Akon, la star dell’hip-hop che vuole dare energia solare a metà degli africani

In Mali via libera alla costruzione di una centrale fotovoltaica da 33 MW. Solare per il dopo guerra

[13 Luglio 2015]

Akon, nato nel Missouri ma di origini senegalesi, mito vivente dell’hip-hop e dell’R&B e producer, dice che  un fornire energia solare a centinaia di milioni di africani  è  «Un gioco da ragazzi».

L’artista, che attualmente è in Mali, è reduce dal Leader Energy Group tenutosi ad Abidjan, in Costa d’Avorio, al quale hanno partecipato i premier di Benin, Costa d’Avorio, Mali, Niger e Togo,  dove si è parlato delle energie rinnovabili, ed è convinto che un’Africa sostenibile diventerebbe con il tempo un sostegno per il resto del mondo e non il contrario come accade oggi.

Intervenendo al Leader Energy Group, di fronte ad una platea di imprenditori e politici che stanno lavorando per sviluppare strategie per affrontare la crisi energetica dell’Africa occidentale, Akon ha sottolineato che «In Africa, a causa della mancanza di infrastrutture, abbiamo bisogno che le e istituzioni finanziarie ne facciano maggiormente parte e che collaborino anche con le persone che hanno una visione per l’Africa».

Più di 1,3 miliardi di africani non hanno accesso all’elettricità  e solo il 5% di chi vive nell’Africa sub-sahariana ha l’elettricità.

Questo enorme deficit energetico e sociale ha spinto l’artista senegalese-statunitense a lanciare  nel 2014 l’iniziativa Akon Lighting Africa (ALA), che punta a portare l’energia solare a 600 milioni di africani che vivono senza elettricità.

Finora, ‘ALA ha fornito lampioni solari, micro-generatori, stazioni di ricarica e kit per la casa in 14 paesi: Benin, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Guinea Equatoriale, Gabon, Guinea, Kenya, Namibia, Madagascar, Mali, Niger, Nigeria, Senegal e Sierra Leone.

Akon ha detto a Abidjan: «La mancanza di energia ci ha impedito di fare le cose che dobbiamo fare. Non c’era elettricità sufficiente andare avanti» ed è convinto che, per fare in modo che l’Africa si sviluppi come il resto del mondo, «Il solare è la maggiore soluzione e la più veloce».

Negli ultimi 10 anni, a livello mondiale, il prezzo dei pannelli solari è notevolmente diminuito, raggiungendo il minimo nel 2014. ALA lavora con una linea di credito da un miliardo di dollari e con pannelli di un fornitore di sistemi solari cinese, permettendo così ai Paesi africani di pagare il debito nel corso del tempo.

Akon spiega ancora: «Vogliamo responsabilizzare le persone a sviluppare le loro opportunità. Ma  prima di ottimizzare le prestazioni bisogna educarli. Così abbiamo sviluppato l’università, che si concentra sulla fornitura di energia solare e la manutenzione, in modo che alla fine possano inventare loro la tecnologia».

Infatti, il progetto, invece di far cadere dall’alto una tecnologia su villaggi che ne ignorano ogni caratteristica, attraverso il programma di formazione Solar Academy, insegna anche ai cittadini africani come funziona l’energia solare e come si installa e Akon spiega ancora: «In ogni paese andiamo, vogliamo che quel villaggio resti sostenibile, e promuovere l’imprenditorialità. Il coinvolgimento del resto del mondo, sarà la chiave. Dovrà essere avviato dagli africani, ma la tecnologia che  il mondo ha da offrire deve essere condivisa».

Il summit del Leader Energy Group è stato il primo del suo genere in africa a discutere di partnership tra imprese private e agenzie statali nel campo delle energie rinnovabili e ne è venuto fuori che le imprese pubblico-private sono il miglior modo per sviluppare il fotovoltaico.  Un esempio è quello del Mali, dove l’IFC, del Gruppo della Banca mondiale, ha annunciato che IFC InfraVentures e Scatec Solar, che rappresenta in Mali  Africa Power 1, hanno firmato accordi con il governo del Mali per sviluppare il progetto  fotovoltaico , Scatec Ségou, da 55 milioni di dollari a Ségou, a 240 km dalla capitale Bamako. Il progetto, che fa parte degli sforzi del Mali per uscire da un dopoguerra non ancora del tutto iniziato, comprende lo sviluppo, la costruzione e il finanziamento di una centrale fotovoltaica da 33 MW.

Se ALA non è il primo progetto di energia solare in Africa la celebrità Akon, insieme ad un’aggressiva campagna informativa sulle occasioni di lavoro offerte dall’energia solare  e per far diventare energeticamente autosufficienti intere comunità grazie a partnership  pubblico-privato, rende il progetto unico. Da quando è stato avviato nel 2014 si è conquistato l’attenzione dei media, cosa che ha attratto l’attenzione dei governi che hanno iniziato ad accarezzare l’idea di investire in fonti di energia rinnovabili. Il primo ministro della Costa d’Avorio, Daniel Kablan, ha detto che «Le compagnie energetiche indipendenti sono la chiave per lo sviluppo di rete elettrica in Africa, soprattutto grazie alle loro capacità finanziaria. Gli Stati africani devono effettuare profonde riforme strutturali e settoriali, in particolare la liberalizzazione del settore elettrico. Le compagnie dovrebbero assumersi la maggior parte delle spese a causa degli spesso notevoli investimenti che sono praticamente impossibili da finanziare con i soli bilanci statali. L’Africa ha il  15% della popolazione mondiale, ma consuma solo il 3% dell’energia elettrica mondiale, cosa che ostacola notevolmente lo sviluppo economico del continente».

Akon è convinto che «Ci sono tante istituzioni alle quali puoi fare appello. Ci sono i regolamenti e le leggi diverse da rispettare, e due o tre Paesi potrebbero essere in conflitto. Ma alla fine si tratta di stare tutti insieme. Il progetto ha carattere unitario e, concentrandosi su solare, è stato un catalizzatore per rifornire una parte significativa del mondo di qualcosa più vicino a ciò che è disponibile nelle società occidentali».

Solo il 17% del territorio dell’Africa sub-sahariana è collegato alla rete elettrica e, secondo il Facebook’s 2015 connectivity report appena la metà poteva permettersi abbastanza energia per  mandare  SMS e messaggi di posta elettronica. Inoltre, gli africani subsahariani che hanno accesso a telefoni cellulari vanno spesso ne i centri di ricarica dove si paga 91 dollari di “tessera”, un’enormità in alcune aree dell’Africa dove si vive con pochi dollari al giorno.

Akon spera di estendere ALA in altre 11 Paesi entro la fine del 2015 e in tutta l’Africa entro il 2020, per dare modo alle nuove generazioni e africane di esprimersi e di farsi conoscere e conoscere il mondo.