Un’isola ecologica per il porto di Lampedusa

[16 Luglio 2014]

Mentre continuano gli sbarchi dei migranti e centinaia di profughi vengono strappati dai barconi sovraccarichi e dalle grinfie dei mercanti di carne umana, nell’isola simbolo della migrazione Mediterrana ora ai margini dell’esodo, Lampedusa, si cerca di trovare la normalità nella qualità ambientale, a cominciare dall’olio lubrificante usato che è uno tra i rifiuti più pericolosi per l’ambiente: 4 Kg, quanto il cambio di un’auto, per intenderci, inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche, e causano la morte per asfissia della fauna e della flora marina, nonostante questo, lo sversamento illecito degli oli è un fenomeno ancora troppo sottovalutato.

Con l’approdo di Goletta Verde a Lampedusa, il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati – main partner della storica campagna estiva di Legambiente – ha voluto donare al Comune un’isola ecologica che sarà attivata entro la fine della stazione balneare ed all’interno della quale saranno posti un serbatoio da 500 litri per la raccolta dell’olio usato e un contenitore per la raccolta delle batterie esauste. Nella nuova isola ecologica saranno conferiti almeno 1.000 litri l’anno di olio usato, che se venissero gettati in mare potrebbe inquinare una superfice d’acqua di 1.250.000 m2.

Presentando l’isola ecologica, Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, ha sottolineato che «I tanti episodi di sversamenti di oli esausti che si consumano ogni anno nell’indifferenza totale confermano l’importanza di un presidio attento e costante del nostro mare anche sotto questo delicato aspetto Non solo è necessario non abbassare la guardia e fare in modo che le risorse destinate alla tutela dell’ambiente e a queste attività di prevenzione siano sempre garantite per fare in modo di offrire sempre più servizi nei porti italiani. A Lampedusa, l’isola ecologica del porto è stata fortemente voluta dall’amministrazione comunale e della Capitaneria di Porto. Abbiamo colto l’occasione della tappa di Goletta Verde per raccogliere l’interesse del  COOU a realizzarla oltre che la responsabilità di Cobat, Consorzio nazionale raccolta e riciclo, per un successivo adeguamento del punto di raccolta anche per il recupero delle batterie al piombo esauste».

In Sicilia solo il porto di Riposto (Catania) era già attrezzato al conferimento dell’olio usato. Sugli oltre 200 porti turistici italiani solo una trentina sono attrezzati per la raccolta dell’olio lubrificante usato con un’apposita “Isola del porto”, mentre tutti gli altri restano ancora scoperti. Marco Paolilli, responsabile della rete di raccolta del Coou, ha spiegato  che «Si tratta di un grande passo in avanti in difesa dell’ambiente e del mare di Lampedusa al quale stiamo lavorando con le autorità locali – non dimentichiamo che anche una piccola imbarcazione produce una quantità tale di olio usato che, se gettato in mare, inquina irrimediabilmente l’ambiente».

Un progetto che si inserisce nelle politiche di tutela e valorizzazione ambientale già avviate dal Comune di Lampedusa e Linosa e la sindaca Giusi Nicolini ha detto: «A nome del nostro comune ringraziamo Legambiente e il Coou per aver scelto Lampedusa per avviare questo importante progetto Ora speriamo che la Regione approvi al più presto il Piano rifiuti portuale in modo da consentirci di proseguire sulla strada della maggiore tutela ambientale dell’isola. Si tratta di un tassello importante, che si aggiunge alle tante attività già avviate e portate avanti a Lampedusa, prima fra tutte la difesa e valorizzazione della Riserva naturale, per portare avanti con efficacia politiche e progettualità innovative e sostenibili che possono rappresentare un volano di sviluppo economico solido e duraturo».