I combustibili fossili potrebbero essere eliminati in 10 anni in tutto il mondo

La rivoluzione energetica è già in corso, i combustibili fossili hanno gli anni contati

[18 Aprile 2016]

Secondo lo studio “How long will it take? Conceptualizing the temporal dynamics of energy transitions”, pubblicato su Energy Research & Social Science, un importante think tank. energetico, da Benjamin K. Sovacool, del Department of business and technology dell’università danese di Aarhus e  University, della Science Policy Research Unit (SPRU) della School of business, management, and Economics dell’università britannica del Sussex, la dipendenza di tutto il mondo dalla  combustione di combustibili fossili per produrre energia potrebbe essere gradualmente eliminata in un decennio,

Sovacool, è convinto che «la prossima grande rivoluzione energetica potrebbe avvenire in una frazione di tempo rispetto ai grandi cambiamenti nel passato. Ma per arrivarci ci vorrebbe una collaborazione interdisciplinare, uno sforzo multi-scalare. E questo sforzo deve imparare dai trials e dalle tribolazioni di sistemi energetici e transizioni della tecnologia precedenti».

Su Energy Research & Social Science  Sovacool analizza le transizioni energetiche nel corso della storia e sostiene che «guardando solo al passato spesso si può dipingere un quadro troppo fosco e inutile. Per esempio, per il passaggio dal legno al carbone in Europa ci sono voluti tra  i 96 ei 160 anni, mentre per l’energia elettrica ci sono voluti da  47 a 69 anni perché diventasse di utilizzo comune. Ma questa volta il futuro potrebbe essere diverso: la scarsità di risorse, la minaccia del cambiamento climatico e il notevolmente migliorato delle conoscenze tecnologiche e l’innovazione potrebbero notevolmente accelerare un cambiamento globale per un futuro energetico più pulito».

Lo studio evidenzia numerosi esempi di transizioni veloci che sono spesso trascurati dagli analisti. «Ad esempio – dicono all’università del Sussex – l’ Ontario ha completato la transizione dal carbone tra il 2003 e il 2014; a un importante programma di energia per le famiglie in Indonesia ci sono voluti solo tre anni per far passare i due terzi della popolazione dalle stufe a cherosene alle stufe a GPL». Un altro esempio, molto controverso ma che dimostra quanto l’intervento pubblico e politiche energetiche “decise” possano cambiare la struttura stessa delle forniture energetiche è quello del programma nucleare della Francia  che «ha visto salire a razzo le forniture dal 4% del mercato del rifornimento di energia elettrica nel 1970 al 40% nel 1982». In ognuno di questi casi c’è stato un forte intervento pubblico unito ai cambiamenti nel comportamento dei consumatori, spesso favoriti  da incentivi e dalla pressione degli stakeholders.

Secondo Sovacool, «La visione tradizionale delle transizioni energetiche  come affari lunghi e protratti, che spesso richiedono decenni o secoli per  verificarsi, non è sempre supportata da prove. Il passaggio ad un nuovo sistema di energia più pulita richiederebbe cambiamenti significativi nella tecnologia, nei regolamenti politici, nelle tariffe e nei regimi dei prezzi e il comportamento degli utenti e di chi li adotta. Lasciando che questo si evolva da solo –  come è stato in gran parte in passato – può infatti richiedere molti decenni. Dovrebbero allinearsi un sacco di stelle tutte in una volta Ma abbiamo imparato abbastanza dalle transizioni precedenti  e credo che le trasformazioni future possano avvenire molto più rapidamente».

Insomma, anche se lo studio suggerisce che dati storici possono farci comprendere meglio  come possiamo realizzare le transizioni energetiche macro e micro, ormai, con la rapidità dello sviluppo tecnologico, non sono più sufficienti a capire quanto ci vorrà a fare la nuova rivoluzione energetica.  Sovacool è convinto che sia già in corso, anzi, che sia già in corsa.