Ue si presenta ad Addis Abeba: «Leader mondiale per le risorse per lo sviluppo sostenibile»

Le contraddizioni “greche” lasciate fuori dalla Terza conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo

[13 Luglio 2015]

Nella capitale etiope Addis Abeba ha preso il via la Terza conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo, che dovrebbe condurre a un accordo sui mezzi di attuazione finanziari e non finanziari (aiuti, investimenti, politiche, ecc.) per sostenere l’Agenda per lo sviluppo post-2015 e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS).

La Commissione europea in una nota sottolinea che «l’accordo getterà le basi per altre due tappe fondamentali: l’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà a New York a settembre, in cui si deciderà l’elenco degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, e la Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici (Cop), sempre dell’Onu, che si terrà a Parigi nel mese di dicembre».

L’Ue auspica che ad Addis Abeba «venga adottato un accordo basato su un nuovo partenariato globale che coinvolga tutti i paesi del mondo e che sia in grado di mobilitare tutte le risorse possibili per finanziare l’Agenda per lo sviluppo post-2015 (i cosiddetti “mezzi di attuazione”). Tre sono i temi chiave: Integrazione — il nuovo partenariato globale dovrebbe riguardare l’intera Agenda post-2015 e affrontare le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (economica, sociale e ambientale) in maniera integrata. Completezza —il nuovo partenariato globale dovrebbe basarsi sulla mobilitazione e sull’uso efficace di tutti i “mezzi di attuazione” pertinenti, siano essi finanziari o di altro tipo, e dotarsi di politiche solide e di un ambiente che favorisca la crescita economica in tutti i paesi. Universalità —il nuovo partenariato globale si baserà sull’equo contributo di tutti. Tutti i paesi dovranno adottare le misure necessarie in termini di azione politica e di mobilitazione delle risorse».

A leggere questi impegni vengono in mente le contraddizioni “greche” delle istituzioni burocratiche e politiche dell’Unione europea, un’immagine che non ci fa certo onore nel resto del mondo e che ha leso, con la testarda rigidità vendicatrice tedesca, il prestigio europeo. Ma alla vigilia della conferenza, l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini ha evidenziato che «Il 2015 è un anno cruciale per la lotta contro la povertà e la promozione dello sviluppo sostenibile. Dobbiamo essere ambiziosi se vogliamo realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissati: eliminare la povertà estrema e garantire a tutti un futuro sostenibile. Per questo è necessario rendere più autonome le persone, iniziando dalle donne e dalle ragazze, combattere la disuguaglianza, promuovere società pacifiche e creare una prosperità condivisa attraverso una crescita che sia inclusiva e sostenibile. Si tratta di un compito impegnativo, che potrà essere portato a termine solo se tutti noi ci impegneremo con coerenza e se sapremo unire le forze all’interno di un solido partenariato globale».

Il commissario europeo per la cooperazione internazionale e lo sviluppo, Neven Mimica, ha aggiunto che «L’Ue nel suo complesso costituisce già il maggiore donatore di aiuti pubblici allo sviluppo ed è all’avanguardia nella progettazione e nell’utilizzo di meccanismi di finanziamento innovativi: entro il 2020 dovrebbero essere mobilitati con il finanziamento misto 100 miliardi di euro. Inoltre abbiamo il mercato più aperto ai Paesi in via di sviluppo. Intendiamo non solo continuare a fare la nostra parte ma anche intensificare il nostro impegno per promuovere lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo, con particolare attenzione ai paesi più bisognosi».

Durante la conferenza Mogherini e Mimica avranno una serie di incontri bilaterali con i rappresentanti dei governi, delle organizzazioni internazionali e della società civile. Il 15 luglio Mimica parteciperà a due eventi organizzati in collaborazione con l’Ue a margine della conferenza, il primo sul sostegno internazionale alla mobilitazione delle risorse nazionali e il secondo sul settore privato e il finanziamento misto.

Ecco come l’Ue contribuirà all’attuazione dell’Agenda per lo sviluppo post-2015:

L’Ue è il primo donatore a livello mondiale, avendo fornito collettivamente nel 2014 aiuti pubblici allo sviluppo (APS) per oltre 58 miliardi di euro. L’Unione è impegnata a raggiungere l’obiettivo delle Nazioni Unite di mobilitare un livello di APS pari allo 0,7% del reddito nazionale lordo (RNL) entro il termine previsto dall’Agenda post-2015. L’UE si impegna inoltre a fornire collettivamente lo 0,15-0,20% del rapporto APS/RNL ai paesi meno sviluppati (PMS) entro tempi brevi, per arrivare quindi allo 0,20% entro il termine previsto dall’Agenda post-2015.

L’Ue mobiliterà più di finanziamenti allo sviluppo attraverso la collaborazione con il settore privato: entro il 2020 tramite il meccanismo del finanziamento misto saranno mobilitati circa 100 miliardi di euro.

Il 20% dell’assistenza dell’Ue sarà destinato alla lotta contro i cambiamenti climatici: circa 14 miliardi di euro fino al 2020.

L’Ue è il mercato più aperto del mondo — offre ai paesi meno sviluppati un accesso al mercato in esenzione da dazi e contingenti per i loro prodotti. Il totale delle esportazioni di questi paesi verso l’Ue supera attualmente i 35 miliardi di euro all’anno. Inoltre l’Ue è il maggior fornitore di aiuti per il commercio.

Orizzonte 2020, il programma quadro dell’Ue per la ricerca e l’innovazione (77 miliardi di euro), è aperto alla partecipazione dei ricercatori provenienti dai paesi in via di sviluppo.

Entro il 2030 l’Ue contribuirà a far uscire dalla fame e dalla malnutrizione 500 milioni di persone favorendo l’agricoltura sostenibile e la nutrizione sostenibile.

Entro il 2030 l’Ue contribuirà a far uscire dalla povertà energetica 500 milioni di persone.

Società pacifiche — l’Ue contribuisce al miglioramento della governance e si impegna per consentire alle persone di vivere in sicurezza. Oltre la metà del finanziamento bilaterale dell’Ue per lo sviluppo continuerà a essere destinato a Stati fragili o teatro di conflitti.