Una bella storia italiana di droni e fotovoltaico

[18 Giugno 2014]

Quattro ricercatori del Politecnico di Milano (Grimaccia, Leva, Mussetta, Aghaei) hanno ideato e sviluppato un nuovo sistema di monitoraggio degli impianti fotovoltaici basato sull’utilizzo di droni. Lo studio è stato pubblicato sull’IEEE Journal of Photovoltaics  con il titolo “Light Unmaneed Aerial Vehicles (UAVs) for Cooperative  Inspection of PV Plants” e si basa su quella che i ricercatori italiani definiscono un’idea semplice: «I droni montano sensori di vario tipo, nello specifico fotocamere, termocamere o sensori ottici, e, sorvolando moduli fotovoltaici di impianti fotovoltaici di ogni genere e dimensione, ne effettuano un monitoraggio puntuale ed affidabile in modo veloce, preciso, efficiente, sicuro e versatile».

Negli Usa i droni come quelli di Skycatch, una startup finanziata da Google,  vengono già utilizzati per tenere sotto controllo i giganteschi impianti fotovoltaici o i campi eolici, anche per segnalare la presenza di fauna protetta.

Il gruppo di ricerca del Politecnico milanese ha un progetto di collaborazione sul monitoraggio  del fotovoltaico  con la torinese Nimbus, attiva da anni nel settore dei velivoli senza pilota  e che ha già ottenuto diversi permessi di volo dall’Enac. Secondo la ricerca «Il valore aggiunto del sistema consiste nella possibilità di utilizzare contemporaneamente sensori diversi e di poterli combinare a piacere a seconda delle necessità, per una corretta e rapida identificazione del guasto o altra anomalia.  I moduli fotovoltaici sono infatti componenti chiave degli impianti fotovoltaici perché responsabili della conversione della radiazione solare in energia elettrica. Un buon monitoraggio dei moduli risulta quindi cruciale per una tempestiva ed efficace manutenzione dell’impianto, così da ottenere le migliori prestazioni possibili e programmare al meglio attività di manutenzione straordinarie o eventuali revamping dell’impianto».

Al Politecnico di Milano sottolineano che «I difetti dei moduli fotovoltaici possono essere visibili ad occhio nudo come ad esempio delaminazione, bolle, incrinature, ingiallimenti, disallineamenti, corrosioni e ossidazioni. Questi difetti possono essere individuati facilmente con una foto/videocamera e sono spesso dovuti a condizioni ambientali ostili quali salsedine, grandine, neve, polvere, gas corrosivi. Altri difetti sono invece propriamente difetti di fabbricazione come ad esempio le “bave di lumaca” e le microrotture. Questi difetti sono quelli che maggiormente pregiudicano le prestazioni di un impianto e possono essere meglio ispezionabili con l’ausilio di sensori ottici avanzati e termocamere».