Biocarburanti, nuove disposizioni Ue sulla destinazione d’uso dei terreni

[15 Settembre 2015]

I biocarburanti attuali sono prodotti principalmente partendo da colture che sfruttano superfici già destinate all’agricoltura. Ma il cambiamento indiretto della destinazione dei terreni – ossia da produzione alimentare e di mangimi a produzione di biocarburante – può generare significativi impatti ambientali come le emissioni di gas a effetto serra. Per questo motivo l’Ue modifica la direttiva sulla qualità della benzina e del combustibile diesel e la direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, pubblicando sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi la nuova direttiva che contiene alcune disposizioni per fronteggiare l’impatto del cambiamento indiretto della destinazione dei terreni.

In base alle previsioni della domanda di biocarburanti fornite dagli Stati membri e alle stime delle emissioni legate al cambiamento indiretto della destinazione dei terreni per le diverse materie prime del biocarburante, è probabile che le emissioni di gas a effetto serra legate a ciò siano significative e che possano annullare, in parte o complessivamente, le riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra legate ai singoli carburanti. Ci si attende, infatti, che nel 2020 quasi l’intera produzione di biocarburante proverrà da colture che sfruttano superfici che potrebbero essere utilizzate per soddisfare il mercato alimentare e dei mangimi. Al fine di ridurre tali emissioni, l’Ue distingue le colture oleaginose, le piante da zucchero e cerealicole e altre colture amidacee. Promuove la ricerca e lo sviluppo in relazione a nuovi biocarburanti avanzati che non siano in concorrenza con le colture alimentari. Esamina ulteriormente l’impatto dei diversi gruppi di colture sul cambiamento, sia diretto che indiretto, della destinazione dei terreni.

L’Ue si aspetta che i biocarburanti avanzati con impatto ridotto sul cambiamento indiretto della destinazione dei terreni e che consentono significative riduzioni globali delle emissioni di gas a effetto serra, nonché la relativa promozione, continuino a svolgere un ruolo importante per la decarbonizzazione dei trasporti e lo sviluppo di tecnologie di trasporto a basse emissioni di carbonio successivamente al 2020.

È probabile che i carburanti liquidi rinnovabili siano richiesti dal settore dei trasporti al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di quest’ultimo. I biocarburanti avanzati, come quelli prodotti da rifiuti e alghe, consentono significative riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra, con un limitato rischio di causare un cambiamento indiretto della destinazione dei terreni, e non concorrono direttamente per lo sfruttamento di terreni agricoli con le colture destinate alla produzione alimentare e di mangimi. Per questo l’Ue cerca di incoraggiare il potenziamento delle attività di ricerca, sviluppo e produzione inerenti a tali biocarburanti avanzati, dal momento che attualmente non sono disponibili in commercio in grandi quantità, in parte a causa della concorrenza con tecnologie consolidate in materia di biocarburanti ottenuti a partire da colture alimentari per l’ottenimento di sovvenzioni pubbliche.

In tale contesto ciascuno Stato membro dovrebbe promuovere il consumo di biocarburanti avanzati e cercare di raggiungere un livello minimo di consumo di biocarburanti avanzati nel proprio territorio, fissando un obiettivo nazionale giuridicamente non vincolante.

Così come in ogni misura di incentivazione della promozione dei biocarburanti a basso rischio di cambiamento indiretto di destinazione dei terreni ovvero in ogni misura volta a ridurre al minimo gli incentivi alla frode in relazione alla produzione di tali biocarburanti, ciascuno Stato membro dovrebbero prestare la dovuta attenzione al principio della gerarchia dei rifiuti. Tutto ciò affinché gli incentivi a utilizzare tali materie prime per biocarburanti non contrastino gli sforzi volti a ridurre i rifiuti e ad aumentare il riciclaggio e l’uso efficiente e sostenibile delle risorse disponibili.

La direttiva sui rifiuti cerca di agevolare l’Unione ad avvicinarsi all’obiettivo di diventare una “società del riciclaggio” Cerca, infatti, di evitare la produzione di rifiuti e di utilizzare i rifiuti come risorse. La gerarchia dei rifiuti stabilisce in generale un ordine di priorità di ciò che costituisce la migliore opzione ambientale nella normativa e politica dei rifiuti. Gli Stati membri dovrebbero sostenere l’uso di materiali riciclati in linea con la gerarchia dei rifiuti e con l’obiettivo di diventare una società del riciclaggio e, laddove possibile, non promuovere, lo smaltimento in discarica o l’incenerimento di detti materiali riciclati. Alcune delle materie prime che presentano un basso rischio di cambiamento indiretto di destinazione dei terreni possono essere considerate rifiuti. Tuttavia, potrebbero ancora essere utilizzate per altri scopi aventi una priorità superiore rispetto al recupero di energia in base alla gerarchia dei rifiuti.