Coordinamento Free: il Piano nazionale integrato energia clima deve puntare su biogas e filiera del bosco

Cib sul PNIEC: digestione anerobica per integrare politica energetica e agricoltura sostenibile

[2 Ottobre 2019]

Intervenendo al convegno “Il ruolo del settore agricolo e forestale nel Piano Nazionale Energia Clima” organizzato a Roma dal Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica (Coordinamento Free), il presidente Giovan Battista Zorzoli ha sottolineato che «Il contributo previsto delle bioenergie, se correttamente programmato, incide positivamente sull’economia delle aziende agricole, come dimostrano le procedure di produzione del biogas, denominate “biogasfattobene”, ideate e applicate in Italia, e sulla gestione sostenibile del sistema boschivo. Effetti che vanno tenuti presenti nel definire le misure per la promozione delle bioenergie».

Il convegno è stato l’occasione per proseguire il confronto pubblico, avviato dal Coordinamento Free, sulle ricadute economiche e occupazionali degli obiettivi al 2030, indicati nel Pniec, piano nazionale integrato per l’energia e il clima. Le proposte avanzate da Coordinamento Free, durante le sessioni del convegno, sono state oggetto di confronto con i rappresentanti del mondo imprenditoriale e politico.

Marino Berton dell’Associazione italiana energie agroforestali (Aiel, ha ricordato che «E’ oggi possibile attivare uno sviluppo economico locale sostenibile legato alla gestione del bosco della sua filiera, che valorizzi le risorse umane del posto, soprattutto quelle più giovani, creando posti di lavoro nella produzione forestale, nella prima lavorazione per la produzione di materiali grezzi e semilavorati per fini strutturali, artigianali ed energetici. Il territorio coperto da bosco negli ultimi anni in Italia è cresciuto, ma in pochi sanno che è cresciuto per ragioni legate al caso e non per una politica consapevole dell’ambiente».

IL CIB ­– Consorzio Italiano Biogas ha evidenziato che il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC), in via di definizione, «Inquadra l’agricoltura esclusivamente come una voce passiva che contribuisce alle emissioni di gas serra. Ma il settore agricolo può fornire un contributo determinante nel prossimo PNIEC».

Il direttore del CIB, Christian Curlisi, ha fatto notare che «Sebbene i dati riportati nel Pianoribadiscano che l’agricoltura sia un settore emissivo, contribuendo per circa il 9% alle emissioni complessive, occorre anche considerare che per ridurre efficacemente le emissioni si dovrà assegnare un ruolo di primo piano alla stessa agricoltura, ponendo le condizioni affinché essa possa dispiegare il proprio potenziale di mitigazione. La diffusione del modello di produzione agricola integrata con la digestione anaerobica con produzione di biogas e biometano può intervenire positivamente sul 50% delle emissioni agricole di gas serra, riducendole. Secondo elaborazioni CIB su dati ISPRA, infatti, la digestione anaerobica potrebbe agire positivamente su oltre 14.500 mega tonnellate di CO2eq all’anno delle complessive 30 mila prodotte dalle attività agricole, grazie alla valorizzazione di effluenti zootecnici, alla riduzione drastica dei fertilizzanti chimici, all’ottimizzazione del riciclo dei nutrienti e all’adozione di tecniche avanzate di coltivazione».

A questo va aggiunto che uno degli output più importanti del processo di digestione anaerobica da matrici agricole è il digestato che può migliorare la resilienza dei terreni ed essere utilizzato in luogo dei fertilizzanti chimici. Curlisi ha aggiunto che «Non esiste alcun fertilizzante di sintesi capace di sostituire gli effetti di miglioramento della fertilità del suolo indotti dalla sostanza organica. Il confronto tra dati emissivi dei fertilizzanti di sintesi e il digestato sono impressionanti: sostituendo i fertilizzanti di sintesi con il digestato, si possono ridurre fino a 10 kg di CO2eq per metro cubo di digestato usandolo con un’efficienza compresa tra il 50 e l’80%. Sostenendo adeguatamente questa pratica, si può arrivare a un’efficienza del 100% e ottenere una riduzione doppia, ovvero circa 20 kg di CO2eq per metro cubo di digestato».

Le richieste di modifica del PNIEC avanzate dal CIB si articolano in tre punti: «Stante la potenzialità italiana di 80 TWh di gas rinnovabile – ha spiegato Curlisi – riteniamo che il PNIEC possa puntare a un obiettivo del 10% di gas rinnovabile in rete al 2030 e debba, dunque, prevedere un obiettivo di incentivazione per l’impiego di biometano nei trasporti pesanti, marittimi, nella meccanica agricola, nel trasporto aereo e ferroviario, in modo da imprimere una forte accelerazione al processo di decarbonizzazione dei trasporti difficilmente elettrificabili. Inoltre, riteniamo che il PNIEC debba confermare forme di incentivazione per il biogas agricolo nella generazione distribuita in assetto cogenerativo. Infine, dovrebbero essere previste azioni mirate a favorire un piano per la ricarbonizzazione dei terreni agrari italiani attraverso lo sviluppo delle doppie colture, la concimazione organica e la diffusione dell’agricoltura conservativa e di precisione».

Secondo il CIB, «Tali misure garantirebbero di produrre energia flessibile e rinnovabile che potrebbe, a sua volta, favorire una maggiore penetrazione delle altre fonti rinnovabili nella rete elettrica; di raggiungere gli obiettivi FER nei trasporti e, poiché il biogas è promotore di sviluppo e innovazione in agricoltura e lungo tutta la filiera, di ottenere importanti ricadute in termini di occupazione, investimenti e ricerca».