore finale, un cliente, al pari di quelli che si sdraiano sulla spiaggia, tutto sole e mare, anziché il destinatario di un opzione culturale destinata a durare nel tempo. Fare filiera, fare squadra, ricercare un’ integrazione culturale “di prossimità”, visto che ogni territorio dell’Isola può vantare inestimabili tesori archeologici, naturalistici, documentari. Se non poniamo in collegamento la villa romana di Cavo con quella delle Grotte, oppure il Mausoleo Tonietti alla Casetta Drout di Marciana Marina, l’eremo di Santa Caterina con la Madonna del Monte (sono solo esempi), l’offerta culturale sarà percepita come parziale, scarsa, e quindi non funzionale allo spirito nuovo che sempre di più aleggerà in un turista destinato a diventare sempre più selettivo nelle sue scelte. Anche perché avrà meno soldi e meno tempo per farle.

O si capisce che non può più essere così, o si muore. Teniamo presente che 7 milioni di studenti, da casa, rappresentano un pubblico notevole da coinvolgere, interessare, anche divertire in modo intelligente. Poi, il ruolo strategico che avrà la Gestione Associata del Turismo. E’ sbagliato che i sindaci si chiudano in una sorta di oligarchia autoreferenziale che abita sulla cima di un monte: se una cosa il virus ce l’ha insegnata, è che non ci si salva da soli. Questo il sindaco di Rio, per fare un esempio a me vicino, non l’ha capito, e non da ora, ed infatti sarà colpevole di provocare scelte irreversibili sul territorio che gli daranno la mazzata finale. La GAT dovrà trasformarsi in un contenitore che ha al suo interno in via permanente le categorie, così come le rappresentanze istituzionali di tutti i comuni (non solo i sindaci, ai quali poi spetterà la fase operativa/ esecutiva), così come gli operatori di continuità territoriale, così come le associazioni culturali elbane maggiormente rappresentative, Legambiente, e soprattutto il Parco Nazionale dell’Arcipelago. Non parlo di quello Minerario di Rio, che gli attuali amministratori comunali hanno ridotto ad un contenitore vuoto, destinato a non potersi espandere per carenza di strategia e soprattutto di spazi fisici (al Palazzo Governativo ci trasferiranno il comune!!!), e quindi clinicamente destinato a morire di asfissia.

Se non parte una nuova epoca nella quale la collaborazione istituzionale sarà massima e a tutti i livelli, priva di autoreferenzialità, dove tutti si dovranno impegnare a “deporre le armi” per il bene comune dell’Elba, con il compito soprattutto di volare verso aperture e spazi non sperimentati fino ad oggi, nel segno del trinomio ambiente – cultura – sviluppo, prevedo che ipotecheremo negativamente non solo il futuro della prossima stagione, ma anche di quelle successive.

di Umberto Canovaro, capogruppo gruppo consiliare Terra Nostra – Comune di Rio