Non ci sarà l’età dell’oro del gas. L’india diventerà il maggiore inquinatore del pianeta

Energia elettrica: si avvicina il picco mondiale per i combustibili fossili (VIDEO)

Boom delle rinnovabili. Carbone e gas inizieranno il loro declino terminale in meno di un decennio

[15 Giugno 2016]

Secondo il rapporto New Energy Outlook 2016 pubblicato da Bloomberg New Energy Finance (BNEF),  che traccia un quadro dei mercati globali dell’energia per i prossimi 25 anni, «Il nostro modo di produrre energia elettrica sta per cambiare drasticamente, mentre l’era della continua espansione della domanda di combustibili fossili si concluderà in meno di un decennio».

Si pouò chiamare picco dei combustibili fossili, ma è una svolta che sta già avvenendo «non perché siamo a corto di carbone e gas – scrive BNEF  –  ma perché stiamo trovando alternative più economiche. La domanda raggiungerà il massimo prima del previsto perché le auto elettriche e lo stoccaggio nelle batterie a prezzi accessibili per le energie rinnovabili stanno arrivando più velocemente del previsto , in quanto ci sono cambiamenti nel mix energetico della Cina».

Bloomberg presenta 8 grandi cambiamenti in corso nel mercato dell’energia:

Non ci sarà nessuna età dell’oro del gas. Dal 2008, l’abbondanza di gas a buon mercato, prodotto grazie alla contestata tecnica del fracking, è stato il più importante fattore dei mercati energetici negli Stati Uniti, ma ha anche devastato l’industria del carbone Usa e si parla del gas come “combustibile ponte” che  consente la transizione dal mondo dal carbone alle energie rinnovabili. Secondo il New Energy Outlook «Non sembra che stia per succedere. I costi dell’energia eolica e solare stanno calando troppo in fretta perché il gas riesca a dominare sempre a livello globale». Gli analisti BNEF hanno ridotto di un terzo  le loro previsioni a lungo termine per i prezzi del carbone e del gas, «ma anche i prezzi stracciati non saranno sufficienti ar far deragliare la rapida transizione globale verso l’energia rinnovabile – dice Seb Henbest, il principale  autore del rapporto – Non si può combattere il futuro. Le economie sono sempre più bloccate. L’anno del picco del gas e del petrolio sarà il 2015»

Le fonti rinnovabili attraggono 7,8 trilioni di dollari. La domanda mondiale di energia elettrica è ancora in aumento, e gli investimenti nei combustibili fossili entro il 2014 arrivano a 2,1 trilioni di dollari. Ma questo sarà molto meno dei 7,800 miliardi di dollari investiti nelle fonti rinnovabili, 3,4 trilioni dei quali nel solare, 3.1 trilioni nell’eolico, e 911 miliardi nell’idroelettrico. BNEF sottolinea che «Già oggi, in molte regioni, il costo lifetime di eolico e solare è inferiore al costo della costruzione di nuove centrali a combustibili fossili, e questa tendenza continuerà. Ma dal 2027, avverrà qualcosa di straordinario. A quel punto, la costruzione di nuovi impianti eolici e campi solari sarà spesso più conveniente che mantenere attivi i generatori a gas e carbone esistenti. Questo è un punto di svolta che si tradurrà nel rapido e diffuso sviluppo di fonti rinnovabili»  La parte rosa che si vede nel grafico “Solar Will Soon Dominate” è una novità del New Energy Outlook 2016: rappresenta la tecnologia  flexible capacity, costituita soprattutto da grandi batterie per la casa e la rete elettrica, che smussano i picchi e le valli della disponibilità di energia eolica e solare. «Nel 2028, le batterie saranno come onnipresenti, come i tetti solari oggi», assicurano a Bloomberg.

Auto elettriche e Rescue Power Markets.  L’analisi del BNEF riguarda soprattutto il pcco dei combustibili per la produzione di energia elettrica, non i carburanti per il trasporto. Per arrivare al picco del petrolio per le auto ci vorrà un po’ più di tempo, « Ma l’improvviso aumento delle auto elettriche è davvero sul punto di distruggere i mercati del petrolio – assicura il rapporto – e questo avrà profonde implicazioni per i mercati dell’energia elettrica e per più auto plug-in. In realtà, le auto elettriche non potevano arrivare in un momento migliore per le economie sviluppate. Prendete la Germania, dove gli aumenti dell’efficienza significano che, senza auto elettriche, la domanda di energia elettrica sarebbe indirizzata verso un declino prolungato e destabilizzante. I veicoli elettrici riusciranno a invertire tale tendenza».

La tabella Electric Cars Go Mainstream dimostra la crescente domanda per rifornire le batteria delle auto elettriche farà la differenza per la richiesta di energia in tutto il mondo. L’adozione di auto elettriche varierà da Paese a Paese e per continente, ma, nel complesso entro il 2040 faranno aumentare dell’(% il consumo globale di energia elettrica.

Batterie collegate alla rete. BNEF evidenzia che «Le energie rinnovabili e le auto elettriche creano un circolo virtuoso di crescita della domanda. A differenza di combustibili fossili, per i quali un aumento della domanda porta a un aumento dei prezzi, con le nuove tecnologie energetiche più domanda genera un’altra scala, il che spinge i prezzi più in basso. Lo scale-up delle auto elettriche aumenta la domanda di energia rinnovabile e spinge verso il basso il costo delle batterie. E mentre questi  costi calano, le batterie potranno  essere sempre più utilizzate per immagazzinare l’energia solare». 

Il calo dei prezzi di solare ed eolico. Gli estensori del New Energy Outlook 2016 sono convinti che il grafico Rhe Beautiful Math of Solar Power sia senza dubbio il più importante per i mercati energetici: «Descrive un modello così coerente, e così potente, che le industrie ci sincronizzeranno i loro orologi. E’ la bella matematica del calo dei costi solari.  Il grafico è su una scala logaritmica, per cui i cali sono ancora più profondi di quanto lo siano a prima vista.Per ogni raddoppio di pannelli solari del mondo, i costi scendono del 26%, una cifra nota come “learning rate”  del solare. Il solare è una tecnologia, non un combustibile, e come tale diventa più conveniente e più efficiente nel tempo. Questa è la formula che sta guidando la rivoluzione energetica».  Anche i prezzi dell’eolico  sono rapido in calo: del 19% per ogni raddoppio. «Dal 2030, eolico e solare saranno le forme di produzione di energia elettrica più economiche nella maggior parte del mondo»  dicono al BNEF.

Capacity Factors Go Wild. Uno degli elementi in più rapido progresso dell’energia rinnovabile è il cambiamento di quello che è conosciuto come capacity factor. la percentuale del massimo potenziale di una centrale elettrica che viene effettivamente realizzato nel corso del tempo. «Se si prende in considerazione un parco eolico, anche in quota, il vento non è costante e la consistenza del vento varia secondo l’ora del  giorno, il tempo e le stagioni – spiegano i ricercatori di Bloomberg –  Quindi un progetto che può produrre 100 megawatt di energia elettrica con tempi più ventosi potrebbe produrne solo il 30% in media nell’arco di un anno. Il che gli conferisce un fattore di capacità del 30%». Dato che le tecnologie continuano a migliorare e i progettisti sono sempre più bravi a trovare luoghi molto ventosi o con un’esposizione solare ottimale, i fattori di capacità delle fonti rinnovabili sono in aumento. Secondo il BNEF, «Alcuni parchi eolici in Texas stanno ora raggiungendo fattori di capacità del 50%».  Migliorare i capacity factors rende le rinnovabili più attraenti, ma stanno cambiando anche i fattori capacità delle centrali a gas e carbone: «Una volta che un progetto solare o eolica è stato costruito, il costo marginale dell’energia elettrica che produce è praticamente zero – free electricity –  mentre gli impianti a carbone e gas richiedono più carburante per ogni nuovo watt prodotto – fanno notare i ricercatori – Se una power company può scegliere, sceglierà sempre la roba gratis».  Mentre le centrali a gas e a carbone arretrano di fronte alle energie rinnovabili, i loro capacity factors avranno una forte impennata e il costo del lifetime di questi impianti fossili salirà: «Si penserà a loro come una costosa energia di riserva per le energie rinnovabili a basso costo».

Un nuovo inquinatore  di cui preoccuparsi. Negli ultimi decenni, la Cina in rapida crescita si è trasformata nel più grande inquinatore del mondo e in una delle principali preoccupazioni ambientali globali, ma questa situazione sta cambiando velocemente grazie all’economia in continua evoluzione della Cina ed alla si ua massiccia transizione dal carbone alle rinnovabili. Secondo il BNEF, «Nei prossimi 25 anni, la Cina avrà  più grande riduzione delle emissioni di carbonio di qualsiasi Paese». E’ certamente una buona notizia per il clima ed è un cambiamento significativo per le prospettive energetiche globali. Il problema è che l’India sta diventando la più grande minaccia per gli sforzi per frenare il cambiamento climatico: «Si prevede che la domanda di energia elettrica in India aumenti di 4 volte entro il 2040, e il paese dovrà investire in una varietà di fonti di energia per soddisfare questa nuova pressante domanda. L’India ha centinaia di milioni di persone con scarso o nessun accesso all’elettricità, e il Paese si trova in cima di una montagna di carbone. E  intende usarlo», avvisa il New Energy Outlook 2016.

La trasformazione continua. Nell’ultimo anno, le previsioni BNEF per le emissioni di CO2 sono notevolmente migliorate: «Nonostante il basso costo dei prezzi dei combustibili fossili, il passaggio alle rinnovabili sta avvenendo in modo incredibilmente veloce ma non abbastanza velocemente da evitare pericolosi livelli di riscaldamento globale. Senza un’ulteriore azione politica da parte dei governi, il picco delle emissioni globali di anidride carbonica del settore energetico verrà raggiunto negli anni 2020 e resterà relativamente piatto per un futuro prevedibile. Questo non è sufficiente ad evitare un riscaldamento della superficie della Terra di più di 2 gradi Celsius, c he è considerato il punto di non ritorno per alcune delle peggiori conseguenze dei cambiamenti climatici».

Il rapporto BNEF si concentra su alcuni fondamenti dell’economia: prezzo, domanda, offerta. Comprende le politiche legate al clima che sono già state impostate, ma non fa alcuna ipotesi di nuove politiche.  Inoltre non comprende tecnologie innovative, già presenti, che potrebbero far fare un balzo in avanti alla produzione di energia pulita. Gli stessi ricercatori che hanno realizzato il  New Energy Outlook 2016 concludono: «Questo potrebbe essere incoraggiante per le persone interessate al cambiamento climatico, perché se c’è una cosa che i mercati energetici hanno dimostrato negli ultimi dieci anni, è che in futuro ci saranno altre sorprese».

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